“LE PORTAEREI ITALIANE” di Michele Cosentino

Questo volume riempie un vuoto che durava da troppo tempo, mancando fino ad oggi una vera sintesi della storia della nostra componente navale portaerei e, con essa, dell’aviazione della Marina. Una trattazione organica e rivolta a fissare le tappe di una storia a volte controversa a volte raccontata “ad usum delphini”, secondo le convenienze o delle appartenenze. Quest’opera mi sembra perfettamente in grado di azzerare polemiche, ristabilire equilibri e verità, basata com’è inoppugnabilmente su documenti, progetti, resoconti, fatti e fotografie di valore storico fondamentale. Merito va all’autore, serio, preciso, attento ed esaustivo, al corredo documentale, all’edizione curata fin nei minimi dettagli. Ecco dunque che questo studio entra buon diritto fra le opere di valore storico-militare che dovranno essere consultate e citate da tutti quelli che intenderanno fare riferimento al settore. Oggi che finalmente ben due portaerei navigano con la bandiera della Marina Militare Italiana, è doveroso rivolgere un plauso a chi ha saputo così sapientemente illustrare perché e come ci si è arrivati, con un bagaglio di coraggiose analisi di natura non solo tecnica e operativa ma anche, se non soprattutto, politica, strategica ed economica, con le sue luci e le sue (purtroppo numerose) ombre. L’opera inizia con il periodo storico che vide i primi tentativi, pioneristici ma straordinariamente innovativi, di realizzare unità navali dotate delle nuove macchine volanti, così come parallelamente si andava sviluppando presso tutte le Marine delle principali potenze navali (e l’Italia era certamente fra esse). L’esperienza della Prima Guerra Mondiale influenzò ovviamente i successivi anni Venti e Trenta, nei quali furono fatte scelte che avrebbero massimamente influenzato l’attività e l’operatività della Regia Marina nel corso del secondo, successivo, conflitto mondiale.  Merita giustamente un capitolo intero, l’esperienza della portaerei “Aquila”, alla cui analisi si contrappone lo sviluppo che ebbe questo tipo di unità presso tutte le altre marine che presero parte al conflitto. Si sviluppa poi, in maniera organica e analitica, il sessantennio che culminerà con il “Cavour” e la piena consapevolezza del ruolo e importanza di una portaerei nell’ambito di una Marina completa cui sono assegnati e assegnabili compiti “oltre l’orizzonte”. Mi è piaciuta la ricostruzione storica delle decisioni che, nel tempo, portarono all’altalena portaerei si- portaerei no, un balletto di lungimiranze e miopie, che vide sulla scena il solito, italico contrasto fra conservatori ad oltranza e innovatori (troppo spesso confusi con i sovversivi). Così, per esempio, il Comitato degli Ammiragli che terminò la seduta del 5 febbraio del 1922 con la solita formula ambigua salvatutto (e salvatutti): ” rinviare l’eventuale costruzione di una portaerei in attesa che vengano risolti alcuni aspetti tecnici relativi alla costruzione di questo tipo di nave”. Così tramonta l’ipotesi di trasformazione della corazzata “Caracciolo” e si ripiega sulla “porta idrovolanti Miraglia” con cui si andrà in guerra nel 1940. Anche il ruolo del Ministro della Marina Mussolini, sempre accreditato di avversione verso la “monarchica” Marina e simpatie verso la “fascista” Aeronautica, trova qui una sistemazione storica, poiché è documentalmente accertato che egli seguì le indicazioni del Comitato degli Ammiragli, che si espresse all’unanimità contro la costruzione di simile tipo di unità ancora nel 1925.  Non valsero allo scopo neppure gli innovativi studi di un Ufficiale del Genio Navale, transitato nel Genio Aeronautico, del calibro di Alessandro Guidoni, a far cambiare indirizzo agli organi preposti. E’appassionante immergersi (io sono un sommergibilista!) in queste ricostruzioni, assaporare il giusto dosaggio fra tecnica, economia e politica, arrivare alle medesime conclusioni dell’autore dopo averne condiviso lo sviluppo delle tematiche e le esaurienti argomentazioni. Osservo infine che si tratta di un’opera enciclopedica, nel senso che tocca e racchiude tutte le pertinenze della materia e le sviluppa in modo organico, con eloquio brillante. La lettura è facilitata poiché corredata di un sontuoso bagaglio fotografico a didascalie estese e precise come in poche altre pubblicazioni analoghe, frutto di evidente ricerca approfondita, competente e vasta. Continua anche in questo volume l’eccellente idea di completare le informazioni tecniche con disegni, in gran parte originali, di assoluto primario livello, chiarezza e precisione: davvero un’opera pregevole, degna della collana di cui fa parte, che onora l’autore e tutti coloro che ad essa hanno contribuito.

Recensione di Paolo Pagnottella

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“

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