Archive for Miti e Leggende

Thule

Thule (o anche, in italiano, Tule) è un’isola divenuta leggendaria citata per la prima volta nei diari di viaggio dell’esploratore greco Pitea (Pytheas), salpato da Marsiglia verso il 330 a.C. per un’esplorazione dell’Atlantico del Nord. Nei suoi resoconti (screditati da Strabone ma oggi considerati attendibili) si parla di Thule come di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione dall’attuale Regno Unito.

Il fascino del racconto di Pitea aveva suggerito già nel II secolo a.C. di inserire l’isola nel quadro di narrazioni fantasiose, come avviene nel romanzo di Antonio Diogene Le incredibili meraviglie al di là di Tule. Nella Geografia di » Read more..

Lyonesse

Lyonesse, Lyoness, o Lyonnesse è un’isola leggendaria scomparsa, che, secondo la tradizione, faceva parte delle isole Scilly (sud-ovest della Cornovaglia). È stata più volte associata con Avalon. La famiglia Trevelyan di Cornovaglia prende il suo stemma da una leggenda locale: “quando Lyonesse fu sommersa dalle acque, solo un uomo di nome Trevelyan riuscì a scappare su un cavallo bianco”. Da quel giorno sullo scudo della famiglia fu rappresentato un cavallo bianco che emerge dalle onde.Secondo le leggende arturiane, a Lyonesse nacque Tristano, figlio di re Meliodas (o Rivalen). Uno dei segni del ritorno di re Artù sarà la ricomparsa dalle acque di Lyonesse.

La poesia epica di Lord Alfred Tennyson, Idylls of the King, dice che a Lyonesse fu combattuta la battaglia finale tra Artù e Mordred.

Un’ipotesi più scientifica e credibile identifica Lyonesse con il » Read more..

Avalon

Avalon è un’isola leggendaria, facente parte del ciclo letterario legato al mito di Re Artù, situata da qualche parte nelle isole britanniche e famosa per le sue belle mele. Secondo alcune teorie, la parola Avalon è una traslitterazione inglese del termine celtico Annwyn, cioè il regno delle fate, o Neverworld. Nella sua Historia Regum Britanniae Goffredo di Monmouth ha dato al nome il significato di Isola delle Mele, cosa molto probabile, visto che in bretone e in cornico il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval. Il concetto di un'”isola dei beati” è presente anche altrove nella mitologia indoeuropea, in particolare nel Tír na nÓg e nelle greche Esperidi (queste ultime famose per le loro mele).

Secondo alcune leggende (cfr. il poeta Robert de Boron), Avalon sarebbe il luogo visitato da Gesù e da Giuseppe d’Arimatea e quello dove, proprio Giuseppe d’Arimatea, dopo aver raccolto il sangue di Cristo in una » Read more..

LEMURIA miti e leggende

LEMURIA miti e leggende 

Lemuria è il nome di un ipotetico continente scomparso, che si suppone si trovasse nell’Oceano Indiano o in quello Pacifico. Le teorie su Lemuria, necessarie per le teorie della biogeografia del XIX secolo, sono divenute obsolete in seguito alla scoperta ed alla comprensione della tettonica a zolle.

Sebbene Lemuria sia scomparsa dal regno della scienza, essa è sopravvissuta grazie agli scrittori dell’occulto. I racconti su Lemuria differiscono in base alle necessità di contestualizzazione degli autori. Quasi tutti condividono, però, » Read more..

