Ernest Hemingway

Ernest Miller Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961) è stato uno scrittore e giornalista statunitense. Fu romanziere, autore di racconti brevi e giornalista.

Soprannominato Papa, fece parte della comunità di espatriati a Parigi durante gli anni venti, conosciuta come “la Generazione perduta“, e da lui stesso così chiamata nel suo libro di memorie Festa mobile. Condusse una vita sociale turbolenta, si sposò quattro volte e gli furono attribuite varie relazioni sentimentali. Raggiunse già in vita una non comune popolarità e fama, che lo elevarono a mito delle nuove generazioni. Hemingway ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per Il vecchio e il mare, e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.

Lo stile letterario di Hemingway, caratterizzato dall’essenzialità e asciuttezza del linguaggio e dall’understatement, ebbe una significativa influenza sullo sviluppo del Romanzo nel XX secolo. I suoi protagonisti sono tipicamente uomini dall’indole stoica, i quali vengono chiamati a mostrare “grazia” in situazioni di disagio. Molte delle sue opere sono considerate pietre miliari della letteratura americana.

Di lui è stato scritto:

« Personaggio affascinante, le sue pagine – profondamente ispirate a uno stile di vita – sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fisica, dallo sprezzo del pericolo ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé. »
 (da Ernest Hemingway, Verdi colline d’Africa)

Nasce il 21 luglio 1899 a Oak Park (sobborgo di Chicago). Secondogenito di Clarence Edmonds, medico naturista di famiglia benestante e di Grace Hall, ex aspirante cantante d’opera lirica, quando aveva appena un anno fu portato in una casa estiva nel Michigan, vicina ad un lago. Poté abituarsi quindi presto all’aria aperta e alla natura. Ancor piccolo amava sentir raccontare storie, soprattutto di animali e gli piaceva dare un nome diverso alle persone che lo circondavano. A quattro anni venne messo in una scuola dell’infanzia e, contemporaneamente, inserito in un circolo naturista diretto dal padre. Fu in questa circostanza che imparò a distinguere animali ed erbe. Inoltre il padre lo conduceva spesso con sé quando andava a visitare nella riserva indiana i suoi pazienti (molti ricordi di questo periodo rientreranno nei suoi racconti) e da qui si rafforzò nel ragazzo l’amore per la natura, per la caccia, la pesca e l’avventura.

Aveva solamente dieci anni quando gli fu regalato il suo primo fucile da caccia che imparò presto ad usare con grande maestria suscitando l’invidia dei compagni, tanto che un giorno, a causa di un bottino di quaglie che stava portando a casa, venne assalito da un gruppetto di ragazzi che lo picchiarono e fu probabilmente questo episodio che gli fece nascere il desiderio di imparare la boxe.

Dopo aver frequentato senza grande entusiasmo la scuola elementare, venne iscritto alla “Municipal High School” ed ebbe la fortuna di incontrare due insegnanti che, avendo notato l’attitudine del ragazzo per la letteratura, lo incoraggiarono a scrivere. Nacquero così i primi racconti e i primi articoli di cronaca, pubblicati sui giornali scolastici Tabula e Trapeze. Nel 1917 ottenne il diploma, ma rifiutò sia di iscriversi all’università, come avrebbe desiderato suo padre, sia di dedicarsi al violoncello come voleva sua madre. Per affermare la sua indipendenza si recò a Kansas City, dove iniziò a lavorare come cronista del quotidiano locale, il “Kansas City Star”, che si distingueva per il linguaggio moderno, rapido e oggettivo, sotto l’insegnamento del vice capocronista Peter Wellington, maestro di objective writing.

In quello stesso anno, il 6 aprile, gli Stati Uniti entrarono nella guerra ed Hemingway, lasciato il lavoro, si presentò come volontario per andare a combattere in Europa con il Corpo di spedizione americano del generale Pershing, come già stavano facendo molti giovani aspiranti scrittori che provenivano dalle università, tra i quali E.E. Cummings, John Dos Passos, William Faulkner e Francis Scott Fitzgerald.

Escluso dai reparti combattenti a causa di un difetto alla vista venne arruolato nei servizi di autoambulanza come autista dell’ARC (American Red Cross, la sezione statunitense della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale) destinati al fronte italiano, e dopo due settimane di addestramento e dieci giorni trascorsi a New York si imbarcò, il 23 maggio 1918, sulla Chicago diretta a Bordeaux, città nella quale sbarcò il 29 maggio.

Il 31 maggio giunse a Parigi ed ebbe modo, girando per la città con l’amico Ted Brumback, di vedere il disastro provocato nei vari quartieri dal cannone tedesco chiamato Parisgeschütz (spesso erroneamente confuso con la Grande Berta). Proseguì in treno per Milano, dove rimase per alcuni giorni prestando opera di soccorso e pattugliamento (in periferia era infatti saltata in aria una fabbrica di munizioni e molte erano state le vittime tra le operaie). In seguito fu inviato a Vicenza con Ted Brumback e Bill Horne, assegnato alla Sezione IV della Croce Rossa Internazionale americana, presso il Lanificio Cazzola a Schio, cittadina ai piedi del Pasubio, nella quale tornò anche nel primo dopoguerra.

Malgrado il 15 giugno si fosse scatenata sul fronte italiano la Battaglia del Solstizio, alla Sezione IV la situazione era tranquilla e per alcune settimane Hemingway alternò il lavoro di soccorso con bagni nel torrente e partite di pallone con gli amici. Iniziò anche a collaborare ad un giornale intitolato Ciao con articoli scritti sotto forma di epistola e conobbe, recandosi in un paese vicino alla Sezione, John Dos Passos.

Il giovane desiderava però assistere alla guerra da vicino e così fece domanda per essere trasferito. Fu mandato sulla riva del basso Piave, nelle vicinanze di Fossalta di Piave, come assistente di trincea. Aveva il compito di distribuire generi di conforto ai soldati, recandosi quotidianamente alle prime linee in bicicletta. Durante la notte tra l’8 e il 9 luglio, nel pieno delle sue mansioni, venne colpito dalle schegge dell’esplosione di una bombarda austriaca pesante Minenwerfer. Cercò di mettere in salvo i feriti ma, mentre stava recandosi al Comando con un ferito in spalla, fu colpito alla gamba destra da proiettili di mitragliatrice che gli penetrarono nel piede e in una rotula.

