Calamari giganti – Architeuthis, Giant Squid

Calamari giganti – Architeuthis

Calamaro gigante - Giant squid

Calamaro gigante – Giant squid

Calamari giganti Architeuthis

Articolo n. 1  della serie *Calamari giganti* : Architeuthis

(Articolo n. 5 nella categoria Polpi–Cefalopodi: cercare altri articoli in “Cerca nel Blog” opp. In  ”Naviga in Filmati di Mare opp. sulle barre blu in alto)

In questo articolo troverete subito qualche notizia sui calamari in genere. In singoli articoli sono stati trattati dettagliatamente il calamaro gigante, il calamaro colossale,  il calamaro di Humboldt = Jumbo squid,Diablo Rojo, il kraken – il tentacolo terrore degli abissi, il Calamaro vampiro -Vampire squid e l’antenato La tusoteutide (Tusotheuthis longa). Alcuni interessanti filmati sono collocati alla fine di ciascun articolo per avere un complemento a ciò che si è appena letto.                                             *Ser*

Il calamaro è un mollusco cefalopode, con corpo fusiforme e allungato. Il mantello cilindrico (torso), che sormonta il capo, contiene gran parte degli organi interni. All’interno del mantello è anche presente una conchiglia cornea (calamo, piuma o gladio) allungata a forma di lancia. Il corpo presenta due evidenti pinne, unite in modo tale da formare, se viste dal dorso, un rombo. Il capo presenta sui lati due occhi coperti da membrana cornea, al centro dei quali è situato un organo di senso olfattorio, o forse tattile.
Il calamaro possiede in tutto 10 braccia: 8 sono più corte e con due file di ventose sferiche, la circonferenza di queste ventose è circondata da anelli di chitina taglienti e finemente dentellati, i due tentacoli sono più lunghi con estremità a forma di clava e con 4 file di ventose. Ogni braccio e tentacolo è suddiviso in tre regioni – carpo («polso»), mano («mano») e dattilo («dito»). La mano, vicina all’estremità del braccio, è più larga ed ha ventose più larghe disposte su due file mediali. Il dattilo costituisce l’estremità. Le basi di tutte le braccia e dei tentacoli sono poste a circolo intorno al singolo becco, dalla forma di quello del pappagallo.

Nei maschi una delle braccia viene utilizzata come organo per la riproduzione. Le braccia ed i tentacoli costituiscono la maggior parte della lunghezza del calamaro.

Speciali cellule del corpo, dette cromatofori, permettono variazioni di colorazione e sono utilizzati dai calamari per la trasmissione di segnali diversi quali, ad esempio, aggressività, corteggiamento, accoppiamento, ecc. La colorazione di base è variabile, con diverse sfumature dal rosso-chiaro al bruno.

Tra la specie è comune il cannibalismo:

Lotte furbonde si innescano continuamente. Per i calamari giganti sono state fatte riprese davvero avvincenti anche a profondità abissali. Squid è generalmente bravo e veloce ed si muove a raffiche: le poche osservazioni sono state fatte sul live show per il calamaro gigante che è un animale potente.

 Calamari giganti – Architeuthis

Il calamaro gigante vive nelle profondità degli oceani, l’unico avversario in grado di tenergli testa è il capodoglio, ghiotto di calamari, con cui ingaggia titanici combattimenti sottomarini negli abissi. Alcune tracce di enormi ventose trovate sulle carcasse di capodogli ripescati fanno ipotizzate l’esistenza di calamari lunghi anche 60 metri,come un palazzo di 20 piani!

I calamari, compresi quelli giganti, costituiscono il cibo principale per i capodogli. «Un capodoglio – spiega il professor Tsunemi Kubodera, Museo nazionale di Scienza del Giappone – si deve nutrire di almeno 500 chili di calamari al giorno. Se si stima che vivano 200 mila capodogli nella metà occidentale del Pacifico, si può immaginare quanti calamari devono esserci nell’alto fondale». Anche per questo gli scienziati nipponici studieranno i resti ritrovati nello stomaco del calamaro gigante. Gli studi fin qui hanno dimostrato che il calamaro gigante è un cacciatore molto attivo e che attacca le sue prede orizzontalmente.

