Cantieri Baglietto

Pietro Baglietto, fondatore dei cantieri omonimi, nasce nel 1841 a Varazze.

Soprannominato “Muntagnin”, fonda nel 1854 il “suo” cantiere nel capanno di un orto a cento metri dal mare dove inizia con la costruzione di piccoli scafi di gozzi e canotti e ben presto si orienta verso lo yachting iniziando a costruire imbarcazioni da diporto.

La prima barca da regata è il cutter Rosy, di 7m e 50, costruito per il conte Giuseppe Ponza di San Martino. Nel 1888 nascono la Barchetta, commissionata da un gruppo di notabili genovesi e offerta in dono a Papa Leone XIII in occasione del suo giubileo sacerdotale e per il Rowing Club di Genova, l’imbattibile jole Ora e Sempre.

Ma Pietro non si accontenta, richiamato dall’eco delle grandi gare in Francia, in Inghilterra e in America.

1881

Il primo cantiere Baglietto è ancora un cortile, 200 metri quadrati di superficie all’interno dell’abitato di Varazze, lontano dalla spiaggia. Soltanto nel 1890 Pietro Baglietto otterrà la prima concessione di arenile: comincia per la sua industria un’era nuova di intenso lavoro di prosperità. In questo stesso periodo nascono i primi Club Nautici e gli appassionati fanno a gara per avere un Baglietto.

Nel 1891 Henry Cassinelli gli affida la modifica di un famoso yacht da regata, il Miss Mary, che si trasforma in un campione.

Il canotto Wasp ottiene ogni primato nel ’94.

L’ultimo decennio dell’Ottocento vede ancora la firma su scafi passati alla storia: Ry, Mignon, Febo, Eolo, Cisco, Nibbio, Furia, Baby, Nemo, Elena.

1906

All’inizio nel Novecento appaiono sulle spiagge i primi “canotti automobili”, com’erano allora chiamate le imbarcazioni da diporto a motore. Pietro manifesta subito il proprio entusiasmo per la novità e vara i suoi primi motoscafi. E nel 1906 ottiene un nuovo primato: dai Cantieri Baglietto prende il largo il più grande yacht da crociera con “motore ad esplosione” – ancora con vela ausiliaria – mai costruito in Italia fino ad allora: Giuseppina, un natante da 22,60 m di lunghezza e 33 tonnellate.
Nel 1911 muore Pietro Baglietto; la direzione del cantiere passa al figlio Bernardo.

1915

In questo periodo i cantieri Baglietto sono impegnati principalmente dalle commesse governative: MAS e idrovolanti.

Il Motoscafo armato silurante o Motoscafo anti sommergibile, più conosciuto con l’acronimo MAS (originariamente derivante da Motobarca Armata SVAN), era una piccola e veloce imbarcazione usata come mezzo d’assalto dalla Regia Marina durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Si trattava di un motoscafo da 20-30 ton. di dislocamento, con una decina di uomini di equipaggio e armamento costituito generalmente da 2 siluri e alcune bombe di profondità. Il loro impiego era sia come pattugliatori anti sommergibile che come mezzi da attacco insidioso alle navi della flotta austriaca, a seconda degli equipaggiamenti.

L’ineffabile “Vate”, Gabriele d’Annunzio, certo un estimatore dell’audacia che tali mezzi richiedevano, utilizzò la sigla MAS per il suo motto: Memento Audere Semper.

1923

Il primo conflitto mondiale è alle spalle e per i cantieri Baglietto il dopoguerra segna il ritorno alla realizzazione d’imbarcazioni da diporto con una clientela che annovera personalità appassionate di vela e di motonautica: Virginie Hèriot, il re di Spagna Alfonso XIII, Guglielmo Marconi e l’allora principe ereditario Umberto II.

Ma sono anni contrassegnati soprattutto da memorabili imprese sportive. Negli anni ’20 e ’30 è interminabile l’elenco dei successi conseguiti nelle più prestigiose competizioni europee e d’oltreoceano.

Nel 1923 Baglietto I trionfa a Monaco battendo il record di velocità nella sua categoria e conseguendo un doppio primato: è infatti la prima imbarcazione italiana ad ottenere un record mondiale.

1929

Vincenzo Vittorio Baglietto, laureatosi in ingegneria navale a Glasgow dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, torna a casa e diventa il nuovo progettista del cantiere.

Suo è il progetto del primo Dodici Metri costruito in Italia: La Spina.

“La Spina infatti – malgrado delle finissime linee di carena che permettono di pronosticarlo ottimo camminatore – venne dotato di comodissime sistemazioni interne comprendenti un salone, una cabina padronale, un’altra cabina per ospite, una saletta nautica, una cucina, un gabinetto da bagno, locale equipaggi, ecc, ecc…”

Bisognerà attendere il 1985 per vedere lo scalo dei cantieri occupato da un altro Dodici, Italia I progettato da Giorgetti e Magrini in vista della Coppa America 1987 in Australia.

1930

L’archivio fotografico del cantiere testimonia come sin dal 1929 Baglietto abbia partecipato alle più importanti esposizioni Nazionali ed Internazionali.

