Tabella di decompressione

Una tabella di decompressione è lo strumento tradizionale per programmare le immersioni subacquee, è usata per stabilire l’esatta decompressione per desaturarsi dall’azoto assorbito durante l’immersione in maniera sufficiente a non incorrere nei rischi di embolia o MDD. In seguito è stata creata la tabella di immersione ricreativa, quella che è usata oggi per l’uso amatoriale al fine di rimanere nella zona di sicurezza ed evitare quindi di doversi sottoporre a delle soste obbligatorie e utilizzata e consigliata dalle più importanti agenzie didattiche di immersione. L’uso delle due tabelle è distinto. La prima si usa nel caso di programmazione di immersione con la necessità di soste di decompressione, la seconda per evitare di superare i limiti di non decompressione. La tabella di decompressione da portare sott’acqua è generalmente in plastica e indica una serie di dati necessari per immersioni di tipo sportivo, e quindi limitata a immersioni di breve durata e di bassa e media profondità, da – 15 a – 50 metri. Le tabelle complete, e che riportano anche i dati di tempo e profondità fino a situazioni eccezionali, compreso i dati di immersione ripetitiva con relativi gruppi di appartenenza di azoto residuo, sono tabelle di numerose pagine in formato cartaceo, e con relative numerose e dettagliate istruzioni, e sono utilizzate generalmente per la gestione delle camere iperbariche e per le immersioni impegnative sia professionali che militari.

Le prime tabelle, di cui gli appassionati hanno potuto disporre, sono state quelle della US Navy – Marina Militare degli Stati Uniti, pubblicate da John Scott Haldane, Arthur Boycott e Guybon Damant nel 1912.

Questo strumento, nato per esigenze belliche, è stato l’unico supporto a disposizione dei subacquei fino alla metà degli anni ottanta, con tutti i suoi limiti di sicurezza, dovuti soprattutto alla diversa destinazione per cui era stato elaborato.

Con il progressivo interesse delle industrie e delle associazioni didattiche sono state elaborate, soprattutto negli Stati Uniti e in Svizzera, delle nuove tabelle studiate per gli sportivi e sperimentate su persone normali (giovanissimi, donne e anche anziani) a differenza di quelle militari, che ovviamente erano state verificate solo su giovani preparati fisicamente e di sesso maschile.

Per tutti i motivi che precedono l’immersione, per essere sicura, dovrà essere limitata in relazione alla profondità e al tempo che si desidera trascorrere sott’acqua.

Le nuove tabelle sono meno permissive, ma assolutamente più sicure, soprattutto nelle immersioni successive. È evidente che per godere della loro affidabilità bisogna rimanere all’interno dei parametri consigliati e dimenticare le avventurose immersioni effettuate fuori la cosiddetta curva di sicurezza con lunghissime tappe di decompressione caratteristiche dei pionieri di questo sport, soprattutto italiani e francesi.

Su questi nuovi studi all’inizio degli anni novanta hanno fatto la loro comparsa sul mercato i primi computer subacquei che rendono facile e sicura l’immersione sportiva, non dimenticando che essendo apparecchi elettronici, possono essere soggetti a guasti e quindi si deve sempre avere con sè orologio, profondimetro e tabelle.

Una immersione in curva di sicurezza è un’immersione che permette la risalita diretta in superficie, ovvero senza tappe di decompressione, sempre nel rispetto della velocità di risalita ed effettuando una sosta di sicurezza generalmente a 3/5 metri per alcuni minuti.

Le più comuni tabelle di decompressione sono quelle della US Navy, le tabelle Bühlmann, le 88 tabelle della BSAC e quelle della PADI.

Le nuove tabelle sono meno permissive, ma assolutamente più sicure, soprattutto nelle immersioni successive.

2 comments

  1. Smithb521 ha detto:

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