Il 15 luglio fu finalmente trasportato su un treno-ospedale e il 17 luglio venne consegnato all’Ospedale della Croce Rossa americana a Milano, dove fu operato. All’ospedale, dove rimase tre mesi, si innamorò, ricambiato, di un’infermiera statunitense di origine tedesca, Agnes von Kurowski, che però non manterrà la promessa di sposarlo, perché considerava questa una relazione giovanile, fugace e platonica. Dimesso dall’ospedale e decorato con la Croce al merito di guerra americana e con la Medaglia d’argento al Valor Militare italiana, ritornò al fronte a Bassano del Grappa; smobilitato il 21 gennaio del 1919, fece ritorno a Oak Park, accolto come un eroe.

Dopo il rientro a casa, Hemingway ricominciò a scrivere, ad andare a pesca e a dare conferenze nelle quali raccontava i giorni drammatici trascorsi sul fronte italiano. Durante una delle sue conferenze conobbe Harriet Gridlay Connable, che risiedeva a Toronto con il marito, che lo invitò a trascorrere un po’ di tempo con loro.

Nel 1920 Hemingway andò così a vivere a Toronto presso i Connable e venne introdotto nella redazione di “The Toronto Star” con cui iniziò una collaborazione che durò per molti anni. Cercò anche di farsi pubblicare alcuni racconti, senza però riuscirci fino a quando la madre, che non ammetteva il modo di vivere del figlio, convinse il padre a smettere di mantenerlo.

Il giovane, rimasto così senza casa e senza sostentamento, venne ospitato a Chicago dal fratello di Bill Smith. Lì conobbe Hadley Richardson, una pianista ospite anch’essa degli Smith, che avrebbe sposato l’anno successivo. Dopo aver lavorato per alcuni mesi presso una compagnia di pneumatici nel settore pubblicitario, venne assunto dal mensile “The Cooperative Commonwealth” con uno stipendio di 40 dollari la settimana. A Chicago conobbe Sherwood Anderson, che lo stimolò a cimentarsi nella narrativa, mentre il giornalismo diventò una rapida fonte di successo.

Nel marzo del 1921, Hemingway si recò a St. Louis per incontrare Hadley, con la quale in quei mesi aveva tenuto una fitta corrispondenza. Il 3 settembre i due si sposarono. In dicembre venne mandato dal “Toronto Star” in Europa come corrispondente e inviato speciale. Con la moglie partì quindi per il suo reportage, soggiornando in Spagna, Svizzera e Francia, da dove inviava al “Toronto” i suoi articoli. Nell’autunno, su suggerimento di Sherwood Anderson che gli fornì alcune lettere di raccomandazione per la scrittrice americana espatriata Gertrude Stein affinché presentasse il giovane a James Joyce e a Ezra Pound, decise di trasferirsi a Parigi.

Hemingway iniziò così a Parigi la sua carriera letteraria, stimolata anche dall’incontro con Gertrude Stein, che gli fornì una reading list, un elenco dei libri che il giovane Ernest avrebbe dovuto leggere per mettersi al passo con le avanguardie letterarie dell’epoca, in particolar modo con il modernismo. Un altro incontro fondamentale a Parigi, nell’ambiente degli espatriati americani e della “generazione perduta”, fu quello con il poeta Ezra Pound, che il giovane Ernest considerò subito un maestro e grazie al quale cominciò a pubblicare alcune poesie e racconti su riviste letterarie.

Nel 1922 Hemingway continuò la collaborazione con il “Toronto Star”, scrivendo articoli che verranno in seguito raccolti in diverse antologie e nell’aprile dello stesso anno il giornale lo mandò a Genova come inviato alla “Conferenza Internazionale Economica”, la quale terminò con l’accordo concluso a Rapallo. In giugno tornò in Italia con la moglie, passando a piedi il Colle del Gran San Bernardo. Trascorsero la notte all’Ospizio del Colle ed Hemingway lasciò la sua firma nel registro dei visitatori. Da Aosta, in treno arrivò a Milano, andando poi a Schio e a Fossalta di Piave. A Milano si recò ad intervistare Mussolini presso la sede della rivista “Il Popolo d’Italia”, della quale egli era direttore. Rientrato a Parigi inviò a Harriet Monroe a Chicago qualche poesia per Poetry: a Magazine of Verse e scrisse sei miniature che intitolerà Paris 1922. Nello stesso mese apparvero sulla rivista “Double-Dealer” di New Orleans una sua poesia e un racconto di William Faulkner.

Il “Toronto Star” lo incaricò, proprio in quel periodo, di andare a Costantinopoli come inviato, per seguire la guerra tra la Grecia e la Turchia: in agosto i Turchi avevano cercato di respingere i Greci dall’Anatolia con un’offensiva e avevano occupato e dato alle fiamme il porto di Smirne. Malgrado il parere contrario della moglie, il giovane Hemingway partì e a Costantinopoli conobbe il colonnello Charles Sweeny, un soldato di ventura con il quale strinse una sincera amicizia che servì d’ispirazione per uno dei suoi personaggi.

Il 21 ottobre, dopo aver assistito all’evacuazione dei cristiani dalla Tracia (che ispirerà la ritirata di Addio alle armi), ritornò in treno a Parigi, colpito dalla malaria e tormentato dalle cimici. Ricevette per il servizio 400 dollari che gli permisero di scrivere con una certa tranquillità.

Scrisse in questo periodo il racconto My Old Man e alcune satire su personaggi che gli erano sgraditi come Ernest Walsh e il romanziere inglese Ford Madox Ford; il 20 novembre era a Losanna come inviato del “Toronto Star” dove si teneva la Conferenza della Pace per sistemare la disputa dei territori tra Grecia e Turchia e incontrò molti corrispondenti conosciuti a Genova.

Nel 1923 Hemingway e la moglie, che era in attesa di un bambino, fecero un altro viaggio in Italia: a Rapallo, a Pisa, a Sirmione e a Cortina d’Ampezzo, dove rimasero fino alla tarda primavera. A Rapallo, dove erano andati su invito di Pound che lì risiedeva, Hemingway ebbe modo di incontrare il proprietario delle “Contact Editions”, Robert McAlmon, e iniziò a scrivere il racconto Cat in the Rain. Nel frattempo inviò a Jane Heap, la condirettrice di “The Little Review”, le sei miniature che aveva composto l’anno precedente con il titolo Paris 1922. Nel marzo, il giornale lo trasferì nella Ruhr come inviato per il conflitto tra la Francia e la Germania, e quando in aprile ritornò a Cortina, dove aveva lasciato la moglie all’Hotel Bellevue, scrisse, provando una nuova tecnica narrativa, il racconto autobiografico Out of Season (Fuori stagione).

