Il sapore della felicità ,Racconti di mare

Isole Egadi - Alba- Racconti di Mare

Il sapore della felicità

Articolo della serie *Racconti di mare*

Un racconto di Armistral che più di essere una storia “di mare” è “con il mare”. Armistral descrive egregiamente il mare ed il suo corollario tanto che si riesce a tramutare le parole scritte in immagini. *Ser*

Isola Di Levanzo. EGADI

Il sapore della felicità

A volte la vita corre nella direzione opposta da quanto tu ti aspetteresti. E così i sogni assumono le sembianze dei raggi di un sole, schermato dalle nuvole, che al suo nascere vengono inghiottiti dal mare. Un mare profondo, immenso che tiene chiusi in uno scrigno i tuoi segreti, salvo poi affidarli alla marea per essere trasportati come schiuma bianca o cocci di bottiglia a riva.

Quel giorno Mena, vagava da sola sulla riva di quel mare, stranamente silenzioso, calmo, non baciato dal sole e guardando quella striscia lontana dove acqua e cielo sembrano toccarsi , sapeva che presto per dimenticare avrebbe dovuto affrontare i perigli di quel mare, abbandonando quella terra, la sua, diventata ostile, nemica per ritrovare se stessa, e non tormentarsi più.

Aveva conosciuto Mario, in un momento molto particolare della sua esistenza. Il suo matrimonio era appassito come un fiore che non ha aperto completamente i petali, per essere coccolati dal sole e lei trascorreva parte del suo tempo a cercare una risposta che non arrivava mai.

Mario, era l’opposto di suo marito. Più giovane di lei, timido legato al suo lavoro e alla sua famiglia, che aveva già progettato per lui il suo futuro. Dirigeva un’azienda agricola e spesso la sua timidezza gli faceva cercare amicizie tramite chat. Fu così che loro due si conobbero. All’inizio Mena pensava che lui mentisse sulla sua età, per cui incuriosita accettò di conoscerlo e quando se lo trovò davanti per poco non le prese un colpo. Pur tuttavia, in quel particolare frangente non interruppe subito quel legame che assumeva a volte il sapore dolce amaro, di una leccornia andata un po’ a male e che al trascorrere dei giorni stava per trasformarsi in qualcosa di più. Forse voglia di tenerezza, forse necessità di sentirsi importante, forse voglia di provare ancora a sentirsi donna.

