Le isole Vergini Britanniche

Devono il loro nome alla fantasia e alla devozione di Cristoforo Colombo che, quando le avvistò la prima volta, impressionato dal fascino acerbo delle loro coste le battezzò “Las Once Mil Virgenes”, in omaggio a Sant’Orsola e alle undicimila vergini compagne del suo martirio.

Oltre ad essere paradisi naturali incontamnati le BVI sono anche luoghi carichi di fascino e storia, racconti di avventure e pirati.

Il famoso romanzo di R.L. Stevenson “L’isola del Tesoro”, che tutti noi abbiamo letto in giovane età, con il piccolo Jim Hawkins e il famoso pirata John Silver è stato ambientanto proprio qui.

Pare che la mitica isola del tesoro sia Norman Island (o per alcuni Peter Island) descritta dal piccolo Jim come “…boscaglie grigiastre vestivano gran parte della sua superficie. Quella tinta uniforme era interrotta nella zona più bassa da strisce di sabbia gialla..”.

Le Isole Vergini britanniche sono un territorio d’oltremare del Regno Unito. Fanno parte dell’arcipelago delle Isole Vergini nel Mar delle Antille ripartito tra Regno Unito e Stati Uniti d’America.

Le Isole Vergini britanniche sono un arcipelago di 40 isole, 15 delle quali abitate fra cui Tortola, Anegada e Virgin Gorda

Il capoluogo è Road Town.

Il capo dello Stato è il sovrano del Regno Unito (attualmente la regina Elisabetta II), che esercita le sue funzioni tramite un governatore; a quest’ultimo spettano, su mandato del sovrano, alcuni incarichi tra i quali quello della nomina del Primo Ministro.

Le isole Vergini vennero popolate dagli indiani aruachi, che vi giunsero intorno al 100 a.C. (anche se vi sono alcune tracce di un primo popolamento umano che risalirebbe al 1500 a.C.). Nel corso del Quattrocento le isole furono conquistate dalla bellicosa tribù dei caribi.

Il primo europeo a visitare l’arcipelago fu Cristoforo Colombo, durante il suo secondo viaggio 1493. Colombo battezzò le isole Santa Ursula y las Once Mil Vírgenes (Sant’Orsola e le undicimila Vergini), traendo ispirazione dalla leggenda di Sant’Orsola. Il nome fu poi abbreviato in Las Vírgenes, da cui la denominazione attuale.

La corona spagnola, pur avendo reclamato il possesso delle isole agli inizi del XVI secolo, non vi creò mai degli insediamenti. Fu così che le Vergini vennero contese da inglesi, olandesi, francesi, spagnoli e danesi, diventando una nota base della pirateria. Benché non si abbiano notizie precise in merito alla popolazione amerindia nelle isole Vergini britanniche, è certo che gli indigeni della vicina Saint Croix furono sterminati.

Tortola venne stabilmente occupata dagli olandesi a partire dal 1648, per poi essere presa dagli inglesi nel 1672. Nel 1680 si ebbe invece l’annessione, da parte inglese, di Anegada e Virgin Gorda. Nel frattempo, i danesi occupavano le vicine Saint Thomas, Saint John e Saint Croix (che oggi costituiscono le Isole Vergini americane).

Inizialmente gli inglesi sfruttarono le isole annesse unicamente per la loro posizione strategica. Tuttavia, successivamente, si decise di introdurvi la coltivazione della canna da zucchero, il che rese necessario importare schiavi dall’Africa. Le isole godettero di un’economia molto prospera sino alla metà dell’Ottocento, quando l’abolizione della schiavitù, una serie di disastrosi uragani, nonché la diffusione della coltivazione della barbietola negli USA e in Europa provocarono un netto declino economico.

