Tortuga

Tortuga (Île de la Tortüe in francese, il Latòti in creolo haitiano) è un’isola del Mare dei Caraibi situata a nord dell’Isola di Espanola e separata da questa dal Canal de la Tortüe. Politicamente fa parte della Repubblica di Haiti, e precisamente del Dipartimento del Nord-Ovest (capoluogo Port-de-Paix), di cui l’isola costituisce un comune. Lunga 37 km e larga 7 km copre un’area di circa 180 km², il suo territorio è prevalentemente montagnoso e roccioso. La popolazione è passata dai 22.000 abitanti del 1982 ai 30.000 rilevati dal censimento del 2004, per una densità di 160/km².

Il nome spagnolo ‘Isla de la Tortuga’ deriva dal fatto che una montagna al suo centro la fa assomigliare ad una tartaruga vista dal mare.
L’isola della Tortuga fu inizialmente abitata da coloni spagnoli. Nel 1629 altri coloni inglesi e francesi, provenienti da Saint-Christophe, arrivarono sull’isola. Quattro anni più tardi gli spagnoli provenienti da Espanola, al comando di Don Fabrique de Toledo attaccarono i nuovi venuti. Nel 1633 furono importati i primi schiavi dall’Africa per le locali piantagioni: lo sfruttamento della manodopera servile non diede i risultati previsti, per cui dopo pochi anni cessarono le deportazioni. Nel 1635 e nel 1638, spedizioni militari spagnole sconfissero francesi ed inglesi, ma non si stabilirono in modo permanente sull’isola, permettendo a pirati e coloni di farvi presto ritorno. I coloni ampliarono le fortificazioni spagnole e nel 1640 costruirono Fort de Rocher, affacciato sull’unico porto naturale. Da quel momento in poi l’Isola della Tortuga fu divisa tra coloni inglesi e francesi che permisero ai filibustieri di usare l’isola come base principale delle loro operazioni.

Dal 1640 i bucanieri della Tortuga divennero noti come i Fratelli della Costa. La popolazione pirata era composta per la maggior parte di francesi e inglesi con un piccolo numero di olandesi. Nel 1645 il governatore francese, nel tentativo di normalizzare e controllare la situazione, importò nell’isola ben 1.650 prostitute. Dal 1670, quando l’epoca dei bucanieri era ormai in declino, la maggior parte dei pirati si concentrarono sull’attività di taglio e commercio di legna dell’isola. Nello stesso periodo un pirata inglese cercò di imporsi e invitò i pirati dell’isola a salpare con lui. Furono ingaggiati dai francesi che li utilizzarono per avere un maggior controllo sulla regione caraibica. Nei fatti non vi fu mai un vero controllo sui pirati e la Tortuga rimase un covo ideale dei bucanieri. Nel 1680 una legge del Parlamento stabilì il divieto di navigare sotto bandiere straniere il che costituì un duro colpo per i pirati dei Caraibi. Gli accordi di Ratisbona del 1684, firmati dalle potenze europee, tentarono di arrestare questa forma di pirateria. Nel 1697, guidati dal governatore francese Jean-Baptiste Du Casse, un migliaio di filibustieri e bucanieri provenienti dalla Tortuga e dalla vicina Saint-Domingue parteciparono alla presa di Cartagena, a tutt’oggi considerato il saccheggio più fruttuoso della storia della Marina francese.

A partire dagli anni novanta del XVII secolo l’isola si spopolò. Si riprese, in parte, verso dopo il primo quarto del Settecento, con la costituzione di alcune piantagioni di canna da zucchero.

Durante la guerra di indipendenza di Haiti fu l’ultima roccaforte dell’esercito francese.

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