Balena albina e Mocha Dick (Capodoglio albino)e animali albini

Balena albina e Mocha Dick (Capodoglio albino)

Balena albina

Balena albina

 

Balena albina e Mocha Dick (Capodoglio albino)

Albinismo en ballena e animali albini

Parlando di balene non potevamo riportare in calce la bella notizia: <<La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia dichiara che le attività di baleneria del Giappone in Oceano del Sud “non sono a scopo di ricerca scientifica”.>> Riportiamo la notizia integralmente

Interessanti video, in fondo all’articolo, di balene bianche avvistate in vari mari

Molti specie di animali albini, marini e non, sono stati avvistati in varie epoche.

Albinismo è una condizione ereditaria causata dalla combinazione di alleli recessivi da entrambi i genitori. Il gene che causa impedisce la solita quantità di melanina prodotta. Uno su 17.000 persone hanno una qualche forma di albinismo, anche se 1 su 75 sono portatori del gene. Nel regno animale si ritrova anche nei mammiferi, rettili, formichieri, pesci, uccelli e anfibi. 

Una piccola passerella per qualche animale albino e poi vedremo più nel dettaglio la balena albina.

Vedere un beluga bianco è una normalità …… lo sono tutti

Beluga

Beluga

Per altri animali albini è molto diverso da come li abbiamo sempre visti: eccone alcuni:

Questa specie di crostaceo albino cieco vive solo nella contea di Suwannee in Florida.

 crostaceo albino cieco

crostaceo albino cieco

Serpente albino con due teste

Serpente albino con due teste

Serpente albino con due teste

canguro albino

canguro albino

canguro albino

Leone albino

Leone albino

Leone albino

Giraffa albina

Giraffa albina

Giraffa albina

Asino albino

Asino albino

Asino albino

Gorilla albino

Gorilla albino

Gorilla albino

Scoiattolo albino

Scoiattolo albino

Scoiattolo albino

Tartaruga albina

Tartaruga albina

Tartaruga albina

Tartaruga albina -Quello dell'albinismo sembra moltissime specie.

Tartaruga albina -Quello dell’albinismo sembra moltissime specie.

Coccodrillo albino

Coccodrillo albino

Coccodrillo albino

animales-albinos-colibri

animales-albinos-colibri

animales-albinos-colibri

Animales albinos: rana

Animales albinos: rana

Animales albinos: rana

Ballena albina. Cucaracha albina

Ballena albina. Cucaracha albina

Ballena albina. Cucaracha albina

 

Uno dei più strani casi di albinismo è questa lumaca gigante trovato in Nuova Zelanda. Data la difficoltà di camuffamento e bassa velocità, i ricercatori sono stati sorpresi di analizzare e sapere che aveva 10 anni. Come è arrivato a quell’età, straordinario nei suoi “colleghi”, e come ha evitato i predatori, è un enigma.

lumaca albina

lumaca albina

Pavone albino

Pavone albino

Pavone albino

Pochi sanno che la balena bianca è tale perché affetta da una sorta di albinismo che decolora la pigmentazione della sua pelle.

MOCHA  DICK

Mocha Dick fu un capodoglio maschio vissuto nell’Oceano Pacifico all’inizio del XIX secolo, noto a chi navigava nelle acque vicino all’Isola Mocha, al largo del Cile meridionale. A differenza della maggior parte dei capodogli, Mocha Dick era bianco, e fu l’ispirazione per il romanzo del 1851 Moby Dick di Herman Melville.

Mocha Dick sopravvisse a molti scontri (secondo alcuni resoconti almeno 100) con le baleniere prima di essere ucciso. Era grande e possente, capace di fare a pezzi piccole imbarcazioni con i suoi colpi di coda. L’esploratore Jeremiah N. Reynolds raccolse osservazioni dirette di Mocha Dick e pubblicò il suo resoconto, Mocha Dick: Or The White Whale of the Pacific: A Leaf from a Manuscript Journal (“Mocha Dick: o la balena bianca del Pacifico: un foglio da un giornale manoscritto”), nel numero di gennaio 1839 di The Knickerbocker, descrivendo la balena come “un vecchio maschio bianco, di taglia e forza prodigiose… bianco come la lana”.

