Lampedusa la vergogna e l’orrore ,migranti

Lampedusa la vergogna e l’orrore ,migranti

Migranti - Lampedusa

Migranti – Lampedusa

Lampedusa la vergogna e l’orrore ,migranti

(Articolo n. 31 nella categoria *Racconti di mare* e categoria News : cercare altri articoli in “Cerca nel Blog” o In ”Naviga in Filmati di Mare” opp. sulle barre blu in alto)

12/10/2013 – Un articolo che pur non essendo un puro racconto di mare, in realtà può essere annoverato tra le storie di mare, lo abbiamo inserito tra i racconti oltre che tra le news. L’autrice  Armistral  (Antonella Policastrese) , in seguito alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 , prende spunto per delle considerazioni soprattutto sui migranti oltre che alla tragedia stessa. Certo la tragedia del 3 ottobre 2013 non è la prima ne sarà, purtroppo, l’ultima: infatti è solo di stamane la notizia di un altro affondamento con almeno 50 vittime.

<< Un barcone con circa 250 immigrati si è rovesciato nel pomeriggio del 11/10/2013 nel Canale di Sicilia e si contano decine di vittime, tra cui donne e bambini.”Nel pomeriggio di oggi a circa 60 miglia a sud di Lampedusa, è stato avvistato un barcone in serie difficoltà, con a bordo circa 250 migranti. Successivamente è affondato ed i naufraghi sono finiti in mare”, dice una nota della Marina militare che ha informato altresì che alcune decine di superstiti erano già a bordo della nave Libra. >>

“Navigando” tra le righe dell’articolo non si potrà rimanere indifferenti in quanto il coinvolgimento è rilevante.

La donna venuta dal mare   è il titolo di un altro articolo, correlato con questo, redatto da Armistral ad ottobre 2012, un racconto, ma anche un dramma annunciato.  *Ser*

Lampedusa

Lampedusa, isola italiana, ma molto più vicina alla Tunisia che al continente è diventata la porta per l’occidente. Una porta girevole, una sliding dors, che può condurre tanto al paradiso quanto all’inferno quell’ umanità dolente che la imbocca andando alla ricerca della terra del latte e del miele.

Porta di Lampedusa – Porta d’Europa

Un’installazione che ha suscitato grande interesse a livello internazionale.La Fondazione ha sostenuto e continua a sostenere – attraverso la manutenzione dell’opera e la sensibilizzazione sul tema ad essa legato – il progetto “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”, monumento dedicato ai migranti morti e dispersi in mare.

Porta di Lampedusa – Porta d’Europa (vista dal mare)

 

Porta sulle rotte degli emigranti

Il 28 giugno 2008 è stata inaugurata a Lampedusa la Porta di Lampedusa - Porta d'Europa, 
opera d'arte di Mimmo Paladino dedicata agli emigranti morti e dispersi in mare. I 
promotori del progetto sono Amani Onlus, Alternativa Giovani di Lampedusa e
 Arnoldo Mosca Mondadori. 
Un monumento di quasi cinque metri di altezza e di tre metri di larghezza, realizzato in 
ceramica refrattaria e ferro zingato.

La porta si ispira alla drammatica vicenda delle migliaia di migranti che, affrontando
incredibili avversità, tentano -troppo spesso invano-di raggiungere l’Europa alla
disperata ricerca di un destino migliore.
Attraverso l’opera si intende consegnare alla memoria delle generazioni future la strage 
disumana e senza testimoni di migranti deceduti o dispersi in mare di cui siamo spettatori 
passivi e trasmettere a noi e a loro un simbolo che aiuti a non dimenticare e che inviti, 
ognuno secondo le proprie credenze religiose o laiche, alla riflessione e alla meditazione.
Porta di Lampedusa - Porta d'Europa (vista da rerra)

Porta di Lampedusa – Porta d’Europa (vista da terra)

Sicché Lampedusa è considerata erroneamente ponte tra l’Africa e l’Europa, sarebbe troppo scivoloso se fosse un ponte che conduce nel cuore dell’ Europa, quindi difficilissimo da percorrere, quasi inaccessibile, poiché così tanto s’è arroccato nel suo dorato isolamento il versante occidentale del vecchio continente in versione UE.

Adesso, a causa di una globalizzazione selvaggia, si è capito quanto corta possa essere la coperta per le popolazioni che vorrebbero restare nella propria terra vivendo dei frutti che essa può garantire. Sono troppo pochi, assolutamente non bastanti per sfamare tutti, allora non c’è scelta qualora tra fame e sete si aggiunge il rischio di morire di guerra perché quest’ultimo è molto altro e purtroppo ricorrente.

