ADDIO A LADY FROST PIONIERA DELL’ ARCHEOSUB

Dell’ ormaI esigua pattuglia di pionieri della subacquea, Honor Frost, la donna legata alla scoperta della nave punica di Marsala, era certamente la più longeva in attività. Nata a Cipro nel 1917, incarnava lo spirito d’ avventura di questo sport. Visceralmente vissuto e praticato sino all’ ultimo. Approda in Sicilia, a Marsala, 40 anni or sono, proveniente dal Libano in fiamme, dove da anni catalogava e studiava le centinaia di ancore votive in pietra, lì deposte dai naviganti, prima di prendere il mare. Era stato il comandante Diego Bononi a recuperare nelle sabbie di Punta Scario, a nord dell’ Isola Lunga dello Stagnone di Marsala, alcuni pezzi in legno della nave punica: sarebbe stata la più importante scoperta dell’ archeologia subacquea del secolo trascorso, ancor oggi unica nave da guerra (la “liburna” appunto) mai recuperata. Le grandi scoperte archeologiche, hanno bisogno dell’ interprete per venire alla luce, nel nostro caso, spiegare un naufragio avvenuto qualche millennio prima. Spiegava Honor Frost nella sua prima intervista rilasciata a Marsala nel 1972: «Io sono approdata all’ archeologia come subacquea, diventando gradualmente “field-wolker” cioè un tecnico nell’ attività esterna, di quello che costituisce il ramo più recente: la ricerca marina. In questo, come in tutti gli altri campi dell’ archeologia, lo scavo senza una pubblicazione è una distruzione. Noi archeologi, abbiamo la necessità di esaminarei ritrovamenti degli altri colleghi (non le loro opinioni in merito), una scoperta ne spiega un’ altra ad infinitum ». Honor Frost pubblicò un Rapporto finale degli scavi sugli Atti dell’ Accademia Nazionale dei Lincei già nel 1976. I metodi di prospezione erano tutti da inventare, ed Honor Frost mise a punto e pianificò un protocollo di scavo che solo le moderne tecniche digitali rendono oggi così esatte e sicuramente più veloci. La morte dell’ Homo faber per mano dell’ elettronica, invece di liberarci dal lavoro manuale, quello che per Omero era “sophia”, l’ abilità del fare, ha affidato molte funzioni importanti anche nel rilievo archeologico subacqueo, alle macchine. Soluzione impareggiabile alle grandi profondità, dove non arriva il sommozzatore, ma quando devi scavare a quattro metri di profondità alla quale si trovava la nave punica, è meglio che t’ inventi qualcosa. Il lavoro dell’ archeologa anglo-cipriota, non finiva col recupero dei legni, dei cocci, di qualche anfora, di materiale organico (che ha permesso di capire cosa mangiassero i marinai) di cordami e poche armi: Honor Frost si occupò anche del restauro del legno bagnato, operazione ancor oggi complessa e con metodologie discusse. L’ affrontò grazie a due formidabili amici: uno di questi era Pietro Romano Alagna, patron della Pellegrino Marsala, che mobilitò i suoi chimici per la diluizione del glicole-polytilene. La Frost, inoltre, può considerarsi come colei che s’ è “inventato” l’ itinerario archeologico sommerso di Punta Gavazzi, a Ustica, il primo al mondo. Era già stata insignita del Tridente d’ oro, prima donna ad averlo ricevuto. Il suo nome è anche legato alle campagne per il recupero dei resti della città di Alessandria negli anni Novanta (nel ‘ 69 per conto dell’ Unesco aveva effettuato una prima, esaustiva prospezione) con Empereur. Recentemente aveva pubblicato per Archaeology & History in Lebanon, due monografie sui templi di Byblos e sulle ancore votive in pietra. Infaticabile, ha lavorato sino all’ ultimo giorno. L’ Inghilterra, scrive il Time, è in lutto. Il 12 ottobre prossimo, anche Marsala la commemorerà in forma ufficiale.

4 comments

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