Polpo dagli anelli blu , Blue ringed octopus,Hapalochlaena maculosa

Polpo dagli anelli blu , Blue ringed octopus, Hapalochlaena maculosa-VELENOSO

Polpo dagli anelli blu , Blue ringed octopus

Hapalochlaena maculosa – Il polpo blu-cerchiati

-VELENOSISSIMO: Guardare, ma non toccare!
Mira, pero no tocar. Muy tóxico
Look, but do not touch. Poisonous

Sono alcune delle creature più velenose del mondo e Può pesare tra i 10 e i 100 grammi.

Nome comune: Polpo dagli anelli blu (ITA) / Polpo dagli occhiali (ITA, poco usato) / Blue ringed octopus (ENG)
Nome scientifico: Hapalochlaena lunulata
Classificazione: mollusco cefalopode, famiglia octopodidae

Inizia la vita delle dimensioni di un pisello ed è completamente formato  circa alla grandezza di una pallina da golf  – ma porta veleno sufficiente per uccidere 26 adulti in pochi minuti.
Il piccolo polpo dagli anelli blu :Gli anelli blu sono visibili solo quando è sul punto di attacco.
– Marrone o giallo nel suo stato naturale – Non vedrete gli anelli blu fino a quando non è troppo tardi

I polpi dagli anelli blu (genere Hapalochlaena) sono un gruppo costituito da tre (forse quattro) specie di polpi che vivono nelle pozze di marea lungo le coste dell’oceano Pacifico, dal Giappone all’Australia. Malgrado le piccole dimensioni e la natura relativamente tranquilla, sono alcune delle creature più velenose del mondo. Si riconoscono facilmente per i caratteristici anelli blu e neri che spiccano sulla pelle giallognola. Cacciano piccoli granchi, paguri e gamberetti, ma se provocati reagiscono mordendo l’aggressore, uomo compreso.

Classificazione

Il genere Hapalochlaena è stato descritto dallo zoologo britannico Guy Coburn Robson nel 1929. Comprende tre specie confermate ed una quarta che è ancora frutto di ricerche:

Distribuzione e habitat

Ci possiamo imbattere in lui nel Pacifico occidentale, tra Giappone e Australia: quindi in particolare Papua Nuova Guinea, Indonesia e Filippine, Malesia. Abita nelle acque basse delle pozze mareali: polle d’acqua dal fondale roccioso (o corallino), indipendenti durante la bassa marea e sommerse durante le fasi di alta. Quando la marea si ritrae, la pozza si ricrea, e così via.

Comportamento

I polpi dagli anelli blu fanno uso dei propri cromatofori per mimetizzarsi con l’ambiente circostante, ma se provocati cambiano rapidamente colore, divenendo giallo brillante e facendo risaltare gli anelli, o le linee, blu.

Aspetto: Si tratta di un piccolo polpo con otto tentacoli, non più grande di 20 cm, e tondeggiante – è di dimensioni simili a una palla da golf. Può pesare tra i 10 e i 100 grammi, con una stazza media di 55. Normalmente ha un colore marrone-dorato, ma quando è in pericolo mostra i brillanti e bellissimi anelli blu elettrico da cui prende il nome, su fondo che può virare al giallo intenso come al bianco. È dotato di un piccolo becco estremamente affilato.

Aspetto

Si tratta di un piccolo polpo con otto tentacoli, non più grande di 20 cm, e tondeggiante – è di dimensioni simili a una palla da golf. Può pesare tra i 10 e i 100 grammi, con una stazza media di 55. Normalmente ha un colore marrone-dorato, ma quando è in pericolo mostra i brillanti e bellissimi anelli blu elettrico da cui prende il nome, su fondo che può virare al giallo intenso come al bianco. È dotato di un piccolo becco estremamente affilato.

Nutrizione

Questi polpi mangiano piccoli granchi e gamberetti, ma anche pesci, se sono in grado di catturarli. Mordono la preda, paralizzandola col veleno e facendola a pezzi col becco. Successivamente succhiano la carne dall’esoscheletro.

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Veleno

I polpi dagli anelli blu, sebbene lunghi solo da 12 a 20 cm, colpiscono anche gli uomini, soprattutto se tentano di afferrarli. Il becco a pappagallo del polpo punge facilmente la pelle e il muscolo sottostante. Il morso è relativamente indolore, ma il veleno che inietta è 10.000 volte più tossico del cianuro a causa della presenza della tetrodotossina: reagisce rapidamente, colpisce e paralizza i muscoli della vittima, provocando la perdita immediata del gusto, della sensibilità e della vista. Se non si interviene si rischiano paralisi e arresto respiratorio. Un solo morso può uccidere un adulto in 90 minuti; non si conoscono antidoti, ma il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale riescono a spostare le tossine nell’organismo e impediscono danni a lungo termine. In tutto il XX secolo si contano, però, solo tre vittime riconosciute: due in Australia e uno a Singapore. I dati per un valore realistico sono però troppo scarsi, anche a causa della difficoltà oggettiva di stabilire le cause della morte in occasione di molti incidenti subacquei nell’area.