Lampedusa est dell'isola dei conigli

Lampedusa est dell’isola dei conigli

Migranti vengono chiamati coloro che vanno in cerca di terra e di salvezza, ma la loro identità, i loro bisogni non sono gli stessi; non si possono appagare con la stessa misura, con lo stesso metodo del dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati. Migra chi è stanco di vivere in continui teatri di guerra; scappa via chi avverte la necessità di non crescere nell’ignoranza. Si dilegua anche chi si rifiuta di essere considerata corpo che genera figli, corpo senza testa, occhi senza luce, ristretti nell’angusto spazio visivo del burka per non percepire la tridimensionalità del vivere quotidiano.

Migranti li chiamano e dietro questo termine nessuno sa quali siano i drammi umani che ognuna di quelle persone nasconde e reca con se, sino al punto di far apparire folle il loro desiderio di crescere in un mondo migliore, folle quanto il gesto che li porta ad affrontare il mare quella grande distesa di acqua davvero così diversa  dalle aride dune e dai deserti di sabbia che sono stati la loro culla.

Essi migrano, convinti che è meglio vivere comunque altrove che morire a stento nella terra natia. Un biglietto per l’imponderabile, su una di quelle imbarcazioni di fortuna, costa quanto il ricavato della vendita di ogni misera cosa che ognuno possiede: una capra, una paio di pecore, l’anello nuziale e chissà cos’altro.

Migranti - Lampedusa

Migranti – Lampedusa

Di ogni viaggio si conosce l’inizio, ma non la fine. Si conosce bene ciò che si lascia, ma non quello che si troverà sull’altra riva dello sconfinato e capriccioso mare, sempre ammesso che piede possa toccarlo il suolo straniero. Perché l’altra riva del mare non è una terra promessa, nessuno promette mai niente ai disperati, non promette guarigione il medico al moribondo, al massimo ognuno promette a se stesso di farcela, di non voltarsi indietro, seppure neppure tale gesto mette al riparo dal divenire una statua di sale. Perché l’acqua del mare è intrisa di sale.

C’è chi viaggia cercando l’ebbrezza dell’oriente e c’è chi parte dall’oriente rifuggendone nefandezze e disumanità, perché il viaggio non sempre è una metafora di salvezza e di conoscenza, molto più spesso, ai giorni nostri, è una necessità è una via di fuga, un’evasione da una prigione senza sbarre, ma ancora più dura di quanto possa esserlo quella che serve a privare il reo della libertà.

Migranti Italiani - Quando i migranti eravamo noi

Migranti Italiani – Quando i migranti eravamo noi

Eppure Il viaggio dei migranti è considerato un reato, al pari di chi da quello stesso viaggio ne trae lurido profitto divenendo novello Caronte.
Ed è gia storia quanto è avvenuto a Lampedusa il tre ottobre 2013 quando un barcone con oltre 500 persone a bordo prende fuoco a pochi passi dalla costa. L’orrore sommerge ancora più del mare la testa del naufrago, anzi dei bambini, delle donne e dei ragazzi che erano su quella imbarcazione in fiamme. Si diffonde la notizia, ma ben presto essa diviene racconto dalla bocca dei pescatori e dei pochi che in quel tragico albeggiare si trovavano in quel braccio di mare. Potevano essere ancora meno i sopravvissuti se solo lì intorno non si fosse trovata gente di mare che osserva innanzitutto le leggi del cuore, per fortuna così diverse da quelle fatte di divieti e di regole imposte in materia di migrazione dalla civilissima Europa. Con un banco di tonni o di merluzzi, si sa come comportarsi, ma con una nave piena di migranti clandestini alla deriva tutto cambia, è molto più complicato intervenire.

All’alba nel mare di Lampedusa galleggiava già quanto esso non era riuscito a ingoiare: scarpette, miseri oggetti personali, peluche e anche borsellini con i trucchi da donna che, una volta approdati nella terra nuova, sarebbero ingenuamente serviti a sentirsi un po’ meno diversi dalle donne occidentali. Ma per tanti di loro non è rimasto altro da fare che adagiarsi sul fondo del mare e attendere quella fine messa in conto, ma che si sperava ardentemente di poter evitare.

Sicilia Il suo mare che prende e che da

Sicilia Il suo mare che prende e che da

E’ andata troppo male il 3 ottobre del 2013, ma chissà quante altre volte è accaduto senza che nessuno ne abbia saputo nulla e solo perché il mare non ha restituito nulla di ciò che si era preso. Inoltre, otre che difficile contare i migranti a bordo di una carretta del mare è quasi impossibile conoscere il numero dai tragici nocchieri che li imbarcano, sarebbe come scoprire la loro lurida contabilità.