Secondo Reynolds, la testa della balena era coperta di cirripedi, che gli davano un aspetto duro. La balena aveva anche un metodo peculiare per soffiare:
« Invece di proiettare il suo soffio obliquamente in avanti, e di ansimare con uno sforzo breve, convulso, accompagnato da un rumore sbuffante, come avviene di solito con la sua specie, lanciava l’acqua dal naso con un volume molto alto, perpendicolare, ampio, ad intervalli regolari e piuttosto distanti; la sua espulsione produceva un rombo continuo, come quello del fumo che sfugge dalla valvola di sicurezza di un potente motore a vapore. »
(J. N. Reynolds, Mocha Dick: Or The White Whale of the Pacific: A Leaf from a Manuscript Journal)

È molto probabile che Mocha Dick sia stato avvistato e attaccato per la prima volta in qualche periodo precedente all’anno 1810 al largo dell’Isola Mocha. La sua sopravvivenza ai primi avvistamenti, abbinata al suo aspetto insolito, lo rese rapidamente famoso tra le baleniere di Nantucket.

Molti capitani tentarono di dargli la caccia dopo aver doppiato il Capo Horn. A volte era alquanto docile, altre volte nuotava a fianco della nave, ma una volta attaccato reagiva con ferocia e astuzia ed era assai temuto dai ramponieri. Quando era agitato si tuffava in profondità e poi saltava fuori così aggressivamente che a volte tutto il suo corpo veniva completamente fuori dall’acqua.

Nel resoconto di Reynolds, Mocha Dick fu ucciso nel 1838, dopo che era parso venire in aiuto di una femmina sconvolta il cui piccolo era stato ucciso dalle baleniere. Il suo corpo era lungo 21 metri e produsse 100 barili d’olio, oltre a una certa quantità di ambra grigia. Aveva anche parecchi arpioni piantati nel corpo.

Mocha Dick non fu l’unico caso di avvistamento di una balena albina. Una baleniera svedese sostenne di aver catturato una balena bianca molto vecchia al largo della costa del Brasile nel 1859.
Whipple riferisce che fino al 1954 c’era un uomo che viveva su Nantucket che asseriva di aver arpionato una balena bianca nel 1902.

E nel 1952 Time Magazine diede la notizia dell’arpionamento di una balena bianca al largo della costa del Perù.

A partire dal 1991 ci sono avvistamenti riferiti di una megattera bianca vicino all’Australia, soprannominata Migaloo.(sotto il video)

Migaloo, le foto della balena albina diventata leggenda

Con ogni probabilità Migaloo, l’unica megattera albina (documentata) al mondo.
Questo esemplare maschio lungo circa 14 metri prende il suo nome da un termine che, nella lingua aborigena australiana, significa “uomo bianco”. Gli spostamenti di Migaloo e i suoi rari avvistamenti vengono seguiti e documentati – raccogliendo le fotografie di chi ha avuto la fortuna di incontrarla – da diversi siti, tra cui quello della Pacific Whale Foundation, e anche da profili Twitter creati ad hoc.

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

 

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

Balena albina -Migaloo

 

VIDEOS

Come abbiamo già visto le balene bianche sono presenti in vari mari e con i video vedremo altre localizzazioni.

Australia: il ritorno della balena Migaloo

Queste sono le immagini girate dagli elicotteri della Guardia Costiera australiana che documentano il passaggio di Migaloo, una rara balena albina, avvistata per la prima volta nel 1991, impegnata nella sua migrazione verso l’Antartico.

Fonte: Youtube

 

Filmato nei mari australiani un raro piccolo albino

Balena bianca avvistata in Norvegia. L’esemplare albino ripreso da un turista

Nonostante la caccia alla balena goda ancora di florido commercio, avvistare e fotografare una balena bianca è ormai un evento rarissimo. Questa volta è accaduto ad un ingegnere navale inglese, Dan Fisher, che stava solcando i mari della Norvegia nelle vicinanze delle isole Svalbard. Quando l’uomo ha notato il mastodontico esemplare di cetaceo, si è arrampicato sull’albero della nave per scattare foto e girare anche un video che sta facendo il giro del mondo.

