CHIARA VIGO il Bisso,cosa è il Bisso

CHIARA VIGO il Bisso,cosa è il Bisso

CHIARA VIGO il Bisso,cosa è il Bisso

CHIARA VIGO il Bisso,cosa è il Bisso

CHIARA VIGO il Bisso,cosa è il Bisso

Articolo 2 di 3

Con un trittico *Filmati Di Mare* presenta ai propri lettori Chiara Vigo ed il Bisso.

Chiara Vigo è un Maestro di tessitura antica che mantiene vive conoscenze ereditate per trasmissione diretta e familiare, un patrimonio materiale ed immateriale che passa di Maestro in Maestro da molte generazioni.

LO STILE DI VITA DI CHIARA VIGO

Il bisso non si vende e non si compra. Le opere in seta del mare possono solo essere donate o ricevute. Un Maestro di bisso vive di offerte.
Con il primo articolo abbiamo parlato di Chiara Vigo in modo esaustivo. Con il secondo il lettore potrà scoprire il Bisso o saperne di più.

Articolo 1 – Chiara Vigo parla di sé, della sua vita           (Cliccare qui)

Articolo 2 – Con questo articolo scopriamo cosa è il Bisso 

Articolo 3 – Chiara Vigo ed il Museo del Bisso                 (Cliccare qui)

Scopriamo il bisso

Il Bisso ha una storia che si perde nella notte dei tempi. La Bibbia ne parla come tessuto del Re Salomone, della Regina Ecuba, così come pure Aristotele ne racconta… ma Io invece posso dire che ha fatto parte della mia vita e ne farà parte finchè vivrà e terrà fede al giuramento dell’acqua che lo accompagna.: Il passaggio e le consegne delle leggi della Maestria Avvengono attraverso un giuramento che ne vieta l’Utilizzo per arricchimento personale: Il Bisso È e deve rimanere Bene di Tutti come il mare.

Ponente, Levante, Maestro e Grecale
Prendete La mia anima e
Buttatela nel fondale
Che sia la Mia Vita
Per Essere, Pregare e Tessere
Per Ogni Gente
Che da me và e da me viene
Senza Tempo.Senza nome, Senza Colore, Senza Confini,
Senza denaro
In nome del Leone dell’Anima Mia e
Dello Spirito Eterno
Così Sarà.

UNA BELLISSIMA STORIA D’AMORE

Fu la principessa Berenice di Caldea, in esilio a Sant’Antioco per essersi innamorata dell’imperatore romano Tito, a insegnare come si tesse la seta del mare

Prima di chiedere a Chiara Vigo i procedimenti di lavorazione, vediamo quale creatura produce il bisso: PINNA NOBILIS

LA PINNA NOBILIS – LA FIBRA DEL BISSO

Da questo bivalve, il più grande del Mediterraneo, deriva il bioccolo che si trasforma in seta del mare. Vive circa 25 anni e può superare il metro di altezza.

IL TESORO DELLA PINNA NOBILIS

Specie protetta

Nella laguna di Sant’Antioco proliferano a vista d’occhio le gnacchere o Pinne Nobilis sorta di incrocio tra cozze e ostriche alte fino a un metro e mezzo. Nel 1992 sono state dichiarate in via di estinzione. Oggi sono tutelate da una legge europea e una regionale: non solo chi le pesca con qualsiasi mezzo, ma anche chi ne possiede degli esemplari in spiaggia o in barca rischia una multa o l’arresto.

QUI FOTO DELLA PINNA NOBILIS

Il mollusco che le abita un tempo si mangiava fritto come una bistecca. Pesa fino a un chilogrammo e produce piccole perle colorate. Considerato il più grande bivalve del Mediterraneo, torna a farsi vedere in gran quantità nei nostri mari. Lo disturbano i movimenti di barche e yacht, l’acqua non salata al punto giusto, la temperatura troppo bassa o troppo alta e gli inquinanti che le industrie riversano in mare.