Nell’estate del 1923 gli Hemingway, insieme ad un gruppo di amici, tra i quali William Bird della “Three mountains Press” e Robert McAlmon delle “Contact Editions” si recarono in Spagna e a Siviglia e lo scrittore assistette alla prima sua corrida importante, partecipò agli encierros (gli spostamenti a piedi dei tori da combattimento) e alle novilladas (le corride per principianti), e conobbe toreri celebri. Al ritorno a Parigi, McAlmon gli offrì di pubblicare un volume di racconti nelle sue “Contact Editions”. Hemingway gli inviò allora i tre racconti, Up in Michigan, My Old Main e Out of Season ai quali aggiunse qualche poesia.

Su consiglio di Gertrude Stein si recò nell’estate del 1924 a Pamplona per la festa di San Firmino e fu in quel luogo, a contatto con i matador del momento, Nicanor Villalta e Manuel García, detto Maera, che trasse molte delle idee che sviluppò per tutta la vita e che gli ispirarono il romanzo Fiesta (allora intitolato Il sole sorgerà ancora), salutato dalla critica e dal pubblico con clamore. Ritornato a Parigi scrisse altre miniature ispirate alle sue vicende di guerra in Italia e a quelle sulle corride e i toreri.

Il 5 agosto gli furono inviate le bozze di Three Stories and Ten Poems della “Contact Edition”, pubblicate l’anno stesso, anche se pochi si accorsero di queste pubblicazioni tranne il recensore del mensile “The Diable” che criticò Up in Michigan e paragona My Old Man a certe storie di cavalli scritte da Anderson, ignorando le poesie. Il 15 agosto gli Hemingway si recarono a Toronto, e il 10 ottobre nacque il primo figlio, John Hadley Nicanor, che il padre chiamerà in seguito Bumby. A Natale furono infine pubblicate le copie di In our time (scritto con le lettere minuscole) della “Three Mountains Press”.

Il 1º gennaio del 1924 Hemingway diede le dimissioni dal “Toronto Star” e il 19 ritornò a Parigi. Stabilitosi in Rue Notre Dame des Champs 113, Hemingway iniziò a frequentare i caffè letterari di Ford Madox Ford che aveva fondato la rivista “Transatlantic review”; presto diventò scout della rivista stessa che in aprile pubblicò il racconto, dal titolo Indian Camp, scritto al ritorno da Toronto.

Durante l’anno approfondì l’amicizia con lo scrittore umoristico Donald Ogden Stewart, iniziò a frequentare più assiduamente Dos Passos e iniziò a scrivere il lungo racconto Big Two-Hearted River con protagonista Nick Adams, già apparso in Indian Camp, contenente le linee fondamentali della sua poetica. Finì nel frattempo i racconti The Doctor and the Doctor’s Wife, Soldiers Home, The End of Something, The Three-Day Blow, Cat in the Rain, Cross-Country Snow che costituiranno, insieme ai racconti di Three Stories and Ten Poems e a quelli di our time, il contenuto del volume “In Our Time”, accettato e pubblicato nel 1925 dall’editore Horace Liveright.

Nel frattempo Hemingway aveva scritto il racconto The Undefeated, respinto dalla rivista “The Diable” perché considerato troppo forte. Firmò però un contratto con Liveright e conobbe l’editor di Scribner, Maxwell Perkins, grazie alla raccomandazione di Francis Scott Fitzgerald che era in quel momento all’apice della sua carriera. A maggio conobbe di persona Fitzgerald e i due diventeranno amici, anche se Hemingway non riuscirà a nascondere la sua antipatia per Zelda, moglie di Fitzgerald.

In giugno iniziò a scrivere il romanzo Along whith youth: a Novel, mai terminato, ma il cui titolo servì a Peter Griffin per la biografia dello scrittore pubblicata nel 1985. In luglio Hemingway organizzò un viaggio per la Fiesta di Pamplona dove si recò, oltre che con la moglie Hadley, con gli amici Donald Ogden Stewart e Harold Loeb. Terminata la festa di San Firmino si recò con la sola Hadley a Madrid dove, durante una corrida, Cayetano Ordonez dedicò ad Hadley un orecchio del toro e in un’altra corrida le regalò la sua cappa.

Lo scrittore prese poi spunto da questi episodi per delineare la figura di un personaggio di un romanzo che aveva pensato dapprima di intitolare Fiesta, titolo poi scartato insieme ad altri perché straniero. Ritornato a Parigi terminò il romanzo concludendolo con la data 21 settembre 1925 e intitolandolo The Sun Also Rises. Conobbe e frequentò in questo periodo l’ambiente dei miliardari Gerard e Sarah Murphy, che saranno i modelli di Fitzgerald in Tender is the Night (Tenera è la notte) e che vivevano gran parte dell’anno a Cap d’Antibes ospitando persone illustri.

Per liberarsi dal vincolo del contratto dell’editore Liveright, che non gli permetteva di passare all’editore Scribner, Hemingway compì un gesto piuttosto opportunistico che indignò quasi tutti i suoi amici: scrisse The Torrent of Spring con l’intenzione di farne una parodia dei modi affettati che Sherwood Anderson usava nel suo ultimo romanzo Dark Laughter. In questo modo, Liveright non avrebbe potuto pubblicarlo e lo scrittore sarebbe stato libero di passare all’altro editore. L’unica a difenderlo sarà Pauline Pfeiffer, una redattrice di moda di Vogue, che da quel momento diventerà una presenza costante nel matrimonio di Ernest e Hadley e due anni dopo diventerà la sua seconda moglie.

Nel febbraio del 1926, liberatosi dall’editore Liviright, lo scrittore si recò da solo a New York dove avvenne l’incontro con Scribner che gli assicurò la pubblicazione di The Torrents of Spring e di The Sun Also Rises non ancora terminati. La promessa verrà mantenuta e nello stesso anno saranno pubblicati i suoi primi due romanzi.