Così mentre i giorni scorrevano tra le sue mani, come granelli di sabbia, in quelle calde giornate agostane, la compagnia di Mario, era servita almeno a rompere lo stato di apatia nel quale lei era caduta, e le loro conversazioni fatte di niente, di qualche risata, o corsa in riva al mare la facevano sentire un’altra. Aveva ritrovato la voglia di vivere, sorridere aprirsi a un mondo alquanto ostile con lei, tant’è che quando i due durante uno dei loro incontri fatti di rincorse e giochi a nascondino si ritrovarono riversi l’uno accanto all’altra, successe che i loro corpi si avvinghiarono , come se fossero una cosa sola e le loro anime si fusero alla velocità della luce accompagnate dal battito irruente dei loro cuori che scoppiavano di gioia e felicità. Attimi momenti, rubati e vissuti così intensamente con una passione divorante da non capire che tanta felicità a volte non ti appartiene, e che quello che stai facendo può avere il sapore amaro del fiele che ti avvelena, senza farti capire niente. Mario continuò a cercarla. Quel giorno, però segnò una svolta nelle loro vite. Vite parallele, che corrono come i binari di un treno, senza possibilità di potersi incontrare.
Mena decise che quel gioco d’azzardo doveva finire. Ma al cuore non si comanda e per quanto lei cercasse di essere razionale , rimandava il momento di quella decisione. E se Mario fosse arrivato alla conclusione di voler rimanere con lei? I suoi non gli avrebbero dato scampo. Avrebbe dovuto mettere su famiglia con una sua coetanea almeno. La donna separata e per giunta più grande.. I genitori di Mario sarebbero scesi sul piede di guerra chiusi nel loro mondo agreste, dove la natura detta le sue leggi e ogni giorno che passa è benedetto dal cielo per i semi protetti nel grembo di quella terra per essere trasformati in abbondante raccolto. I giorni trascorsero in fretta. L’estate man mano allentando la cappa dell’afa diradò le sue giornate di luce e mentre il paesaggio si tingeva di giallo, di rosso,e di un marrone bruciato, con l’autunno arrivò un’altra notizia che spezzò il cuore di Mena. Da giorni Mario era diventato più taciturno e quando Mena si avvicinava a lui per sentire l’odore del suo corpo o le sue mani nodose accarezzarle la schiena, Mario di colpo la respingeva e nei suoi occhi coglieva un velo di tristezza, una malinconia palpabile, nella stretta delle sue braccia o in quei baci rabbiosi che si posavano sulle sue labbra. Mario gli nascondeva qualcosa, un segreto che custodiva gelosamente nello scrigno del suo cuore chiuso da un catenaccio a doppia mandata.
Cosa spinge due persone così diverse a cercarsi. Perchè a volte l’amore ha il sapore di una beffa e perchè Mario le nascondeva quella verità?
Una sera, fredda più del solito, con il buio che diventava sempre più cupo, Mena decise d’uscire. Si recò sul lungomare del paese, a quell’ora deserto. Il mare era così scuro e agitato da un vento di tramontana che lo scuoteva fin nella profondità delle viscere e rigurgitava a riva onde schiumose e verdi. Immersa nei suoi pensieri non si accorse della presenza di una sua conoscente che la chiamò per darle la notizia. Mario si sarebbe sposato il giorno dell’Immacolata e in quella piccola realtà marina simili notizie fanno il giro dell’intero paese, specie poi quando la famiglia è una delle più note e ricche del contado.
Il mondo le si sbriciolò addosso. Le lacrime cominciarono a pungerle gli occhi e il viso si rigò di pianto. Lacrime amare, ma forse anche di liberazione, perchè finalmente aveva capito che in fondo i sogni sono solo illusioni, necessari, per indorarti la pillola, davanti alle avversità quotidiane e che l’amore è solo una bel concetto, del quale abbiamo bisogno e che indossiamo come un vestito in alcune circostanze, per sfuggire alla piccolezza delle nostre misere esistenze.
Il giorno in cui Mario si sposò, tutto le campane del paese risuonarono a festa. Stranamente il sole con i suoi raggi di ghiaccio, sembrava partecipare con la sua presenza alla felicità di quei due giovani che si affacciavano alla vita, fatta di speranze e mete ambite da raggiungere insieme. .
Lo vide mentre usciva dalla chiesa, ridente raggiante come non lo era stato mai. I loro sguardi per un attimo si incrociarono e nei suoi occhi colse un lampo di tristezza, di malinconia la stessa che aveva caratterizzato i loro fugaci incontri negli ultimi tempi.
Mena aveva tra le mani, una valigia . Stava per andare via. Incontrarlo era l’ultima cosa che avrebbe voluto. Lo guardò e mestamente girò la faccia in direzione della strada che correva lungo la stazione. Aveva intuito perfettamente che se fosse rimasta, Mario sarebbe tornato all’attacco, perchè in fin dei conti lui non era per nulla innamorato di una sconosciuta messa al suo fianco per forza, per necessità. Lei non si sarebbe di certo messa tra loro due.
La sua storia, quella storia lei l’avrebbe per sempre conservata nel suo cuore, perchè l’amore quando sboccia, come il fiore tende i suoi petali al sole, godendo di quei raggi e facendosi accarezzare dal vento o dalla pioggia ,sotto un infinito cielo blu.

Armistral (Antonella Policastrense)

        Parte grafica e regia di *Filmati Di Mare*

 

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 “Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“

 


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