La Pinna Nobilis, madreperlacea dentro e ruvida fuori, nasconde una ghiandola setacea stimolata dal continuo movimento delle due valve. Di tanto in tanto sputa una bava formata di cheratina, come i capelli. La quale, però, a contatto con l’acqua, si solidifica e produce un bioccolo color marrone incrostato di conchigliette, alghe, piccoli coralli. In apparenza una sorta di radice: con essa la Pinna Nobilis si ancora al fondale. O piuttosto sembra una barba grezza e incolta, con la quale il mollusco si difende dai polpi. Ma una volta lavorata e sbiondata diventa bisso, splendente come oro, soffice e forte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiara Vigo ci parla della lavorazione del Bisso

Il Bisso è una fibra di origine animale di particolare pregio: Viene prodotta da un grande mollusco Bivalve presente nei fondali del mar mediterraneo: Il suo colore ambrato e scuro si modifica se viene esposto alla luce dove per effetto dei raggi del sole diventa oro. Mentre ai tempi di mia nonna, i pescatori pescavano le pinne e si aveva la possibilità di avere a disposizione grandi quantità di filato di lunghezza apprezzabile, utile a poter eseguire tessuti interamente lavorati per ordito e trama di Bisso: Il Bioccolo di seta, veniva estratto con uno strappo e fatto essiccare all’ombra in modo da poter eseguire una cardatura con cardi di ferro grossi e poter dopo la dissalatura della fibra, filarlo e ritorcelo con l’utilizzo di fusi pesanti e cannocchie dove la fibra veniva avvolta in quantità pari a 300 gr. Per volta per poter ottenere matasse di filato che fossero utili a stendere orditi lunghi fino a 17 mt. di lunghezza che servivano a costituire il letto dei fili che permetteva con trame diverse la Tessitura di teli di orbace utili a creare abiti di pregio inestimabile riservati a Papi e Regine o Capi di Stato.

Naturalmente visto che Io desideravo, cercai di mantenere l’equilibrio tra mare e terra e di mantenere in vita sia la memoria storica del tessuto che Il rispetto per la natura. Dopo aver giurato a mia nonna e al mare che avrei continuato a conservare per tutti questa arte mi sono preoccupata per anni di studiare l’eco-sistema della mia Isola in maniera da scoprire che in particolari periodi dell’anno Il fango dei fondali della Laguna diventa morbido per le particolari condizioni climatiche e quindi è possibile estrarre l’animale senza fargli male ed è anche possibile tagliare la seta e rimettere a dimora l’animale senza danneggiarlo ottenendo in regalo dal mare quanto indispensabile a produrre tessuti di pregio inestimabile destinati al piacere di tutti ma riservati alla sola conservazione storica di questa arte: È stato infatti necessario modificare totalmente la lavorazione e la filatura della fibra.

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ anche ovvio che la lavorazione per la sua complessità e anti-economica ed è quindi impensabile vedere la possibilità di poter usare questo tessuto per un’eventuale commercio sia pure di alto livello. Ma del resto non è mai stato il mio intento, visto che ho preferito seguire le leggi della Maestria che impongono la sola conservazione di questo bene a favore di tutti: Nel Giuramento dell’acqua è chiaramente espressa la volontà di mantenimento di un’arte come bene dell’umanità e non come proprio consumo personale. Si può anche parlare in senso tecnico di cosa è necessario fare per trattare la fibra, ma e ovvio che non si può tradurre in parole un patrimonio gestuale così antico. Vi dirà quindi cercando di essere, chiara quali sono le operazioni alle quali la fibra viene sottoposta, ma chi volesse cimentarsi in tali fatiche,dovrà frequentare per anni, la bottega di un maestro per cogliere gesti e movimenti e poter i imitare.
Si può raggiungere in un anno una raccolta di seta di circa 600 gr. in un banco di pinne di età adulta di circa sette anni.
La seta và dissalata per un periodo di 25 gg.
Avendo cura di cambiare ripetutamente l’acqua dolce fino alla completa dissalatura.La fibra viene posta ad asciugare all’ombra fino a quando è perfettamente asciutta.
Viene immersa in un bagno composto da vari elementi naturali che la rendono elastica e pronta alla lavorazione. Dopo questo trattamento si presenta lucida, e di un bel colore ambrato.