Con la pubblicazione dei due romanzi, soprattutto con The Sun Also Rises, Fiesta (Il sole sorgerà ancora), pubblicato in quell’anno, la fama di Hemingway crebbe ma il suo matrimonio, già profondamente in crisi per la presenza di Pauline, si ruppe definitivamente.

Nel 1927 egli sposò in seconde nozze e con rito cattolico la Pfeiffer e andò a vivere a Key West, nell’arcipelago delle Keys in Florida, dove iniziò a scrivere A Farewell to Arms (Addio alle armi). In ottobre venne pubblicato Men without Women (Uomini senza donne) recensito da Virginia Woolf. Nel giugno del 1928 nacque il secondo figlio, Patrick, ma il 6 dicembre il padre si suicidò lasciando profondamente sconvolto lo scrittore.

Nel 1930 lo scrittore ritornò a Parigi e durante l’anno scrisse una prefazione alle memorie di Kiki de Montparnasse, si recò a fare un viaggio alle isole Marquesas e Tortuga, organizzò un safari in Africa e iniziò a bere troppo conducendo una vita molto sregolata che gli procurò alcuni incidenti: si ferì al viso e in seguito ad un incidente d’auto si fratturò il braccio destro. Nello stesso anno venne rappresentata la riduzione teatrale di A Farewell to Arms (Addio alle Armi) che però rimase in scena solamente per tre settimane ed uscì la riduzione cinematografica che invece ebbe un ottimo successo di pubblico e gli rese un eccellente guadagno.

Nel 1931, ritornato a Key West, Hemingway apprese che Pauline era nuovamente incinta. Insofferente però alla vita familiare e sempre bisognoso di nuove avventure si recò a Madrid da solo e partecipò alla sua settima edizione della Fiera di San Firmin a Pamplona. Egli, in questo periodo, ebbe una lunga relazione con Jane Mason, moglie di un funzionario della Pan American che terminerà con un tentato suicidio della donna. A novembre lo scrittore ritornò a Kansas City per la nascita del figlio che fu chiamato Gregory Hancock. Il 19 dicembre la famiglia rientrò nella nuova casa di Key West dove Hemingway terminò di scrivere Death in the Afternoon (Morte nel pomeriggio) che venne pubblicato nel 1932 ottenendo scarso successo e, nello stesso anno, Hemingway riprese a scrivere racconti e a organizzarli per la pubblicazione di una seconda raccolta.

Sempre attratto dall’avventura, lo scrittore compì, sempre in quell’anno, anche una spedizione di pesca a L’Avana con Joe Russell, proprietario dello Sloppy Joe’s Bar che egli frequentava, scoprendo la pesca dei marlin. Scrisse il terzo racconto di Nick Adams, A Way You’ll Never Be ambientato nell’Italia del 1918 mentre continua il flirt con Jane che gli ispirerà il ritratto della protagonista del racconto The Short Happy Life of Francis Macomber.

Nel 1933 lo scrittore si recò a New York dove conobbe Thomas Wolfe e incontrò Arnold Gingrich il fondatore della rivista Esquire che diventerà il marito di Jane Mason. Ritornò a Key West e durante la primavera la rivista Scribner’s Magazine accettò tre suoi racconti (Clean, Well-Lighted Place, Homage to Switzerland) oltre che il noto Give us a Prescription, Doctor, più tardi intitolato The Gambler, the Nun and the Radio, che prendeva ispirazione dall’esperienza trascorsa nell’ospedale di Billing.

Venne pubblicata, sempre in quell’anno, la sua terza raccolta intitolata Chi vince non prende nulla ed Hemingway iniziò a scrivere il racconto che farà parte in seguito di To Have and Have Not e decise il titolo per la nuova raccolta di racconti, Winner Take Nothing, e che verranno pubblicati l’anno stesso. Non rinunciò comunque ai suoi viaggi e in aprile si recò in crociera a Cuba sulla barca di Joe Russell rimanendovi per due mesi. In agosto andò con Pauline all’Avana dove assistette alla rivoluzione del 12 agosto che ebbe come risultato la deposizione del dittatore cubano Gerardo Machado e l’elezione di Carlos Manuel de Cespedes. Dopo essere ritornato a Parigi e aver letto con dispiacere le recensioni negative sulla sua raccolta Winner Take Nothing, ripartirà ancora, insieme a Pauline e Charles Thompson, per Mombasa e Nairobi dove iniziò il safari con Philip Percival.

Nel 1934 comprò, con i soldi che Arnold Gingrich gli aveva dato come anticipo sui suoi futuri articoli per l’Esquire, la sua famosa barca d’altura che chiamò Pilar e fece ritorno a Key West dove deciderà, in quell’anno, di scrivere la storia del suo safari. Il 18 luglio Hemingway inaugurò la Pilar e andò a Cuba e, lasciatala poi all’Avana, ritornò a casa dove terminò di scrivere il libro sul safari che intitolerà The Green Hills of Africa (Verdi colline d’Africa). Nel 1935 Hemingway trascorse molto tempo a pescare con la sua nuova barca a Bimini dove ebbe un pauroso incidente. Verdi colline d’Africa uscirà solamente in agosto e verrà accolto con indifferenza. Portò a termine il secondo racconto di To Have and Have Not con il titolo The Tradesman’s Return.

Nel 1936 scrisse i racconti The Capital of The World e The Short Happy life of Francis Macomber e terminò Le nevi del Chilimangiaro (The Snows of Kilimanjaro) oltre al terzo racconto di To Have and Have Not. In Spagna era intanto scoppiata la guerra civile e la North American Newspaper Alliance (NANA) lo contatta perché invii servizi dalla Spagna sui suoi sessanta giornali, offerta che egli accettò nel 1937 riprendendo così, dopo molti anni, l’attività giornalistica. In questo periodo lavorò intensamente ad un documentario propagandistico antifascista dal titolo Spain in Flames e a febbraio, con il poeta Arcibald McLeish, la commediografa Lillian Hellman e l’amico John Dos Passos, fondò una società per raccogliere i fondi per un secondo documentario sulla Spagna che avrà il titolo The Spanish Earth (Terra di Spagna).