Calamaro gigante -Giant Squid

Calamaro gigante -Giant Squid

Peso e dimensioni

I calamari giganti, ritenuti un tempo creature mitiche, sono calamari della famiglia Architeuthidae, composta da circa otto specie del genere Architeuthis. Sono abitanti delle profondità oceaniche che possono raggiungere dimensioni ragguardevoli: stime recenti parlano di dimensioni massime di 13 metri per le femmine e di 10 metri per i maschi, dalla pinna caudale fino all’estremità dei due lunghi tentacoli ed il peso massimo viene stimato a 150 kg per le femmine ed a 275 kg per i maschi.(essendo secondo solamente al calamaro colossale, rimane comunque uno tra i più grandi organismi viventi). Il mantello, esclusi i tentacoli di circa 5 metri, è lungo circa 2 metri (più lungo nelle femmine, meno nei maschi). Vi sono state voci che parlavano di esemplari lunghi oltre 25 metri (tentacoli compresi), ma nessun animale di queste dimensioni è stato documentato scientificamente, principalmente a causa delle profondità abissali in cui vivono.

Calamaro gigante_file grafico sul calamaro gigante

Calamaro gigante_file grafico sul calamaro gigante

Calamaro Gigante -Y- Calamaro colossale  Grafico comparazioni

Calamaro Gigante -Y- Calamaro colossale Grafico comparazioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Calamaro colossale  - y-  calamaro gigante Grafico comparazioni

Calamaro colossale – y- calamaro gigante Grafico comparazioni

 

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Protostomia
(clade) Lophotrochozoa
Phylum Mollusca
Subphylum Conchifera
Classe Cephalopoda
Sottoclasse Coleoidea
Superordine Decapodiformes
Ordine Teuthida
Sottordine Oegopsina
Famiglia ArchiteuthidaePfeffer, 1900
Genere Architeuthis

 Anatomia

I calamari giganti hanno piccole pinne sull’estremità del mantello, le quali vengono utilizzate per la locomozione. Come altri cefalopodi, i calamari giganti si muovono grazie ad una propulsione a getto – spingendo con l’imbuto acqua nella cavità del mantello con lievi e ritmiche pulsazioni. Possono anche muoversi rapidamente espandendo la cavità per riempirla d’acqua e contraendo in seguito i muscoli per spingerla fuori grazie all’imbuto. I calamari giganti respirano utilizzando due grandi branchie poste all’interno della cavità del mantello. Il sistema circolatorio è chiuso, caratteristica, questa, distintiva dei cefalopodi. Come altri calamari, anch’essi possiedono l’inchiostro scuro usato per depistare i predatori.

I calamari giganti hanno un sistema nervoso sofisticato ed un cervello complesso, caratteristica che attrae un grande interesse da parte degli scienziati. Hanno gli occhi più grandi di ogni creatura vivente, ad eccezione, forse, del calamaro colossale – più di 30 centimetri di diametro. I grandi occhi possono individuare meglio la luce (compresa la luce bioluminescente), scarsa in acque profonde.

Perché l’occhio del calamaro gigante è molto grande?
” Calamaro gigante, che occhi grandi che hai. Tanto meglio per individuare capodogli, mia cara. “

Perché i calamari giganti hanno occhi enormi i più grandi dei pesci?

Il calamaro gigante vede il mondo con gli occhi delle dimensioni di palloni da calcio o di  piatti grandi. Sono almeno 25 centimetri (10 pollici) di diametro, che li rende avere gli occhi più grandi del pianeta.

Per confronto, l’occhio più grande di un pesce è del pesce spada (9 cm.). Anche la balenottera azzurra – l’animale più grande che sia mai esistito – ha occhi di “soli” 11 centimetri.