La balena scovata dal turista inglese rimane per il momento senza nome a differenza di Migaloo dell’Australia.

Dal 1986 nel mondo è vietata l’uccisione delle balene. Dall’entrata in vigore del divieto, paesi come Giappone, Norvegia, Islanda, Russia e Corea sono responsabili di avere eliminato oltre 20mila esemplari di questo mammifero marino. E questo nonostante in alcuni luoghi, come lo stesso Giappone, la carne di balena rimanga sostanzialmente invenduta. La Norvegia incrementa ogni anno il numero di balene uccise, sfidando le regole imposte dalla Commissione internazionale sulla caccia alle balene (IWC) e l’opinione pubblica mondiale. Eppure è la stessa Commissione ad avere fornito una scappatoia efficace per quei governi che vogliono continuare questa pratica: secondo il protocollo, infatti, è possibile catturare e uccidere balene “a scopo scientifico”. E con questa motivazione è molto semplice trovare l’inganno alla legge.

MA

Davvero in campo o per meglio dire in mare con la flotta di SEA SHEPHERD il capitano Paul Watson è stato l’unico a contrastare per anni, dal 1977 e forse già da prima, e tutte le stagioni rischiando tutto, i cacciatori di balene di varie nazionalità …. soprattutto giapponesi (moltissimi articoli con il titolo Sea Shepherd e Paul Watson sono stati redatti da *Filmati Di Mare*: i lettori interessati li possono ricercare in “Cerca Nel Blog” nella colonna a destra inserendo alternativamente le parole chiave  < Sea Shepherd e Paul Watson >)

Dopo tante sconfitte, ma molte vittorie il 2 aprile 2014, finalmente, una vittoria significativa per Paul, gli amici del mare e le balene:

Mercoledì 02 Aprile 2014 23:48

La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia dichiara che le attività di baleneria del Giappone in Oceano del Sud “non sono a scopo di ricerca scientifica”.

Riportiamo la notizia integralmente:

Sea Shepherd applaude la Corte internazionale per aver dato protezione alle balene del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud.

Nel contesto di una splendida vittoria per le balene, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ – International Court of Justice) dell’Aia ha annunciato oggi la propria decisione vincolante sull’importante caso che ha visto l’Australia contro il Giappone, stabilendo che il Programma di caccia alle balene del Giappone in Antartide, JARPA II, non è a scopo di ricerca scientifica e ha, quindi, ordinato che tutti i permessi rilasciati sotto il Programma JARPA II siano revocati. La notizia è stata applaudita e celebrata da Sea Shepherd Conservation Society Stati Uniti e Sea Shepherd Australia, le quali sono entrambe direttamente intervenute contro i balenieri giapponesi in Oceano del Sud.

Il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd Global e Geert Vons, Direttore di Sea Shepherd Olanda hanno rappresentato Sea Shepherd in aula durante l’emissione di questa storica sentenza sulle attività baleniere del Giappone in Antartide, accompagnati dal legale olandese di Sea Shepherd Global.

Il caso contro il Giappone è stato discusso presso la Corte Internazionale di Giustizia nel luglio dello scorso anno per decidere se il Giappone abbia violato i suoi obblighi internazionali nell’attuazione del Programma “a scopo di ricerca scientifica” in Oceano del Sud JARPA II, per decidere sulla richiesta di cessazione dell’attuazione del JARPA II e sulla richiesta di revoca di tutti i permessi relativi fino a quando il Giappone non fornirà garanzie del fatto che le proprie attività siano conformi al diritto internazionale.

Con 12 voti contro 4, la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che i permessi concessi dal Giappone per il suo Programma di baleneria non rispondono ai requisiti dello scopo scientifico, come delineato dalla normativa della Commissione Internazionale per la Baleneria (IWC – International Whaling Commission).

Ordina quindi al Giappone di revocare i permessi a scopo scientifico emessi sulla base del Programma JARPA II e di astenersi dal concedere ulteriori autorizzazioni in forza di tale programma.

Prima dell’emissione del verdetto, qualcuno aveva ritenuto che la Corte Internazionale di Giustizia non avrebbe permesso la caccia di balenottere comuni e megattere, specie a rischio estinzione, ma avrebbe forse cercato un compromesso per consentire la prosecuzione della caccia alle balenottere minori.