Il 16 marzo, dopo aver ottenuto i permessi per la Spagna, Hemingway partì in aereo per Barcellona intenzionato ad arrivare più a sud e, arrivato a Valencia, volle andare subito a vedere i luoghi della vittoria lealista. In seguito si spostò a Madrid dove iniziò la sua attività di inviato speciale e dove lo raggiunse Martha Gellhorn, la giovane e ambiziosa scrittrice che aveva incontrato allo “Sloppy Joe’s Bar” e che sposerà nel 1940 dopo il divorzio da Pauline. Ad aprile iniziò la vera preparazione del film-documentario Terra di Spagna, che verrà presentato il 4 giugno a New York durante una riunione organizzata dalla League of American Writers, dopo che John Dos Passos, Arcibal MacLeish e Lilliam Hellman ebbero costituito la Contemporany Historian Inc. per fare in modo che il famoso regista Joris Ivens e il cameraman John Ferno partecipassero.

Lo scrittore, che era ritornato il 9 maggio dalla Spagna, tenne in questa occasione una conferenza con il Segretario del Partito Comunista e Joris Ivens alla Carnegie Hall dove venne registrata la famosa frase:

« Il fascismo è una menzogna detta da prepotenti … »

L’8 luglio il documentario fu proiettato alla Casa Bianca, dove Hemingway era stato invitato dal presidente Roosevelt, e il 10 luglio in California. Durante la serata, che si tenne a casa di Frederic March, presente Dorothy Parker e Francis Scott Fitzgerald, lo scrittore raccolse fondi per inviare ambulanze in Spagna. Ritornato in Spagna con Martha si recherà in prima linea conducendo con lei una vita molto dura spostandosi continuamente sui luoghi di battaglia e di bombardamenti. Dopo un mese al fronte Hemingway si trasferì a Madrid all’Hotel Florida con Martha ormai ufficialmente al suo fianco. Il 15 ottobre 1937 uscì To Have and Have Not (Avere e non avere), che diventò subito un best seller, e nel frattempo scrisse una commedia che si ispirava a Martha, The Fifth Column (La quinta colonna).

Prima di Natale, mentre Martha ed Ernest si avviavano verso Barcellona, vennero a conoscenza di un’avanzata lealista e ritornarono sui luoghi dove si combatteva e da lì ritornarono a Parigi dove Hemingway trovò Pauline che si era recata nella città nel tentativo di salvare il loro matrimonio. Hemingway, che intanto iniziava ad accusare seri disturbi di fegato e a bere in modo eccessivo malgrado il parere contrario del medico, si decise a ritornare nel 1938 con Pauline a New York e in seguito a Key West dove rimase fino alla fine di marzo, anche se la presenza della moglie lo esasperava sempre di più.

Con il ritorno a New York era finito il secondo viaggio in Spagna di Hemingway, ma il fascino di quella terra era per lui troppo forte tanto che lo scrittore, il 19 marzo 1938, avendo ottenuto un altro contratto con la NANA, si imbarcò ancora per la Spagna verso i luoghi di battaglia e vi rimase fino alla metà di maggio per poi ritornare a Parigi e a New York.

Scrisse in questo periodo articoli per la rivista di sinistra Ken fondata dallo stesso editore di Esquire, sul quale l’11 agosto del 1938 scriveva del timore di una nuova guerra europea. Usciva intanto a New York la rappresentazione di The Fifth Column con l’adattamento di Benjamin Glaser. Ritornato a Parigi si rimise con Martha Gellhorn e iniziò a scrivere il romanzo sulla Spagna mentre usciva il volume di racconti con recensioni non sempre favorevoli ma che gli fruttò solo nelle due prime settimane seimila copie.

Nel febbraio del 1939 lo scrittore si recò a Cuba dove rimase un mese lavorando al romanzo For Whom the Bell Tolls (Per chi suona la campana). Al ritorno a Key West gli venne proposta la riduzione cinematografica di The Short Happy Life of Francis Macomber. Hemingway, intanto ritornato all’Avana, fu raggiunto da Martha Gellhorn che lo convinse ad affittare una tenuta in rovina, chiamata “Finca Vigìa”. Sempre con Martha, si recò nell’Idaho, a Sun Valley, un vecchio villaggio vicino alla città mineraria di Ketchum, dove trascorreva gran parte del tempo cacciando selvaggina.

Il 1940 fu l’anno dedicato alla stesura del romanzo Per chi suona la campana che venne pubblicato in luglio a New York con una vendita immediata di centomila copie. Nello stesso anno fu realizzata la riduzione cinematografica del libro e in novembre, dopo aver avuto conferma del divorzio ottenuto da Pauline, sposò Martha, accompagnandola poco tempo dopo in Cina come inviata della rivista “Collier’s” .

Era intanto scoppiata la seconda guerra mondiale e i tedeschi avevano invaso la Danimarca, i Paesi Bassi e la Francia, mentre Dunkerque era stata evacuata e in Messico era stato ucciso Trotzkij.

Il 27 gennaio del 1941 lo scrittore si recò a Los Angeles per prendere accordi sul film tratto dal suo romanzo For Whom the Bell Tolls e incontrò Gary Cooper e Ingrid Bergman. Ritornato ad Hong Kong, dove rimase un mese (di questo periodo è l’intervista fatta a Chiang Kai-shek), continuò il viaggio in Birmania dove gli arrivò la notizia che For Whom the Bell Tolls era stato candidato al Premio Pulitzer (che però quell’anno non verrà assegnato).

Mentre Martha fu inviata a Giacarta, Hemingway dovette ritornare a Honk Kong, ma alla fine di maggio era di nuovo alla “Finca Vigia” (la casa che aveva comprato come regalo di nozze per Martha con i primi guadagni del romanzo) a San Francisco de Paula vicino all’Avana dove iniziarono i problemi con le tasse.[5] Nel 1942 lo scrittore si recò in vacanza a Città del Messico ospite di Nathan Davis che lo convinse ad iniziare un’attività di controspionaggio a L’Avana per impedire da parte della Quinta Colonna nazista di infiltrarsi a Cuba. Ottenuta l’autorizzazione dall’Ambasciata americana, l’ambasciatore Spruille Brade, dopo averne discusso con il Primo Ministro, autorizzò Hemingway a realizzare l’organizzazione che venne chiamata con il codice “Crime Shop”, poco dopo sostituita dallo stesso Hemingway con “Crook Factory”.