Il pesce spada ha all’incirca le stesse dimensioni di un calamaro gigante, ma il suo occhio è solo un terzo del diametro.

giant-squid-eye

giant-squid-eye

Recentemente gli scienziati ha risposto che il gigantismo degli occhi dei calamari giganti è un adattamento ad individuare il loro predatore principale, il capodoglio. Più grandi sono gli occhi è più possono prendere più luce e in generale gli animali che vivono nelle tenebre perpetue, come quelli nelle grotte e negli oceani profondi, possiedono occhi molto grandi. Questa è la risposta alla nostra domanda! (per maggiori info sull’occhio vi rimandiamo all’articolo per suo parente il Calamaro colossale )

I calamari giganti, come anche alcune altre specie di grossi calamari, mantengono un galleggiamento neutrale nell’acqua marina grazie ad una soluzione di cloruro d’ammonio, più leggero dell’acqua di mare, che scorre in tutto il corpo. Questo metodo è diverso dagli altri metodi di galleggiamento utilizzati dai pesci, i quali coinvolgono la presenza di una vescica natatoria piena di gas. Questa soluzione ha un sapore simile a quello del salmiakki e rende il calamaro gigante inadatto all’alimentazione umana.

Come tutti i cefalopodi, i calamari giganti possiedono organi detti statocisti per percepire la propria posizione ed i propri movimenti nell’acqua. Grazie agli «anelli di crescita» delle «statoliti» di una statocisti si può determinare l’età di un calamaro gigante, in maniera simile al metodo utilizzato per determinare l’età di un albero contando gli anelli del tronco. Gran parte di ciò che conosciamo riguardo all’età dei calamari giganti è basato su stime degli anelli di crescita e sui becchi non digeriti trovati negli stomaci dei capodogli.

Calamaro gigante riproduzione

Calamaro gigante riproduzione

Ciclo riproduttivo

Conosciamo poco sul ciclo riproduttivo del calamaro gigante. Si pensa che raggiunga la maturità sessuale a circa 3 anni; i maschi raggiungono la maturità sessuale a dimensioni inferiori delle femmine. Le femmine producono grosse quantità di uova, talvolta più di 5 kg, ognuna delle quali è lunga in media 0,5-1,4 mm e larga 0,3-0,7 mm. Le femmine hanno un singolo ovaio posto nel retro dell’estremità della cavità del mantello a cui sono collegati ovidotti contorti da cui le uova mature raggiungono le ghiandole ovidottali, per poi attraversare le ghiandole nidamentali. Come in altri calamari, queste ghiandole producono un materiale gelatinoso che tiene unite insieme le uova una volta deposte.

Nei maschi, come nella maggior parte degli altri cefalopodi, l’unico testicolo posteriore produce spermatozoi che si spostano attraverso un complesso sistema di ghiandole che costituiscono le spermatofore. Questi vengono immagazzinati in un sacco allungato, o sacco di Needham, che termina nel pene, da cui vengono espulsi durante l’accoppiamento. Il pene, lungo più di 90 centimetri, è prensile ed è situato all’interno del mantello.

Come gli spermatozoi vengano trasferiti alla massa di uova è molto dibattuto, dal momento che il calamaro gigante è privo dell’ectocotile che molti altri cefalopodi utilizzano per la riproduzione. Potrebbero venire trasferiti in sacchi di spermatofore, detti spermatangi, che il maschio inietta nelle braccia della femmina. Questa ipotesi è stata suggerita dopo il recente ritrovamento in Tasmania di una femmina che aveva un piccolo viticcio sussidiario attaccato alla base di ogni braccio.

Dei piccoli post-larvali sono stati scoperti in superficie al largo delle acque della Nuova Zelanda, e vi sono in progetto dei piani per catturarne alcuni e mantenerli in un acquario, allo scopo di scoprire molte più cose sulla vita di queste creature.