Pur sempre sotto il dominio britannico, nel corso del tempo le isole fecero parte di diverse suddivisioni amministrative, finché non divennero una colonia a sé stante nel 1960 (a cui seguì, nel 1967, il conseguimento dell’autonomia). A partire dagli anni Sessanta, l’economia delle isole, tradizionalmente basate sull’agricoltura, si è diversificata, estendendosi ai servizi turistici e finanziari, sino a diventare una delle aree caraibiche più ricche.

 E i pirati alle BVI c’erano davvero e in queste isole compirono molte delle loro gesta in particolare durante la guerra corsara degli inglesi contro i galeoni spagnoli che si volse in queste acque.

Le BVI sono state descritte per secoli come “the place on the way to everywhere”, isole ricche di approdi agevoli e nascosti, sulla rotta ideale fra Europa e Americhe.

Scoperte da Colombo che arrivò qui durante il suo secondo viaggio in America nel 1493, le BVI furono colonizzate dagli Spagnoli che entrarono in contatto con le popolazioni locali di indiani Caribe.

Dopo i primi tentativi di collaborazione, gli spagnoli abbandonarono ogni speranza di “conversione” degli indios delle isole, le cui abitudini di vita giudicarono terrificanti, e così, verso la metà del cinquecento, l’imperatore Carlo V ordinò ai propri sudditi e ai governatori inviati nel nuovo mondo che gli indiani venissero “trattati come nemici e combattuti “senza quartiere”.

Ed è forse proprio da questi atteggiamenti così drastici che nacquero le prime forme di pirateria marinara; dapprima fra gli Indios perseguitati, poi in seguito da una vera folla di avventurieri internazionali che potevano contare su speciali “protezioni” da parte dei governi nemici della Spagna, all’epoca la più forte e ricca nazione del vecchio continente.

Infatti le principali nazioni europee che in quel momento non erano in grado di sfidare direttamente la superpotenza spagnola incominciarono a finanziare sottobanco atti di pirateria ai danni dei galeoni spagnoli che solcavano il Mar dei Caraibi carichi di ricchezze.

La marina militare assicurava protezione alle navi mercantili a un prezzo che spesso era un atto di pirateria esso stesso.

Secoli di grandi traffici quelli del dominio spagnolo: le navi, cariche dell’oro degli Aztechi e degli Incas, dovevano guardarsi dalle insidie del mare, da quelle degli scogli e delle barriere coralline a pelo d’acqua, ma soprattutto, dalle aggressioni di pirati e bucanieri.

Le mille calette nascoste delle Vergini con le loro barriere coralline che imponevano passaggi obbligati erano un vero paradiso per le necessità di vita di questi “nobiluomini”. Soper’s Hole su Tortola o The Bight a Norman Island divennero leggendari covi di pirati.

Il braccio di mare che divide Tortola dalle isole situate più a est, Norman Island, Peter Island, Virgin Gorda e altre minori, prende oggi il nome da Francis Drake, pirata della Corona, nominato “Sir” (baronetto) dai reali d’Inghilterra.

E’ il 1595 e Francis Drake condivide con Sir John Hawkins quelle che saranno le sue ultime avventure marinare. Dopo unfallito assalto a Portorico,moriranno entrambi di malaria.Una vita difficile quella del corsaro oltre alle malattie, le ferite e i difficili combattimenti in mare, la pena più classica in caso di cattura era l’impiccagione a meno che questo non fosse tanto sfortunato da capitare tra le mani dell’Inquisizione che normalmente preferiva trastullarsi con punizioni ben più raffinate

Tanti i corsari conosciuti alle BVI: Henry Morgan, Calico Jack, noto per la sua storia d’amore con la donna pirata Anne Bonny, Jost Van Dyke, Bartholomew Roberts e l’ineffabile Edward England, deposto dalla sua stessa ciurma, disgustata per la ferocia con la quale trattava i prigionieri. Ancora, Edward Teach detto Blackbeard (il leggendario Barbanera) che tra un assalto e l’altro si riparava nell’isoletta di Dead Chest, tra Virgin Gorda e Norman Island.

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