L’ISOLA DI MU

Mu è il nome di un ipotetico continente scomparso nell’Oceano Pacifico, descritto dall’angloamericano James Churchward (1852-1936), sulla base di una traduzione – poi rivelatasi completamente errata – del XIX secolo dall’abate fiammingo Charles Étienne Brasseur de Bourbourg da un manoscritto Maya.
Nel 1864 l’abate Charles Étienne Brasseur, detto de Bourbourg, ritenne di essere riuscito a decifrare il cosiddetto Codice Troano (facente parte del codice Tro-Cortesiano o di Madrid), un manoscritto maya, applicando il metodo inventato nel Cinquecento da Diego de Landa, un monaco spagnolo che divenne vescovo dello Yucatan. De Landa, che dal 1562 in poi aveva fatto bruciare i testi maya ritenendoli “superstizioni e menzogne diaboliche”, in un secondo tempo si interessò alla cultura maya e cercò di apprenderne la scrittura. De Landa tuttavia partì dal presupposto errato che la lingua maya fosse scritta con un alfabeto fonetico (come la lingua spagnola e latina a lui note), mentre in realtà era basata su logogrammi. Ricavò dunque una tavola comparativa tra lettere dell’alfabeto latino e caratteri maya del tutto inaffidabile. Tre secoli dopo Charles-Etienne Brasseur (1814-1874) rinvenne nella biblioteca dell’Accademia Storica di Madrid una copia ridotta del monumentale trattato scritto da » Read more..

ATLANTIDE – IL CONTINENETE SOMMERSO

Quello della città di Atlantide é uno dei più celebri miti platonici ; esso si trova all’interno del ” Crizia ” ; tratta di due grandi città che entrarono in conflitto tra loro : Atene , l’attuale capitale della Grecia , e Atlantide , città che per via di cataclismi si inabissò e sparì dalla faccia della Terra e diede il nome al Mar Atlantico . L’Atene descritta da Crizia é un’ Atene fuori dal tempo , quasi mitologica . Gli dei patroni di Atene , spiega Crizia , erano Efesto , il fabbro degli dei , e Atena , la dea della sapienza , che diede il nome alla città . Gli dei pur abitando sulle vette del monte Olimpo , si spartivano le terre tra di loro con un sorteggio effettuato da Giustizia ( la greca Dike ) . Nelle terre che venivano loro assegnate svolgevano sugli uomini le stesse mansioni che i pastori svolgono sulle greggi . Fatto sta che » Read more..

Elfi marini (Dargonesti)

Gli elfi del mare sono cugini degli elfi di Ansalon che vivono sott’acqua, dove sono in grado di mutarsi in delfini: sono una razza molto bella, in quanto assomigliano ai loro parenti terrestri e parlano la stessa lingua, ma sono anche estremamente schivi. Dopo il Cataclisma, essi hanno preso dimora nelle rovine della città di Istar, sprofondata nel Mare di Sangue, e lì vivono salvando i naufraghi che osino avvicinarsi troppo al perenne maelstrom presente al centro dell’oceano. Neanche gli elfi marini, tuttavia, osano avvicinarsi troppo al luogo ove un tempo sorse il Tempio del Gran Sacerdote, poiché la malvagità che grava su quel luogo è tale da spaventare perfino loro.

Si dice che questi Elfi amano giocare tra le onde con i loro amici delfini vicino a riva, o aiutare le navi in difficoltà. Gli elfi del mare possono camminare sulla terra per brevi periodi di tempo, ma si indeboliscno nel giro di pochi giorni. I loro corpi possono riposare in acqua fresca, ma si rivitalizzano solo in mare.
Vengono descritti con pelle di color verde argenteo che può diventare bluastro in rare occasioni. . I loro capelli assumono la tonalità della pelle, aiutandoli a camuffare nel loro ambiente naturale. Hanno fessure branchiali simili a pesci, ma possono respirare l’aria, se necessario

Perchè il mare è salato?

In un tempo lontano il re di Danimarca, ricco, potente e molto amato dal suo popolo, si angustiava per il solo fatto di possedere, fra tanti tesori, due enormi macine magiche ma di non riuscire ad utilizzarle. Le macine erano in grado di produrre qualunque cosa il re avesse potuto desiderare. Erano però talmente pesanti che nessuno nel regno aveva la forza per farle girare.
Un giorno, si recò in visita presso il re di Svezia e questi gli » Read more..

Miti e leggende di mare

Il Segreto delle “Donne Acqua”

In una notte di luna piena, le nuvole decisero di porsi in cerchio attorno a lei perché gli uomini potessero, nella sfera di luce, vedere il segreto dell’Acqua.
Fu così che tutti gli occhi della gente, come calamite, salirono altissimi nel cielo.
Solo loro, come piccole navi, si disposero in » Read more..