Calamaro gigante - Architeuthis Dux

Calamaro gigante – Architeuthis Dux

Alimentazione

I calamari giganti si nutrano di pesci di mare profondo e di altre specie di calamari. Catturano la preda usando i due tentacoli, facendo presa su di essa con gli anelli di ventose posti alle loro estremità. In seguito la trasportano verso il potente becco e la straziano con la radula (una lingua munita di piccoli denti disposti in fila) prima che questa raggiunga l’esofago. Si crede che siano cacciatori solitari, dal momento che nelle reti da pesca sono stati catturati solo individui singoli. Nella dieta dei calamari giganti vi sono anche pesci come l’hoki.

Calamaro gigante - Architeuthis Dux

Calamaro gigante – Architeuthis Dux

Areale ed habitat

I calamari giganti sono arealmente molto diffusi, dal momento che vivono in tutti gli oceani del mondo. Vivono solitamente a grandi profondità, nei pressi delle piattaforme continentali ed insulari dall’oceano Atlantico settentrionale, soprattutto nei pressi di Trinity Bay (Terranova), della Norvegia, delle isole britanniche settentrionali e delle isole oceaniche, come le Azzorre e Madera, all’Atlantico meridionale, intorno all’Africa meridionale, al Pacifico settentrionale, attorno al Giappone, fino al Pacifico sud-occidentale, nei pressi della Nuova Zelanda e dell’Australia. Gli esemplari sono più rari a latitudini tropicali e polari.

I misteri del calamaro gigante

Calamaro gigante -Foto di Fernando Camino

Calamaro gigante -Foto di Fernando Camino

Leggende e realtà sugli animali più enigmatici e sfuggenti degli abissi. Oggi uno studio rivela che la preda preferita dai capodogli potrebbe essere minacciata dai sonar (Uccisi dal suono) Fotografia di Fernando Camino, Cover/Getty Images

Per secoli l’esistenza del calamaro gigante (Architeuthis dux), il suo “cugino” calamaro colossale (Mesonychoteuthis hamiltoni) fu testimoniata solo dalle leggende diffuse tra i marinai, e anche oggi gli avvistamenti sono rarissimi  (vivono negli abissi e sono tra gli animali più misteriosi e sfuggenti del mondo): il primo individuo vivo è stato catturato nel 2006. Quasi tutto ciò che ne sappiamo deriva da studi effettuati su carcasse spiaggiate o catturate nelle reti dei pescatori o su resti contenuti nello stomaco di animali più grandi che se ne erano nutriti.

Proprio per questo fece scalpore il ritrovamento di numerosi calamari giganti morti all’inizio dello scorso decennio al largo della costa delle Asturie, in Spagna (nella foto, il recupero del corpo di una femmina).

Oggi uno studio rivela che la strage potrebbe essere stata causata dal rumore dei sonar. Poco prima che i corpi venissero a galla, alcune navi avevano usato cannoni ad aria compressa per emettere suoni a bassa frequenza nelle profondità marine. Le rilevazioni sonar dovevano servire, tra l’altro, a indagare sulla possibile presenza di giacimenti di petrolio o gas naturali.

Michel André, esperto di bioacustica marina del Politecnico della Catalogna di Barcellona, ha esposto per un tempo prolungato quattro specie di cefalopodi (un polpo, una seppia e due calamari, naturalmente più piccoli di quello gigante) a suoni a bassa frequenza, riscontrando forti danni alle statocisti, gli organi di senso che si trovano dietro gli occhi di questi animali e permettono loro di mantenere l’equilibrio e l’orientamento.
Il danno alle statocisti potrebbe aver disorientato i calamari giganti, spingendoli verso la superficie, dove la differenza di temperatura li avrebbe uccisi.

“Sapevamo già”, commenta André, “che l’inquinamento acustico negli oceani ha un impatto significativo sui delfini e le balene”, che usano il loro sonar naturale per orientarsi e per cacciare. “Ma questo è il primo studio che evidenzia seri danni anche per gli invertebrati”.

la prima cattura di un calamaro gigante
professor Tsunemi Kubodera, Museo nazionale di Scienza del Giappone

Calamaro gigante -professor Tsunemi Kubodera, Museo nazionale di Scienza del Giappone