Dopo aver ottenuto il permesso dell’ambasciatore Hemingway predispose la sua imbarcazione, la “Pilar”, a fare da nave civetta camuffandola come se si trattasse di una nave interessata a fare ricerche scientifiche per il Museo Americano di Storia Naturale. La moglie Martha, contraria all’operazione e infastidita dall’atteggiamento narcisistico del marito che aveva iniziato a farsi chiamare “Papa” e soprattutto a bere troppo, accettò nel frattempo l’incarico, affidatole dalla rivista “Collier’s”, di partire come inviata speciale per il Mare dei Caraibi. Hemingway visse questa avventura, che gli ispirerà Island in the Stream, con grande entusiasmo, ma in seguito all’indagine sui metodi della “Crook Factory” condotta da sedici agenti dell’FBI venuti all’Avana, l’organizzazione fu sospesa. Il 10 luglio intanto si tenne a New York la prima di For Whom the Bell Tolls, e il romanzo raggiunse le settecentottantacinquemila copie solamente in America.

Malgrado Martha insistesse perché tornasse in Europa, Hemingway rimase all’Avana fino al 1944, quando finalmente si decise a ritornare a New York. Alla vigilia dello sbarco in Normandia si recò a Londra come inviato speciale del Collier’s e lì conobbe Mary Welsh, inviata di Time e Life, e iniziò a corteggiarla. In questo periodo conobbe anche il fotografo Robert Capa con il quale strinse subito una grande amicizia e il 25 maggio, dopo solamente una settimana dal suo arrivo a Londra, ritornando da una festa data da Capa a tarda notte, ebbe un terribile incidente d’auto e, con diagnosi di commozione cerebrale, venne ricoverato al St. George’s Hospital. Dimesso il 29 maggio, senza tener conto delle indicazioni dei medici ricominciò a bere, e il 2 giugno, invece di rimanere a riposo come gli era stato prescritto, si recò, insieme ad altri corrispondenti di guerra, su un aereo per andare ad attendere l’invasione del D-Day e da quel momento, per sette mesi, partecipò alla guerra in Europa.

Il 26 luglio conobbe colui che diventerà il suo eroe militare, il colonnello, in seguito promosso generale, Charles Trueman Lanham, comandante del 22º Reggimento di fanteria della 4ª Divisione, e lo seguì come corrispondente presso il suo reggimento. Lasciata in agosto la Quarta Divisione, lo scrittore si spostò a Rambouillet, sulla strada di Parigi, per unirsi ad un gruppo di partigiani francesi prendendone il comando, e il 24 agosto entrò a Parigi prima del generale Leclerc. Avvenne quella che egli chiamò la liberazione dell’Hotel Ritz.

Il 4 ottobre venne sottoposto ad un’inchiesta a Nancy con l’accusa di aver violato la Convenzione di Ginevra per essersi tolto, quando si trovava a Rambouillet, le mostrine di corrispondente e aver preso il comando dei partigiani francesi. Il 15 novembre, dopo essere stato assolto, raggiunse il colonnello Lanham nella foresta di Hurtgen e rimase con il battaglione per tutti i diciotto giorni della Battaglia della Foresta di Hurtgen sferrata dai tedeschi nella quale morirono 2.678 americani. Ritornato a Parigi in settembre per un breve periodo, lo scrittore incontrò Martha che gli aveva chiesto il divorzio ed ebbe la visita di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Ricevuta la notizia che il colonnello Lanham aveva subito un attacco nel Lussemburgo, lo raggiunse e rientrò nella città solamente nel gennaio del 1945, anno molto difficile per lo scrittore che, oltre a soffrire di forti emicranie, contrasse due polmoniti, ebbe un nuovo gravissimo incidente di macchina, concluse il divorzio con Martha e fu molto in pena per il figlio John ferito e catturato dai tedeschi.

Hemingway trascorse il 1946, anno in cui sposò Mary, in condizioni più favorevoli di salute che gli permisero di dedicarsi alla stesura del nuovo libro The Garden of Eden (Il giardino dell’Eden).

Nel 1947 ricevette all’ambasciata americana dell’Avana la Bronze Star per i servizi prestati come corrispondente di guerra in Francia e Germania e nel 1948 si recò con la moglie in Italia, dove rimase fino all’aprile del 1949, portando con sé la sua fama di machismo, e proprio quando la sua celebrità di scrittore era arrivata al massimo. Fra i suoi soggiorni italiani egli risiederà, per alcuni periodi del 1952, anche nella località campana di Acciaroli, sulla costa del Cilento. In questo periodo, a più riprese e fino al 1954, soggiornò frequentemente in Veneto, soprattutto fra Venezia (era un assiduo frequentatore dell’Harry’s Bar e del Gritti), l’isola di Torcello, Cortina e la laguna di Caorle, dove andava spesso a caccia, ospite di famiglie aristocratiche della zona. Fu in tale periodo che scrisse il romanzo Across the River and into the Trees (Di là dal fiume e tra gli alberi) ambientato proprio nei luoghi veneti conosciuti dall’autore. Il romanzo, pubblicato nel 1950, fu accolto freddamente dalla critica e non ottenne un grande successo, ma rappresentò comunque il ritorno di Hemingway al romanzo dopo dieci anni.

Proprio per gli aperti riferimenti a luoghi e persone realmente conosciuti all’epoca (si era innamorato anche della giovane nobildonna veneta Adriana Ivancich, facilmente riconoscibile in un personaggio del romanzo), Hemingway vietò la pubblicazione in Italia di Di là dal fiume e tra gli alberi per almeno due anni. Ciò non impedì che la relazione di Hemingway con la giovane italiana suscitasse un certo scandalo, almeno in Italia. Di fatto poi il romanzo sarà pubblicato in Italia solo nel 1965.

Tornato a Cuba si dedicò alla pesca sulla sua “Pilar” e scrisse The Old Man and the Sea che terminò il 17 febbraio del 1952, e il romanzo rimasto incompiuto che verrà pubblicato postumo con il titolo Isole nella corrente.

Hemingway nel frattempo aveva organizzato un safari spinto dal suo solito desiderio di avventura, ma anche perché voleva raggiungere in Africa il figlio Patrick che si trovava in Kenia con la moglie. Dopo aver accettato un contratto con la rivista Look per la pubblicazione di una serie di articoli sul safari che avrebbe fatto, Hemingway volle ritornare a Pamplona per la Festa di San Firmino.