Economia, economia; economia: l’arrosto del banchetto funebre è servito freddo a quello di nozze, a quelle nozze dove alcuni stati europei si erano uniti per scongiurare siffatte miserie, ma che si sono attardati nel contabilizzare i profitti di cotante miserie di una umanità dolente.
Armistral  (Antonella Policastrese)

Lampedusa - naufragio 3 ottobre 2013 - October 5, 2013 shows a bunch of flowers floating in the sea near the Lampedusa harbour after a boat with migrants sank killing more than a hundred of people. ANSA/STRINGER

Lampedusa – naufragio 3 ottobre 2013 – October 5, 2013 shows a bunch of flowers floating in the sea near the Lampedusa harbour after a boat with migrants sank killing more than a hundred of people. ANSA/STRINGER

Le bare delle vittime del naufragio, del 3/10/2013, del barcone rovesciatosi al largo di Lampedusa con circa 500 persone a bordo. In un hangar nell”aeroporto dell”isola.  REUTERS/Antonio Parrinello

Lampedusa le bare delle vittime del naufragio del 3/10/2013

Lampedusa le bare delle vittime del naufragio del 3/10/2013

I sopravvissuti: per viaggio 3.000 dollari

 

  11-10-2013 – NAUFRAGIO LAMPEDUSA, 339 LE VITTIME
I soccorritori che lavorano nell’area dove è avvenuto il naufragio il 3 ottobre hanno recuperato altri corpi. Il bilancio al   11-10-2013 è di 339 vittime. Le bare a bordo della nave militare Cassiopea

 

Al momento le vittime recuperate sono 359 –13 ottobre 2013 – 09:16

  ANSA.it – News  Lampedusa, strage di migranti

E’ salpata questa mattina la nave Cassiopea della Marina Militare, con 150 bare delle vittime del naufragio di migranti del 3 ottobre scorso al largo di Lampedusa. L’imbarcazione è diretta a Porto Empedocle, dove arriverà nel pomeriggio. Le operazioni di carico è cominciata ieri ma è stata più volte interrotta perché i familiari delle vittime hanno chiesto di poter dare l’ultimo saluto ai feretri, già portati sulla nave, e attaccare una foto dei loro congiunti. Sono più di 200 ancora le bare custodite nell’hangar dell’aeroporto di Lampedusa che dovranno essere portate a Porto Empedocle: le vittime del naufragio sono 360. A queste nell’hangar si aggiungeranno le bare dei 21 morti di un altro naufragio, accaduto venerdì a 60 miglia dall’isola.

Il mare continua a restituire i corpi dei migranti morti nel naufragio dello scorso 3 ottobre a Lampedusa. Al momento le vittime recuperate sono 360.

La stima più bassa riferita da alcuni dei 155 sopravvissuti, parla di 518 migranti a bordo del barcone colato a picco davanti a Cala Croce; la più alta di 545. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), sarebbero tra 50 e 70 i corpi delle persone ancora da recuperare.

L’immane tragedia di una settimana fa non ferma i barconi: i migranti salvati nelle ultime ore nel Canale di Sicilia sono 503, soccorsi in cinque distinte operazioni coordinate dalla centrale operativa della Guardia costiera, nel giorno in cui la Dda di Palermo ha aperto un’indagine sul naufragio del 3 ottobre e avrebbe i nomi di alcuni componenti del cartello criminale dei trafficanti; e sempre oggi il Gip di Agrigento, Alberto Davico, ha confermato il fermo del tunisino Khaled Bensalam, 35 anni, il presunto scafista del barcone della morte. Intanto, dal Quirinale arrivano parole di encomio per i soccorritori: “L’abnegazione, la professionalità e la generosissima partecipazione umana dimostrate da tutto il personale impegnato in una tra le più drammatiche e sconvolgenti vicissitudini degli ultimi anni fanno onore alle istituzioni e all’Italia”, scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio al vicepremier Angelino Alfano. 

ANSA.it – News 

News – Qualche aggiornamento

Ansa – ‎lunedì‎ ‎14‎ ‎ottobre‎ ‎2013

Lampedusa, approda un altro barcone
Un barcone con a bordo 137 migranti, 22 dei quali sono donne, è approdato alle 5 di stamane direttamente nel porto di Lampedusa senza essere stato avvistato. Anche questi profughi sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza di contrada Imbracola. In mattinata e’ atteso a Lampedusa l’arrivo della nave “Libra” della Marina militare che dovrà trasferire altre bare delle vittime del naufragio del 3 ottobre scorso a Porto Empedocle (Agrigento).

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo,  informativo  e  ricreativo“

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