La foto (sopra) immortala un momento storico: la prima cattura di un calamaro gigante vivo, una femmina, da parte di un’équipe di scienziati giapponesi al largo delle isole Ogasawara, a sud di Tokyo, nel dicembre del 2006. Il gruppo di ricercatori giapponesi, guidati dal professor Tsunemi Kubodera, a mille chilometri a sud di Tokyo è riuscito a catturare ed scattare le prime immagini in superficie ed addirittura a girare un video di un calamaro gigante vivo di 3,5 metri (1,4 metri solo la testa e che raggiunge 7 metri con i tentacoli più lunghi) e pesante 50 chili che risale da 640 metri di profondità per attaccare un esca. Si tratta della stessa equipe del museo nazionale delle scienze di Tokyo che nel 2005 era riuscita a prendere le prime foto mondiali di un calamaro gigante a 900 metri di profondità vicino all’isola Chichijima.

Il video dellaprima cattura

Un’altra foto storica: la prima immagine di un capodoglio che trascina nelle fauci la carcassa di un calamaro gigante, lungo circa 9 metri.

Calamaro gigante Foto di Tony Wu, Barcroft/Fame Pictures

Calamaro gigante Foto di Tony Wu, Barcroft/Fame Pictures

Scattata nel 2009 nel Pacifico nordoccidentale, al largo delle isole Bonin, appartenenti al Giappone, la foto mostra per la prima volta dal vivo la passione dei cetacei per i giganteschi molluschi. Quasi sicuramente il capodoglio stava riportando verso la superficie un calamaro catturato nella vicina Fossa di Osagawara: per cacciare i molluschi, che di rado si spingono a meno di 300 metri dalla superficie, i cetacei possono restare in immersione anche per un’ora e raggiungere i 1.000 metri di profondità.

Calamaro gigante - Architeuthis Dux

Calamaro gigante – Architeuthis Dux

Giappone, filmato calamaro gigante nelle acque del Pacifico

Foto di copertina – 7 gennaio 2013: Un’equipe del Museo scientifico giapponese in collaborazione con la tv giapponese Nhk e l’americana Discovery Channel è riuscita a filmare il leggendario calamaro gigante dopo circa 100 missioni durante le quali i tre uomini dell’equipaggio hanno trascorso 400 ore nell’angusto sottomarino. La creatura è stata avvistata a 600 metri di profondità nelle acque del Pacifico, a 15 chlilometri dall’isola di Chichi in Giappone, e seguita fino a 900 metri dove poi si è inabbissata. E’ stata stimata una lunghezza di tre metri non considerando braccia né tentacoli e otto metri in totale. Il professor Tsunemi Kubodera, del Museo giapponese, ha spiegato che, per ragioni ignote, al calamaro gigante mancano i due principali tentacoli.

Fino ad ora è stato possibile studiare soltanto 130 esemplari in condizioni non sempre ottimali (e sempre deceduti da diverso tempo), e i dati finora raccolti sono scarsi, ma sappiamo che il calamaro gigante è dotato di un cervello estremamente complesso per un mollusco, di un occhio gigante che supera i 27 centimetri di diametro, e di un sistema di galleggiamento basato su una soluzione di cloruro d’ammonio più leggera dell’acqua, che dona alla carne dell’animale un sapore per molti insopportabile simile alla liquirizia salata salmiakki.
Per il professor Tsunemi Kubodera, ricercatore a capo della spedizione, è stata una scoperta a lungo attesa. “Brillava sotto le nostre luci, ed era così bello” spiega Kubodera. “Ero così eccitato quando l’ho visto di persona, ma ero convinto di poterlo osservare perché abbiamo sondato con rigore tutte le aree in cui è possibile trovarlo basandoci sui dati raccolti in passato”.
Per gli invertebrati massicci è leggenda con gli avvistamenti, riportati dai marinai per secoli, di un’enorme bestia dimorante nell’oceano. La creatura si è pensata essere la genesi della leggenda nordica del Kraken, un mostro marino che si è creduto attaccasse le navi nelle acque al largo Scandinavia negli ultimi millenni.

Ed infine il Film – Molto bello ed interessante

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“


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