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 Come ti ammazza

Un singolo polpo ha nelle sue ghiandole abbastanza veleno da uccidere 26 uomini adulti. La potenza di questo veleno è enorme: cento volte quello di un cobra.
Puoi essere colpito perché lo schiacci inavvertitamente mentre se ne sta mimetizzato nella sabbia: normalmente (finché non lo disturbi) appare marrone-dorato, e i suoi anelli blu tanto riconoscibili li puoi vedere solo quando è in allerta e sta per colpire.
Troppo tardi.
Il becco acuminato è in grado di penetrare attraverso una muta.
Il veleno è contenuto nella saliva del polpo e diffuso nel corpo della vittima tramite morso. È talmente potente che spesso il polpo lo usa per creare una sorta di “campo minato” per le sue vittime: una bolla avvelenata dove la preda passa e rimane stordita e immobilizzata per semplice contatto. Quindi il polpo arriva e finisce il lavoro facendola a pezzi.
Il veleno viene prodotto da batteri in due ghiandole distinte: quello contenuto nella prima è innocuo per un essere umano e efficace contro i granchi e le altre prede, quello contenuto nell’altra ha funzione di difesa contro i predatori. Come te.
E funziona molto bene.
Non c’è antidoto.
Il morso non fa male.
Potresti anche non accorgertene.
Ma dà il via al tuo conto alla rovescia. Un conto alla rovescia di circa 180 secondi.
Il primo effetto è un forte senso di nausea, seguito dall’offuscamento della vista. Spesso in meno di un minuto sei del tutto cieco, e le tue pupille rimangono dilatate all’estremo e fisse.
Perdi quindi ogni sensazione tattile, e la gola si intorpidisce fino a impedirti di deglutire o parlare.
Ci vogliono circa tre minuti perché la paralisi sia generalizzata, e si blocchi il diaframma impedendo la respirazione naturale, causando quindi in breve tempo la morte per asfissia e conseguente arresto cardiaco.
Hai quindi, visto che realisticamente sei stato morso durante un’immersione, meno di tre minuti – alla cieca e intorpidito – per raggiungere la terraferma.
L’unica nota positiva è che sei stato colpito in una pozza mareale, quindi non sei in profondità e puoi farcela a riemergere e tornare al suolo prima di annegare.
Se ce la fai, spero ci sia qualcuno con te, altrimenti potevi fare a meno di faticare tanto.
Resti comunque conscio fino alla fine: molti di coloro che sono sopravvissuti hanno raccontato della sensazione di terrore provata nell’essere vivi e consapevoli di quanto sta accadendo, senza potersi muovere o parlare e senza vedere nulla, ma udendo le persone attorno darli per morti e sul punto di rassegnarsi a interrompere la respirazione artificiale.
Consigli di sopravvivenza: Il polpo non ci fa nulla se non gli rompiamo le scatole, non è un animale aggressivo. Ma si difende. Quindi in primis è opportuno prevenire di essere morsi.
Questo lo possiamo fare guardando bene dove mettiamo i piedi quando ci troviamo in una zona “a rischio”. Non aspettiamoci di riconoscerlo dagli anelli blu, perché – come detto – questi appaiono solo quando è troppo tardi. Certo, se vediamo gli anelli blu, proviamo a allontanarci fregandocene che il signor Bonfanti ci ha detto che è “troppo tardi”.

La persona avvelenata va subito immobilizzata e immediatamente bisogna iniziare la respirazione artificiale.
Il veleno uccide soltanto per arresto della respirazione, non ha altri effetti: quindi finché la respirazione artificiale viene continuata, il ferito resta in vita, per quanto paralizzato.
Non esistendo antidoto, l’unica possibilità è continuare il trattamento finché il corpo non espelle da sé la tossina: ma ci vogliono circa 24 ore.
Il che ovviamente non è una cosa semplice se siamo in due su un atollo sperduto. Buona fortuna.
È fondamentale tenere duro: ci potrebbe sembrare che il nostro compagno sia andato, ma è probabile che non sia così. Si trova in uno stato di totale paralisi, ma finché lo ventiliamo ce la può fare. E non dimentichiamo che è cosciente e sa cosa sta succedendo! Quindi è importantissimo rassicurarlo.
Se si riesce a trasportare la vittima in ospedale, è probabile che riesca a salvarsi potendo disporre di macchine per la respirazione.
Veleno: Il veleno dei polpi è un supertossico neurale: ha una potenza stratosferica, con un LD50 di 0,004 mg/Kg, il valore in assoluto più basso (quindi più letale) registrato negli animali velenosi. 100 volte più potente di quello di un cobra, circa 33 volte più potente rispetto a quello di una Phoneutria nigriventer o 40 volte quello di un Atrax robustus.
È un cocktail di neurotossine che include la specifica maculotossina (si tratta in realtà della tetrodotossina TTX, la stessa del Conus geographus e del pesce palla), il cui effetto principale è il blocco dei canali di sodio nei neuroni e nei muscoli scheletrici, che porterà all’arresto respiratorio. Le altre sostanze, che potenziano e amplificano l’efficienza del veleno, sono 5-idrossitriptamina, ialuronidasi, tiramina, istamina, triptamina, octopamina, taurina, acetilcolina, e dopamina.
Ha quindi un effetto molto “discreto”, velocissimo e silenzioso, che permette al polpo di agire e nutrirsi indisturbato, senza attirare l’attenzione dei suoi predatori.
Il veleno ha due componenti, prodotti in ghiandole distinte e indipendenti da batteri simbionti dell’animale: l’effetto più devastante si ha quando le componenti si combinano dando appunto vita al “cocktail”. Questo viene utilizzato soltanto per la difesa e non per la predazione.

 

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               I Video

Video novità caricato 08/01/2016- Anillos azules stato registrato in Stretto di Lembeh (North SulawesiIndonesia).

 




“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“


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