Il 21 gennaio 1954 partì con Mary dall’aeroporto di Nairobi, ma la “sfortuna” lo stava perseguitando. Il pilota dell’aereo sul quale viaggiava, per evitare uno stormo di ibis, colpì un filo del telegrafo e, con l’elica e la fusoliera danneggiata, tentò un atterraggio di fortuna in Uganda dove, con una spalla rotta, Hemingway e la moglie furono costretti a trascorrere la notte all’aperto e al freddo. Il mattino, avvistati da una grande barca e fatti salire a bordo, furono trasportati a Butiaba dove Reggie Cartwright si offrì di portarli fino a Entebbe col suo piccolo aereo, ma l’aereo prese fuoco e lo scrittore, nel tentativo di sfondare un portello con la testa, subì danni fisici molto gravi dai quali non si riprese mai più.

Condotto a Nairobi, dove ricevette le prime cure, si sforzò di scrivere il primo articolo per Look e accettò di essere condotto da Roy Marsh sul suo aereo all’accampamento di Shimoni sulla costa del Kenia, come era stato precedentemente programmato, ma allo scoppio di un incendio nel vicino accampamento egli, che era accorso per aiutare, venne avvolto dalle fiamme uscendone fortemente ustionato.

Solo alla fine di marzo, dimagrito di dieci chili, poté raggiungere Venezia dove il Conte Federico Kechler lo raggiunse e lo accompagnò in varie cliniche per esami radiografici e visite più complete. Malgrado la salute così precaria lo scrittore aveva il desiderio di rivedere la Spagna e così, accompagnato in macchina da Aaron Edward Hotchner, che dalle conversazioni registrate lungo il viaggio trarrà Papa Hemingway pubblicato nel 1966, si recò a Madrid.

A Madrid si fece curare da un medico, per poi ripartire alla volta di Genova dove, imbarcatosi per l’Avana, giunse alla Finca e fu assistito con cure intensive dal suo medico, José Luis Herrera. Durante l’estate riuscì solamente a scrivere alcune lettere e a ricevere qualche visita come quella di Ava Gardner e Luis Miguel Dominguin che aveva conosciuto a Madrid quando era andato ad assistere ad una sua corrida.

Il 28 ottobre del 1954 ricevette per telefono la notizia che gli era stato assegnato il premio Nobel, ma non fu in grado di viaggiare fino a Stoccolma e il premio venne ritirato dall’ambasciatore Jon Cabot. Si dice anche che alla consegna del premio lo scrittore americano abbia risposto al messo “Troppo tardi”.

Durante i primi mesi del 1955 Hemingway, con il corpo martoriato, ricevette stancamente i visitatori che venivano numerosi a trovarlo e cercò di collaborare con Leland Hayward e Peter Viertel giunti alla Finca il primo di giugno per riprendere la lavorazione del film The Old Man and the Sea . A luglio andò a trovarlo anche Aaron Edward Hotchner con il quale discusse il programma per la riduzione teatrale di alcuni suoi racconti e in agosto accolse la troupe cinematografica che era arrivata sul luogo per girare le scene della pesca.

Il 17 settembre redasse il suo testamento con il quale nominò la moglie Mary erede ed esecutrice testamentaria, a patto che provvedesse ai figli e solamente a novembre riuscì, a fatica, a recarsi all’Avana per ricevere l’onorificenza dell’Ordine di San Cristobal ma, ammalatosi di nefrite e di epatite, fu costretto a letto fino al 9 gennaio. Ripresosi in parte, durante il 1956 tentò di scrivere qualche racconto che però rimase incompiuto e, malgrado tutti lo dissuadessero, volle recarsi a Madrid per assistere alle corride di Antonio Ordonez. Beveva sempre di più e la pressione era sempre troppo alta, ma non volle rassegnarsi al suo stato fisico così deteriorato e, sfidando il medico, combinò un safari in Africa che non gli fu possibile effettuare, poiché proprio quell’anno Nasser chiuse il canale di Suez.

Si recò comunque in Spagna per una caccia alle pernici e a novembre a Parigi. All’Hotel Ritz gli vennero dati due bauli rimasti in magazzino dal 1928 che contenevano manoscritti e dattiloscritti di quegli anni che diventeranno in seguito Festa mobile.

Durante il 1957 Hemingway iniziò a soffrire di forte depressione che gli impedì di portare a termine l’articolo su Fitzgerald per la rivista Atlantic Monthly. In tutto l’anno scrisse un solo racconto: A Man of the World. Lo scrittore si muoveva raramente da casa se non per recarsi a New York ad un incontro di boxe di Sugar Ray Robinson, ma la città lo deluse perché troppo caotica e rumorosa e a Bernard Berenson scrisse anche che Cuba non possedeva più alcun fascino a causa dei grattacieli che affollavano le spiagge.

Nella primavera del 1958 riprese a scrivere con una certa regolarità alcuni capitoli sulla vita trascorsa a Parigi con Hadley tra il 1921 e il 1926, ma iniziò ad avere strani sintomi di mania di persecuzione che esternò con un forte risentimento nei confronti di Pauline e dei Murphy, che accusava di essere stati i responsabili del fallimento del suo primo matrimonio. Riuscì comunque a portare a termine il libro composto da diciotto capitoli e riprese a scrivere il romanzo The Garden of Eden che aveva iniziato dieci anni prima.

In aprile, insofferente del clima di Cuba, volle recarsi a Ketchum dove riprese la caccia e trasse un certo beneficio dalle cure del dottor George Saviers che prestava servizio al “Sun Valley Hospital” e che divenne suo amico. In dicembre decise di acquistare una villa a due piani fuori dal centro della città per vivere in una casa più organizzata e poter dedicarsi con tranquillità allo scrivere. Nel febbraio del 1959 morì Taylor Williams che era stata la guida di Sun Valley, suo compagno di caccia agli orsi e grande amico, ed Hemingway gli acquistò una tomba vicino alla sua dove venne poi sepolto.

In aprile, dopo essere stato all’Avana ed aver incontrato Tennessee Williams e Kenneth Tynan, accettò l’invito di Bill Davis e in maggio fu suo ospite con Mary, nella villa “La Consula” a Malaga sulla Costa del Sol, da dove si mosse per assistere alla serie di corride di Dominguin e di Antonio Ordonez per la Spagna. A Pamplona, dopo aver assistito a venti corride, conobbe Valerie Danby-Smith che divenne in seguito la sua segretaria e che rimase vicino a Mary dopo la morte di Hemingway.

