ALBATRI

Gli albatri (Diomedeidae, G.R. Gray 1840) sono uccelli di mare della famiglia Diomedeidae nell’ordine delle Procellariiformes. Vivono negli oceani meridionali e nel nord Oceano Pacifico. Sono assenti nell’Atlantico settentrionale se non come fossili. Sono tra gli uccelli volatili più grandi sulla Terra e, addirittura, l’albatro urlatore (Diomedea exulans) è l’uccello vivente con l’apertura alare più grande al mondo.
Sono molto efficienti in aria, sfruttando le correnti aeree e sono in grado di percorrere grandi distanze con poco sforzo. Si nutrono di cibi grassi ed oleosi, fra cui seppie, pesci e krill. Spesso si cibano anche degli scarti rilasciati dalle navi specializzate nella lavorazione di prodotti derivati dalle balene. Abitano soprattutto su isole remote dell’oceano in numerosi gruppi spesso di specie diverse. Animali monogami, la stagione degli amori può durare un anno da quando viene deposto l’uovo, uno solo, a quando il pulcino prende il volo. Poiché nidificano su rocce scoscese non hanno troppi nemici naturali.
19 delle 21 specie di albatri sono considerate a rischio di estinzione da parte dell’IUCN. Oggi gli albatri sono minacciati dall’introduzione nel loro habitat da animali come ratti o gatti selvatici che attaccano uova, pulcini e giovani adulti; dall’inquinamento e dalla pesca intensiva.
Il numero di specie degli albatri è in parte tuttora discusso ed oscilla tra 13 e 24, anche se il numero più accettato è di 21.
Sono divisi in quattro generi:
*Diomedea, grandi albatri
*Phoebastria, albatri del Pacifico settentrionale (secondo alcuni sono correlati ai grandi albatri)
*Thalassarche, detti mollymawk
*Phoebetria, albatri fuligginosi o albatri scuri (da alcuni considerati affini ai mollylawk).
L’albatro è un uccello marino di colore bianco, con ali e coda parzialmente nere, misura circa 1,20 metri e l’apertura alare può raggiungere i tre metri e mezzo per l’albatro reale e l’albatro urlatore. Presenta una grande testa e il becco è robusto e ad uncino. A causa delle sue grandi dimensioni, preferisce vivere in luoghi ventilati, dove le correnti d’aria favoriscono il decollo.
L’apertura alare dei grandi albatri del genere Diomedea è la più grande fra tutti gli uccelli, arrivando fino a circa 340 cm, anche se le altre specie di albatri hanno aperture di dimensioni più contenute, attorno a 175 cm. Le ali sono robuste e leggermente curve, con estremità affusolate per migliorare la penetrazione aerodinamica.
Gli albatri sono in grado di percorrere lunghe distanze sfruttando, come gli altri grandi volatori marini, le correnti ascendenti di origine dinamica o quelle dovute ai cambi di pendenza delle coste. Nel primo caso si sfrutta la differenza di velocità delle correnti d’aria, compresa quella che si forma davanti e dietro la cresta delle grandi onde oceaniche e che dà luogo ad un gradiente di velocità del vento. Nel secondo caso i venti marini che incontrano un ostacolo come un’isola o una costa, sono forzatamente costretti a risalire a causa della strozzatura incontrata. Gli albatri sfruttano entrambe queste situazioni favoriti anche dalla loro abilità di veleggiatori che raggiunge rapporti di 22:1 e 23:1, indicando che per ogni metro di perdita di quota sono in grado di librarsi in volo orizzontale per 22 o 23 metri. In questo sono anche aiutati da un fascio tendineo incernierato all’altezza della scapola, che permette all’ala completamente stesa di bloccarsi in quella posizione senza ricorrere allo sforzo muscolare. Questo è un adattamento fisiologico che hanno in comune con gli altri grandi volatori. La grande apertura alare che li favorisce nel volo, rende d’altra parte piuttosto difficile ed impacciato il decollo da terra se non possono utilizzare il salto da una scogliera come pista di lancio. Ancora più penalizzante è l’eventuale decollo dal mare.
Di fatto il decollo mattutino dopo il risveglio, per librarsi in volo alla ricerca del nutrimento, è probabilmente da considerasi come l’attività energeticamente più dispendiosa della giornata.
I nidi vengono costruiti dai maschi e sono costituiti da frammenti vegetali e terriccio. La femmina depone un singolo uovo che pesa circa 500 grammi e richiede un periodo d’incubazione di circa tre mesi. Durante questo periodo i genitori si danno il cambio nella cova per andare a cercare cibo.
Una volta che il piccolo è nato, devono passare circa nove mesi prima che diventi autosufficiente. Solo dopo che il piccolo albatro avrà imparato a volare e procurarsi il cibo da solo, i genitori potranno andare avanti nella loro vita e accoppiarsi di nuovo dopo circa un anno dalla prima cova.
La vita di coppia di questi volatili è improntata alla monogamia. È in generale la femmina a scegliere il compagno con un rituale di corteggiamento basato su una serie di danze e strofinamenti vari; alla fine si ha l’accoppiamento.
L’albatro urlatore appartiene al gruppo dei “grandi albatri” (insieme all’Albatro Reale e all’Albatro dell’Isola di Amsterdam) che comprende i più grandi uccelli marini. Ha una lunghezza di 110-135 cm e un’apertura alare di 275-350 cm. L’abito è quasi completamente bianco sul lato inferiore del corpo, mentre le ali sono scure superiormente. Il forte becco è giallo-arancio. Vicino alle orecchie e attorno al collo ci possono essere delle sfumature arancio-rosa.
L’albatro urlatore è una specie marina e aerea; si sposta seguendo le correnti d’aria calde e fredde e raramente entra in contatto con il ghiaccio. Giunge a terra solo per la nidificazione, per il resto la sua vita scorre tra aria e mare. Il nido è generalmente costruito in prossimità di punti scoscesi, e comunque comodi per prendere il volo. Gli albatri urlatori sono particolarmente longevi e vivono mediamente trent’anni. Per tale motivo essi nidificano tardivamente e, nonostante siano in grado di nidificare a 3-4 anni, non si riproducono prima dei 7-8 anni. La riproduzione può avvenire solo ad anni alterni sia per il tempo di incubazione richiesto (11 settimane) sia per il periodo necessario al giovane prima di prendere il volo (40 settimane). È una specie migratrice e pelagica e si ciba di pesci, calamari o, talvolta, di rifiuti gettati dalle navi. Vive negli Oceani meridionali fermandosi per nidificare in alcune isole oceaniche e subantartiche.

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