 

 

 

 

 

 

 

La fibra viene fatta asciugare in posto ventilato e ombroso perchè non si disidrati troppo.
Per la cardatura, viene utilizzato un cardo a spilli molto piccolo , utile a separare le fibre dalle eventuali minuscole alghe ancora presenti.
bisso-fuso-e-cardo
Per la filatura è invece indispensabile usare un piccolo fuso con la testa di diametro non superiore a cm3,5 e con una bacchetta non più lunga di 20cm.
La filatura è molto complessa visto che si devono concatenare fibre non più lunghe di 2 o massimo 3cm. Viene eseguita molto velocemente e per torsione con l’uso delle sole mani senza nessun ausilio per tenere la fibra e il risultato è eccellente sia per tenuta che per morbidezza.
La fibra così ottenuta è utile a esecuzioni di particolare pregio e può essere utilizzata in diverse metodologie di lavorazione: La tessitura di tessuti eseguiti con le unghie è ancora in auge nella mia stanza e può essere fruibile dal pubblico: Essa viene eseguita su orditi di lino e la battitura può avvenire solo con l’utilizzo di pettini di canna.
lavorazione del bisso –

Abbiamo avuto il piacere di incontrarci in questo piccolo accesso alla mia vita di maestro di Bisso ma e ovvio che nulla può dare un così piccolo scrivere, per conoscere apprezzare e amare bisogna entrare nel mondo magico della Bottega dove l’arte vive senza la paura di essere venduta e dove l’incontro con chi la ama e la difende diventa… un momento da vivere che non può essere descritto neanche da un maestro.

GLI ACCESSORI PER fAR NASCERE LA SETA DI MARE DAL BISSO

Cardo a spilli, fuso in ginepro, forbici e spoletta

GLI ACCESSORI PER fAR NASCERE LA SETA DI MARE DAL BISSO

GLI ACCESSORI PER fAR NASCERE LA SETA DI MARE DAL BISSO

COME NASCE IL BISSO

Chiara Vigo utilizza solo gli ultimi 5 centimetri dei circa 40 di bioccolo che ciascun esemplare adulto di Pinna Nobilis produce: 300 grammi di fibra grezza una volta cardata (pettinata con un cardo a spilli, così da togliere le impurità) e dissalata, si riduce a 30 grammi di bisso che danno 12 metri di “seta del mare”.

COME NASCE IL BISSO

COME NASCE IL BISSO

Ma il processo di lavorazione è molto lungo: il bioccolo deve rimanere per 25 giorni in acqua dolce, cambiando l’acqua ogni 3 ore, poi si bagna con succo di limone per sbiondarlo, lo si passa in un mix segreto di 15 alghe che lo rende elastico e si ritorce con un fuso di ginepro (la torsione deve essere a S per il ricamo, a Z per la tessitura con le unghie nel lino).

Il bisso marino non si deteriora, non viene attaccato dagli insetti, ha un’ottima capacità di coibentazione ed è più sottile di un capello, ma mille volte più resistente.

LA FIBRA DEL BISSO

Splendente come oro, soffice ma forte, il bisso era conosciuto già nell’antichità per le sue proprietà. Da 300 grammi di fibra grezza se ne ricavano 30 di pura

Tessitura – Tecniche antiche

Una volta filato, il bisso viene passato a mano dentro l’ordito di lino in grandi telai a pedale. Oppure tessuto con le unghie in piccoli telai di legno

Tessitura del Bisso - Tecniche antiche

Tessitura del Bisso – Tecniche antiche

 

I Colori del Bisso

Nei secoli il bisso marino ha sempre rappresentato uno status symbol: di vesti in seta del mare si coprivano sacerdoti e re, e nelle occasioni speciali veniva tinto di rosso.

Il Maestro di bisso Chiara Vigo conosce tutti i segreti della tintura naturale per ogni tipo di tessuto ed è in grado di riprodurre il bisso citato dalla Bibbia: porpora, viola, scarlatto e oro.

Il porpora in particolare ha una lavorazione lunga e difficile: ci vogliono 28 giorni e 2 lune poiché la conchiglia usata per tingere deve rilasciare la bava sul sale e bisogna rispettare i suoi tempi.

Nella stanza del Maestro di bisso si può ammirare ogni tonalità estratta da foglie , radici, cortecce senza uccidere gli animali e senza inquinare.

TINTURE NATURALI

Il Maestro di bisso Chiara Vigo conosce 124 colorazioni che derivano da piante e fiori. Per tingere la seta del mare porpora utilizza delle conchiglie ma senza uccidere gli animali

fonte: www.chiaravigo.it

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“

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