L’amicizia tra la tartaruga e l’aquila

La tartaruga e l’aquila non possono incontrarsi spesso: una passa il suo tempo tra le nuvole e l’altra sulla terra. Ma quando l’aquila capì che cara compagna poteva essere la tartaruga, venne a cercarla nella sua tana. La famiglia della tartaruga fu molto contenta della sua compagnia e l’aquila mangiò così bene che tornò varie volte: ogni volta che andava via rideva, “Ha, ha! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra, ma lei non potrà mai raggiungere il mio nido in cima agli alberi!” Ben presto le frequenti visite dell’aquila, il suo egoismo e la sua ingratitudine furono sulla bocca di tutti gli animali della foresta. L’aquila e il rospo non andavano d’accordo, perché spesso l’aquila mangiava rospi. Il rospo chiamò la tartaruga. “Amica tartaruga, offrimi da mangiare e io ti aprirò gli occhi.” Dopo aver mangiato, il rospo disse “Amica mia, l’aquila si sta approfittando della tua gentilezza, dopo ogni visita vola via ridendo e dicendo ‘Ha ha! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra ma lei non potrà mai godersi la mia, perché il mio nido è in cima all’albero’. La prossima volta che l’aquila ti visiterà, dille ‘Dammi una zucca, e manderò del cibo anche a tua moglie e ai tuoi piccoli.'” L’aquila portò una zucca, si divertì e mentre partiva disse: “Tornerò dopo per il regalo per mia moglie”. L’aquila volava ridendo tra sé e sé come al solito, ‘Ha, ha! Ho gustato il cibo della tartaruga, ma lei non verrà mai a gustar il mio’. Il rospo arrivò e disse: “Ora, tartaruga, mettiti dentro la zucca. Tua moglie ti coprirà con del cibo e l’aquila ti porterà a casa sua sopra gli alberi”. Poco dopo l’aquila tornò. La moglie della tartaruga le disse: “Mio marito non c’è ma ha lasciato questa zucca piena di cibo per la tua famiglia”. L’aquila volò via con la zucca, senza sospettare che la tartaruga era lì dentro. La tartaruga poteva sentire tutto quello che diceva: “Ha, Ha, ho gustato il cibo della tartaruga ma lui non potrà mai visitare il mio nido per gustare il mio”. Quando la zucca fu svuotata nel nido dell’aquila, la tartaruga uscì fuori e disse: “Amica aquila, hai visitato la mia casa così tante volte che ho pensato sarebbe stato carino godere della tua ospitalità”. L’aquila era furiosa: “Ti spacco la faccia!” Ma riuscì soltanto ad urtare il suo becco contro il guscio della tartaruga. “Ho visto che tipo di amicizia mi offri”, disse la tartaruga, “e visto questo, portami a casa, perché la nostra amicizia è finita”. “Tornatene tu a casa”, gridò l’aquila, “ti butterò a terra!”. La tartaruga morse una delle zampe dell’aquila. “Lascia andare la mia gamba”, protestò l’aquila. “Sarò contenta di farlo a casa”, disse la tartaruga, e strinse ancora di più la zampa dell’aquila. L’aquila volava alta tra le nuvole con la velocità di una freccia. Piegò la zampa, la girò ed avvitò, ma non c’era verso. Non poteva liberarsi dalla tartaruga. L’aquila portò la tartaruga a casa e mentre volava via la tartaruga disse: “L’amicizia richiede parità. Io ti accolgo e tu mi accogli. Dato che hai deciso di non fare così, ridendo di me per la mia ospitalità, non sono più tua amica”.

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