Il 21 luglio di quell’anno venne organizzata da Mary una grande festa per il suo sessantesimo compleanno, ma lo scrittore in quell’occasione si comportò in modo preoccupante alternando crisi di pianto a discorsi sarcastici verso gli amici. Ripresa la tournée si recò a Valencia per continuare a seguire le corride ed anche Dominguin venne ferito. La rivista Life aveva intanto commissionato ad Hemingway un articolo sulla corrida ed egli aveva iniziato a prendere numerosi appunti. Ma quando in ottobre, ritornato alla Finca Vigia, cercò di riordinarli, non ci riuscì.

Nel gennaio 1960 lo scrittore si recò a Miami assistito dalla segretaria Valerie e continuò a scrivere la storia delle corride che stava ormai diventando un manoscritto di 688 pagine. Ossessionato dal lavoro intrapreso, in giugno chiese all’amico Aaron Edward Hotchner di raggiungerlo alla Finca per aiutarlo a tagliare il manoscritto che diventerà poi The Dangerous Summer. Alla fine di luglio il lavoro era stato terminato ed Hemingway, accompagnato da Hotchner, volle ritornare in Spagna.

I segni di squilibrio mentale diventavano intanto sempre più evidenti: ossessionato dal fatto che Valerie fosse giunta a Cuba con un visto temporaneo non ancora rinnovato, si convinse che Antonio Ordonez avesse bisogno di lui e si recò a New York passando dalla Spagna (anche per controllare di persona il suo scritto sulle corride) quindi da solo in volo, senza un motivo preciso, si recò a Madrid, seguito subito da una persona di fiducia e poi da Hotchner, per andare a “La Consula” e preoccupando tutti gli amici a causa delle crisi maniaco-depressive che lo facevano sospettare di tutto e di tutti, con grandi vuoti di memoria.

A settembre uscì su Life la prima delle tre puntate di The Dangerous Summer e lo scrittore fu assalito dall’angoscia perché lo ritenne un “pasticcio” e ne provava vergogna. Gli amici spagnoli, preoccupati dal suo stato patologico, sentirono il dovere di farlo caricare su un volo notturno e di riportarlo a New York dove cominciò ad essere ossessionato dai complotti che vedeva ovunque intorno a sé.

Il 22 ottobre ritornò a Ketchum, ma la situazione non migliorò. Era convinto di non avere più denaro per mantenere la casa, pensava di essere pedinato dall’FBI e perseguitato per il visto non rinnovato di Valerie e vedeva ovunque agenti federali (dall’archivio generale dell’FBI che verrà ripreso in visione dopo che Jeffrey Meyers rivelerà sul The New York Review of Books del 31 marzo 1983, nell’articolo intitolato Wanted by the F.B.I.!, si potrà constatare che i timori di Hemingway erano in parte giustificati. Infatti il Bureau lo teneva sotto sorveglianza dai tempi della guerra di Spagna e dell’attività di controspionaggio).

Dopo aver parlato con uno psichiatra, il dottor Saviers si rese conto della necessità di un ricovero. Il 30 novembre, sotto falso nome, Hemingway partì con un aereo privato insieme al dottor Saviers (Mary lo raggiungerà in treno) per essere ricoverato alla clinica Mayo nel Minnesota. Gli fu diagnosticata una emocromatosi, fu sottoposto a numerosi elettroshock e venne colpito da afasia. Il 22 gennaio, dimesso dalla clinica, fece ritorno a Ketchum e riprese a fatica il lavoro al libro di Parigi, smettendo di bere e rifiutando qualsiasi invito. Piangeva con grande facilità, continuava a dimagrire ed era convinto di avere un cancro.

Durante il suo ricovero, nonostante soffrisse di alta pressione per il diabete, gli venne somministrato un ingente numero di elettroshock (oltre venti), provocandogli grosse lacune nella memoria. In quel periodo riferì ad un suo amico le sue preoccupazioni:

« Che senso ha rovinare la mia mente e cancellare la mia memoria? Queste cose costituiscono il mio capitale e senza di esse sono disoccupato. È una buona cura, ma abbiamo perso il paziente »

Il 21 aprile tentò di sottrarre un fucile dalla stanza dove erano conservate le armi, ma Mary riuscì a distrarlo. L’arrivo del dottor Saviers per la sua visita quotidiana fu provvidenziale perché riuscì a convincerlo a deporre il fucile e lo condusse al “Sun Vallery Hospital”, e di qui nuovamente alla clinica Mayo dove fu sottoposto ad altri elettroshock. Rimase in ospedale per due mesi, isolato in una stanza senza la presenza di alcun oggetto, e il 26 giugno venne dimesso “clinicamente guarito”, ma già lungo il viaggio di ritorno ricominciò ad avere strani comportamenti e forti allucinazioni.

« Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato la morte e lo so davvero. Se avessi dovuto morire sarebbe stato molto facile. Proprio la cosa più facile che abbia mai fatto… E come è meglio morire nel periodo felice della giovinezza non ancora disillusa, andarsene in un bagliore di luce, che avere il corpo consunto e vecchio e le illusioni disperse. »

Il 1º luglio 1961, come riferisce Mary nelle memorie, fu una giornata abbastanza tranquilla per lo scrittore tranne che per il ricorrente incubo della persecuzione dell’FBI. Ella racconta che alla sera cantò con lei una canzone che aveva imparato a Cortina da Fernanda Pivano e che era solito canticchiare nei momenti di serenità:

« Tutti mi chiamano bionda, ma bionda io non sono: porto i capelli neri, porto i capelli neri »

Pochi giorni prima, Mary lo aveva sorpreso con un fucile e delle cartucce in mano, ma egli le aveva risposto che intendeva soltanto “dargli una ripulita”. Allarmatissima, lei aveva riposto l’arma nell’armadietto e l’aveva chiuso a chiave.

La mattina della domenica del 2 luglio Mary fu svegliata da un forte colpo. Hemingway si era sparato alla tempia ed era morto. Disgraziatamente, lei aveva dimenticato le chiavi dell’armadietto sul tavolo della cucina e lui le aveva trovate. Dopo tre giorni, nella piccola chiesa di “Our Lady of the Snow” (Nostra Signora delle Nevi) vennero celebrate le onoranze funebri alla presenza dei tre figli e di pochi intimi amici. Il suo corpo ebbe sepoltura nel cimitero di Ketchum.

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