Tuttavia, Sea Shepherd ha sempre sostenuto la tesi che, non importa di quale specie si tratti, le balene non devono essere uccise, soprattutto all’interno di un Santuario. Santuario significa “un luogo di rifugio o sicurezza; una riserva naturale” dove gli animali sono protetti.

Uccidere all’interno di un Santuario internazionalmente istituito significa farsi beffa degli accordi internazionali intercorsi tra quei Paesi che hanno voluto la nascita del Santuario nel 1994.
Allora, 23 Paesi sostennero l’accordo e il Giappone fu l’unico stato membro dell’IWC ad opporvisi.
Anche l’ambasciatore del Giappone negli Stati Uniti, Kenichiro Sasae, nel corso di un incontro pubblico a Los Angeles nel dicembre 2013, cui parteciparono anche i rappresentanti di Sea Shepherd Stati Uniti, si è espresso in questi termini sul tema balene e baleneria: “Come individuo, mi piacciono le balene e se esci in barca e vedi una balena, non ti viene in mente alcun motivo per uccidere un animale così bello. Ma ci sono storia e politica. Solo un piccolo numero di giapponesi vuole ottenere questa vittoria. Ma la maggioranza dei giapponesi non mangia più carne di balena”.

Durante lo stesso incontro, l’ambasciatore Sasae ha dichiarato che il Giappone si sarebbe attenuto alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia.

L’equipaggio internazionale di volontari di Sea Shepherd Conservation Society ha agito in prima linea nelle acque ostili e remote dell’Antartide per otto anni, ha poi passato questa sfida nelle mani di Sea Shepherd Australia negli ultimi due anni e continuerà ad affrontare i balenieri giapponesi in Antartide fino a quando non verrà messa la parola fine, una volta per tutte, alle uccisioni in questa “zona di sicurezza” istituita a livello internazionale per le balene.

Nel corso degli anni, Sea Shepherd è stata l’unica Organizzazione ad intervenire direttamente contro la caccia commerciale ed illegale alle balene del Giappone, condotta sotto il pretesto della ricerca scientifica, mentre tale pretesa di scientificità veniva messa in discussione a livello globale.

Infatti, Sea Shepherd è stata l’unico ostacolo che si è infrapposto tra le maestose balene e gli arpioni dei balenieri, quando queste specie, protette a livello internazionale con molti esemplari in stato di gravidanza, migrano attraverso le acque antartiche ogni anno.

“Con la sentenza di oggi, la Corte Internazionale di Giustizia ha assunto una posizione corretta ed equa che si colloca nel corso giusto della storia, proteggendo le balene del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud ed il vitale ecosistema marino antartico, una decisione che riguarda direttamente la comunità internazionale e le generazioni future” ha detto il Capitano Alex Cornelissen, Direttore Esecutivo di Sea Shepherd Global.

“Anche se gli arpioni implacabili del Giappone hanno continuato a spingere molte specie di balene verso l’estinzione, Sea Shepherd è sicura che in seguito alla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia sarà la baleneria ad essere relegata nelle pagine dei libri di storia”, ha aggiunto.

“Nonostante la moratoria sulla caccia commerciale alle balene, il Giappone ha continuato a reclamare la vita di migliaia di gentili giganti del mare in un luogo che dovrebbe essere il loro rifugio sicuro”, ha detto il fondatore di Sea Shepherd, il Capitano Paul Watson.
“Sea Shepherd ed io, insieme a milioni di persone consapevoli in tutto il mondo, ci auguriamo che il Giappone onori questa sentenza del Tribunale Internazionale e lasci in pace le balene”.

Sea Shepherd Global preparerà le sue navi per tornare in Oceano del Sud nel Dicembre 2014, qualora il Giappone scegliesse di ignorare questa sentenza. Se la flotta baleniera giapponese tornerà in Oceano del Sud, l’equipaggio di Sea Shepherd sarà lì a far rispettare la sentenza contro le baleniere pirata del Giappone.

Foto: I membri della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia.

Foto: I membri della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.

 
 “Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“


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