Uomini e donne di mare


Donne e mare, una realtà, un sogno, una fantasia


C’era una volta un uomo, e la sua barca, e il Mare.
Pescatore era il suo nome, e Vita la sua barca, e la sua donna il Mare.
Null’altro conosceva il pescatore oltre la sua rete,
e vento-che-porta-pesce,
e scoglio-che-lacera-le-Reti.
Alba sorrideva alla sua partenza, e Notte lo riportava a terra,
e Tempesta e Turbine erano sue compagne.
E il sale coprì la sua pelle,
e il sole sbiancò i suoi capelli,
e il vento rinsecchì il suo volto.
E anche quando le sue braccia furono troppo stanche per le reti,
e i remi troppo pesanti per il suo corpo di vecchio,
ugualmente prese il mare,
e dolcemente affidò il corpo alle correnti marine.
E incontrò Vento e Scoglio,
e Tempesta e Turbine gli si fecero dappresso a giocare con lui.
E nel gioco Mare entrò nella sua barca,
e Tempesta e Turbine si divisero la sua vela,
e Scoglio rubò la sua rete,
e Vento coprì la sua voce.
E acqua di mare fu il suo sangue,
e alghe i suoi capelli, e onde le sue dita.
E conobbe le città degli abissi e le stirpi dei pesci,
e i porti delle navi affondate e le foreste di pietra,
e il canto degli annegati e il rifugio delle sirene,
il castello degli ippocampi e le danze delle nereidi.
E d’un tratto più non fu stanco,
le sue braccia tornarono vive, e i suoi occhi limpidi.
E di nuovo tornò alle sue reti,
e su una barca più bianca riprese a percorrere il mare,
sulla rotta dei delfini,
dove il mare diventa cielo

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