Primi contatti con il comandante

13 FEBBRAIO 2011

Un contatto radio è stato stabilito con il comandante della petroliera italiana “Savina Caylyn”, sequestrata tre giorni fa dai pirati in Oceano Indiano. Secondo quanto si è appreso, il comandante, Giuseppe Lavadera, avrebbe detto che l’equipaggio sta bene. A ridosso della petroliera, intanto, è ormai arrivata la nave della Marina militare italiana Zeffiro: per il momento, si limita a monitorare la situazione. Sulla vicenda viene mantenuto uno stretto riserbo e non si sa con chi il comandante della motonave abbia parlato: secondo quanto è stato possibile apprendere, tuttavia, avrebbe tranquillizzato sulle buone condizioni generali dell’equipaggio.

A bordo della petroliera ci sono cinque italiani (un marittimo di Gaeta, uno di Trieste e tre campani, compreso lo stesso comandante) e 17 indiani. La motonave – che era in navigazione in pieno Oceano Indiano – è stata attaccata a colpi di mitra e lanciarazzi da parte di cinque persone su un barchino, sicuramente messo in mare da una cosiddetta “nave-madre”, che sono poi riuscite a salire a bordo e a prenderne il controllo. Lo stesso giorno del sequestro c’è stato un primo contatto telefonico tra la società armatrice – la Fratelli D’Amato di Napoli – e uno dei rapitori, che però non parlava inglese.

In sottofondo, tuttavia, è stato sentito parlare il comandante La posizione della petroliera è costantemente monitorata dall’Italia, anche attraverso i satelliti del programma Cosmo SkyMed, che hanno confermato l’avvicinamento della motonave alle coste della Somalia. Sulle sue tracce si sono subito messe diverse navi militari, tra cui due italiane ed altre delle flotte antipirateria Nato e Ue. In particolare, la fregata della Marina militare Zeffiro è ormai a ridosso della petroliera e sta controllando la situazione. A bordo dell’unità, secondo quanto è stato possibile apprendere, si trovano anche uomini delle forze speciali italiane. L’ipotesi di mettere a bordo dei militari per garantire la sicurezza dei cargo in navigazione nelle acque infestate dai pirati è caldeggiata dagli armatori ed una pianificazione in questo senso è stata anche messa a punto dallo Stato maggiore della Marina, ma il ministro della Difesa La Russa ha fatto sapere di essere più propenso all’impiego di guardie giurate. Vigilantes, «come avviene per le banche».

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