Il pescatore Taro Urashima

C’era una volta un giovane pescatore di nome Taro Urashima. Ogni giorno di mattino presto salutava i genitori, usciva da casa, e andava a pescare sul mare fino a sera. Un giorno, mentre si recava sul mare, a riva sulla spiaggia vide un gruppo di ragazzini che maltrattavano una tartaruga. Impietosito, li fece smettere urlando, e i ragazzini spaventati scapparono. Rimasti soli, per magia la tartaruga parlò, ringraziando Taro: “Di niente” – rispose il ragazzo “Qual è il suo nome?” – chiese la tartaruga: “Taro Urashima”. “Signor Urashima, vorrei sdebitarmi con lei. Venga con me la posso porto a visitare un luogo bellissimo”. Taro sapeva che doveva tornare dai genitori, ma accettò di andare a vedere quel luogo per un po’. Allora si sedette sulla schiena della tartaruga, l’animale entrò in mare, e s’inabissò verso le profondità marine. Arrivarono ad un grande castello in fondo al mare, così bello da non poterlo descrivere. Era il castello del Re dei Draghi, padrone degli abissi. Al suo interno c’era una bellissima principessa, si chiamava Otohime, che accolse Taro e fece preparare una grande festa in suo onore.
Taro si divertì moltissimo, talmente tanto che si dimenticò dei genitori e di tornare a casa. Così passarono tre giorni, prima che il ragazzo decidesse di tornare in superficie. Prima di partire, Otohime preparò un regalo per Urashima. Gli porse un cofanetto dicendo “Se ci sarà qualche problema, apri questa scatola.” Taro così tornò alla spiaggia dove aveva incontrato quella tartaruga tre giorni prima. Ma appena arrivato si sentì un po’ strano. Gli pareva che il paesaggio fosse differente. Si avviò verso la casa dove vivevano i suoi genitori. Ma arrivando trovò tutto differente. Non c’era più la sua casa, non riconosceva più niente di quel luogo… Spaesato Taro fermò una persona, che stava passando di lì, e gli chiese della casa e delle persone che ci abitavano. Il passante rispose: “Sono anni che non c’è più nessuno, ma ho sentito dire che lì, in tempi remoti, abitava un pescatore era andato al mare e non era più tornato.” A questo punto, non sapendo cosa fare, Taro aprì la scatola che gli aveva dato Otohime. Uscì tantissimo fumo bianco e improvvisamente Taro invecchiò, e si ritrovò con una lunga barba bianca. Fu allora che Taro capì che mentre lui si era divertito tre giorni al Castello del drago, qui sulla terra contemporaneamente erano passati cento anni. Il tempo in fondo al mare era trascorso diversamente rispetto a quello del suo mondo.

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