L’Olandese Volante

Nelle taverne dei porti, nelle quali la gente di mare, imbarcata sulle navi alla fonda, trascorreva buona parte del tempo libero dai servizi di bordo bevendo birra e rhum, nella seconda metà del XVI secolo, cominciarono a circolare, dapprima sottovoce e poi sempre più apertamente, le vicende di un » Read more..

Idra di Lerna

Nella mitologia greca l’Idra di Lerna o Idra è un mostro con nove teste a forma di serpente, nato da Tifone ed Echidna, come Cerbero, Ortro e la Chimera. Viveva insieme al mostro Carcino.
Aveva nove teste di serpente, di cui la centrale era immortale. Secondo altre versioni tuttavia ne aveva 50 e tutte d’oro. Il corpo era di un drago gigantesco e senza ali. Qualsiasi testa venisse tagliata, subito ne rispuntavano due. Il sangue e il fiato dell’Idra erano veleno mortale.
Il mito narra che l’Idra, che viveva nei pressi di Lerna, fu uccisa da Ercole durante la seconda delle sue fatiche. Non fu un’impresa facile: la trovò l’orrenda belva mentre digeriva il suo pasto nella caverna e le tagliò tutte le teste. Per non cadere preda del suo fiato tremendo Ercole trattenne il respiro. Scoprì però che dal moncherino di ogni testa tagliata ne spuntavano istantaneamente altre due. Ebbe quindi un’illuminazione, e chiese aiuto al nipote Iolao: mentre Ercole tagliava le teste, Iolao dava fuoco al sangue della ferita, cicatrizzandola in modo che le teste non potessero ricrescere. L’ultima testa tuttavia era immortale e non servì nemmeno il suo nuovo stratagemma. Allora seppellì la testa e il corpo sotto un masso enorme.

Ercole bagnò la punta delle frecce nel sangue dell’idra, altamente velenoso, per rendere le ferite inflitte da esse inguaribili. Un’accidentale puntura con una di tali frecce provocò atroci sofferenze a Chirone, centauro amico e insegnante di Ercole, che essendo immortale non poteva morire, che per porre fine al tormento, donò la propria immortalità a Prometeo.

L’isola Ferdinandea

Ogni volta che sento parlare dell’isola Ferdinandea mi viene da ridere. Uno scherzo della natura ben riuscito.
Tutti a darsi un gran daffare per capire di cosa si trattasse e a chi appartenesse. Tutti impegnati a dare il nome e a contendersi l’isolotto per poi rimanere con un pugno di mosche.
Fra Pantelleria e Sciacca nel 1831 spuntò un’isola vulcanica.
I fenomeni eruttivi cominciarono verso la metà di luglio e nel mese di agosto l’isola era ormai abbastanza alta e grande da poter creare interesse.
I primi a mostrare un interesse particolare nei confronti dell’isolotto furono gli inglesi, in quanto si trovava sulla rotta per Malta. La chiamarono isola di Hotham.
Ma neanche gli italiani si mostrarono indifferenti…
Il 17 agosto 1831 Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, con atto sovrano includeva l’isola nel proprio regno e le dava il nome di Ferdinandea.
A settembre, invece, i francesi issarono la loro bandiera sull’isola, chiamandola Giulia poiché apparsa nel mese di luglio.
Non furono gli unici nomi che le vennero appioppati all’isolotto. Ricordiamo anche Sciacca, Nertita e Corrao.
Ma, mentre le varie nazioni cercavano di contendersi l’isola, questa pian pianino si riduceva sempre più.
Il 17 dicembre del 1831 due ufficiali dell’Ufficio topografico di Napoli, andati sull’isola a verificare la situazione, non trovarono nulla, in quanto tutta l’isola era stata coperta dal mare.
Almeno per sei mesi l’isola ha avuto il suo momento di gloria ed è riuscita ad entrare nella leggenda!

POSEIDONE

Poseidone (Nettuno per i Romani) era, nella mitologia ellenica, il dio del mare, della navigazione, delle tempeste e dei terremoti. Era figlio di Crono e di Rea. Aveva per attributi il tridente, regalo dei ciclopi, il toro, il delfino ed il cavallo che avrebbe addomesticato. Nelle sue vaste stalle vi » Read more..