ALEXANDER SELKIRK

Alexander Selkirk nato Alexander Selcraig (Lower Largo, 1676 – Oceano Atlantico, 13 dicembre 1721) è stato un pirata scozzese.

Visse per quattro anni e quattro mesi, dall’ottobre 1704 al 2 febbraio 1709, su un’isola deserta dell’America Meridionale, facente parte dell’arcipelago Juan Fernández.
Figlio di un calzolaio e conciatore di pelli di Lower Largo, della regione di Fife – Scozia, Selkirk dimostrò fin da giovane un carattere litigioso e indisciplinato.

Si imbarcò ancora ragazzo come corsaro nelle spedizioni verso i Mari del Sud e nel 1703 prese parte alla spedizione del famoso corsaro ed esploratore William Dampier. Questi era capitano del St. George, mentre Selkirk era imbarcato sul galeone Cinque Ports, agli ordini del capitano Thomas Stradling. Nell’ottobre dell’anno successivo (1704), dopo che le due navi si erano separate per uno scontro fra Stradling e Dampier, il Cinque Ports fece una sosta nel disabitato arcipelago di Juan Fernández per fare scorta di viveri e acqua. Selkirk si mostrò quindi preoccupato delle condizioni del suo galeone (il Cinque Ports in seguito affondò, causando la morte di molti marinai) e provò a convincere alcuni compagni a disertare con lui e a restare sull’isola, confidando nell’imminente arrivo di un’altra nave. Nessuno però fu d’accordo e Stradling, stanco dei continui problemi che Selkirk causava, decise di abbandonarlo sull’isola. Selkirk quasi immediatamente ritrattò la sua posizione, ma non venne ascoltato e il St. George salpò, lasciandolo solo su Juan Fernández. Vi sarebbe rimasto per quattro anni e quattro mesi. Poté portare con sé un moschetto, della polvere da sparo, alcuni strumenti da falegname, un coltello, una Bibbia e i suoi vestiti.
Selkirk rimase inizialmente sulla spiaggia, per paura dei suoni dell’interno dell’isola, che pensava provenissero da bestie feroci. In questo primo periodo si riparò in una piccola caverna, cibandosi di molluschi e scrutando ogni giorno l’orizzonte nella speranza di avvistare una nave che potesse soccorrerlo. Soffrì di profonda solitudine, depressione e rimorso per il suo comportamento. Alla fine fu spinto a rifugiarsi all’interno dal sopraggiungere sulla spiaggia di una colonia di rumorosi leoni marini.

Qui la sua vita migliorò radicalmente perché riuscì a procacciarsi una grande varietà di nuovi cibi: carne e latte dalle capre selvatiche introdotte da navigatori precedenti; rape, cavoli e pepe selvatici gli offrirono una dieta meno monotona e speziata. I topi, anch’essi sbarcati con precedenti navigatori, furono all’inizio un problema perché morsicavano Selkirk durante la notte. Tuttavia Selkirk riuscì ad addomesticare dei gatti selvatici che posero fine a questa difficile situazione.

Selkirk fece un uso straordinario dell’equipaggiamento che aveva preso dalla nave e di quello che riuscì a realizzare sull’isola. Ricavò due capanne dagli alberi di pimento e impiegò il moschetto e il coltello per cacciare e tosare le pecore. Tuttavia, una volta terminata la polvere da sparo, fu costretto ad inseguire le sue prede a piedi. Fu così che precipitò da un dirupo, perdendo conoscenza per circa 24 ore. Dedicò molto tempo alla lettura della Bibbia, ricevendone benefici per il suo umore e per la conoscenza dell’inglese.

Quando i vestiti di Selkirk si logorarono definitivamente, ne confezionò di nuovi con pelli di capra, servendosi di un chiodo per cucire. In questa occasione si rivelarono utilissime le lezioni apprese quando era bambino dal padre conciatore. I piedi di Selkirk divennero così callosi che quando le sue scarpe divennero inutilizzabili le reputò inutili. Riuscì anche a ricavare un coltello dagli anelli di ferro recuperati da alcune botti abbandonate sull’isola da altre navi.

Due vascelli arrivarono e ripartirono prima che Selkirk potesse abbandonare l’isola. Entrambi erano infatti spagnoli e Selkirk, in quanto corsaro scozzese, avrebbe dovuto subire tortura ed esecuzione, se catturato. Perciò si nascose.
Il salvataggio tanto a lungo aspettato e sperato giunse il 2 febbraio 1709 con l’arrivo della nave corsara Duke, a bordo della quale si trovava quello stesso William Dampier che aveva guidato la spedizione nella quale Selkirk era stato abbandonato sull’isola. Selkirk venne scoperto dal comandante del Duke, Woodes Rogers, che lo nominò “Governatore dell’Isola”. Selkirk era colmo di gioia per l’arrivo dei “liberatori” e riuscì a catturare un paio di capre al giorno, con grande gioia e ristoro degli uomini di Rogers.

Il libro di Roger – “A cruising voyage round the world: first to the South-Sea, thence to the East-Indies, and homewards by the Cape of Good Hopeworld” venne pubblicato nel 1712, con un resoconto dell’avventura di Selkirk.

Il giornalista Richard Steele intervistò Selkirk sulla sua solitaria permanenza, scrivendo poi un famoso articolo sulla sua storia apparso su “The Englishman”

Nel 1717 Selkirk fece ritorno a Lower Largo, ma si fermò solo pochi mesi, imbarcandosi poi nuovamente. Secondo il giornale di bordo morì alle 20 del 13 dicembre 1721 mentre prestava servizio come ufficiale a bordo della Royal ship Weymouth, probabilmente a causa della febbre gialla che aveva flagellato quel viaggio. La sua salma venne gettata in mare sulla costa occidentale dell’Africa.

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