A Barcellona, nel 1929, il cantiere presenta uno dei battelli automobile che lo resero famoso nei primi anni di attività, piccole barche a motore da diporto che oggi fanno un po’ sorridere, ma che all’epoca erano già considerati oggetti di lusso. La Fiera Campionaria di Milano era un appuntamento internazionale importantissimo per l’industria italiana dell’epoca. Al suo interno, già nei primi anni ‘30, Baglietto si era ritagliato uno spazio molto importante, quasi egemone, nel settore delle imbarcazioni da diporto, a vela e a motore, grandi e piccole. Tanto che tra i suoi clienti ed estimatori poteva annoverare nomi della grande industria italiana, ma anche personaggi politici al vertice delle istituzioni. Una storia lunga ed importante, una tradizione che si offre al pubblico da molto tempo.

1933

Gabriele d’Annunzio, poeta e soldato, uomo immaginifico oltre ogni dire, visse intensamente. Amava le donne, il lusso e le imprese audaci. La sua idea fissa era andare oltre: oltre il normale, oltre il limite. Fu un entusiasta pioniere di tutti gli sport motoristici. Il motore è velocità e il Poeta ne è un adoratore.

Componendo “L’Alcione” aveva scritto:
“Rapidità, Rapidità, gioiosa vittoria
sopra il triste peso, aerea febbre,
sete di vento e di splendore,
moltiplicato spirito nell’òssea mole,
Rapidità, la prima nata
dall’arco teso che si chiama Vita!”

La grande passione per la motonautica e la profonda conoscenza dei Baglietto lo spingono a commissionare ai Cantieri la realizzazione della propria barca.

1948

Caroly: un nome che ci riporta nel lontano 1948, quando Riccardo Preve decide di dedicare la sua nuova barca all’amata compagna Carolina Preve da Alassio…
Caroly: uno yawl progettato da Vittorio Baglietto, 23.66 metri e 54 tonnellate, costruito con preziose essenze di teak, iroko, mogano. Appena varata, parte per l’attraversata dell’Atlantico, che compie in meno di quattro mesi.

Solo nel 1956 Riccardo Preve riporta Caroly a Genova passando da New York, e dopo la sua morte, nel 1983, lo yawl viene donato dai figli alla Marina Militare. Da 25 anni Caroly, così come Vespucci, Palinuro, Stella Polare e Corsaro II, è arruolato nella flotta dello Sport Velico come nave scuola per l’addestramento degli allievi della Marina Militare; comandato da 27 Ufficiali, ha percorso 54000 miglia, visitando ben 435 porti nazionali ed esteri.

Sono passati 59 anni dal varo e Caroly dimostra di essere ancora in ottima forma.

1951

Nel periodo postbellico si mettono al timone dell’azienda Pietro Baglietto che sulla scia del nonno e dello zio si dedica alla progettazione e, il cugino Giampietro che segue il settore commerciale ricoprendo dal 1969 al 1977 la presidenza dell’Unione Nazionale Cantieri e Industrie Nautiche e Affini.

Pietro Baglietto junior firma la sua prima importante imbarcazione nel 1951: si tratta del III classe RORC Lanzerota che si caratterizza per l’estrema leggerezza e la modernità anticipatrice delle soluzioni adottate.

Proprio negli Anni ’50 e ’60 i Cantieri riprendono il filo di una tradizione agonistica ricca di vittorie con la costruzione di vari 5,5 metri S.I. E fioccano gli allori: il Twins VI trionfa nella “Coppa d’Italia” a Helsinki (1953) e a Genova (1954), il Twins VII conquista in Svezia a Sandhamn, primo successo italiano, la “Coppa d’Oro” nel 1955, e l’anno successivo, la “Coppa di Francia” a Ginevra. Conclude la serie nel 1964 il Voloira III progettato da Ray Hunt.

1960

Si è conclusa la Seconda Guerra Mondiale e, non tra poche difficoltà, il marchio Baglietto riconverte in parte la sua produzione ritornando a piene vele alla costruzione di barche da regata e da diporto, alcune frutto della “trasformazione” di imbarcazioni militari. Meritano una menzione lo yacht con motore ausiliario Caroly di Riccardo Preve che nel 1948-1949 compie la regata Genova – Buenos Aires e gli yacht della prima classe RORC Miranda IV, Mait I, Ea (“Nastro Azzurro” del Mediterraneo nel 1953 e nel 1956) e Mait II, l’ultima barca a vela maggiore costruita da Baglietto (1956). Partecipa nel 1959, primo yacht italiano, alla regata del Fastnet. Vince nel 1960 nella sua classe la regata per l’Olimpiade di Napoli Cannes Ischia (360 miglia).

1963

“Siamo stati i primi. Restiamo i migliori”

Era il 1963, uno dei primi anni in cui si svolgeva il Salone Nautico di Genova, e Baglietto si poteva già permettere di presentarsi così ai visitatori!

Una frase genuina, senza complicate teorie pubblicitarie, dettata soprattutto dal sano orgoglio di un cantiere che negli anni aveva continuato a crescere, e stava vivendo un successo incredibile e più che meritato, dovuto anche all’evoluzione tecnica maturata durante la Seconda Guerra Mondiale che aveva reso il Cantiere Baglietto ancora più protagonista della nostra storia, e non solo di quella nautica.

Nei primi anni ’60 Baglietto partecipava a molte manifestazioni campionarie o di settore, a cominciare dal primo Salone Nautico di Genova, quando questo era solo una piccola esposizione ed il biglietto per i visitatori costava ben 250 lire!

1967

Negli anni 60 l’avvento del compensato marino consentì di applicare nuove tecniche costruttive, tra cui la prefabbricazione degli interni.

Le carene dell’ing. Pietro Baglietto consentivano prestazioni sempre più brillanti. La serie “M” composta da 5 modelli introdusse innovazioni di stili e di struttura che avrebbero modificato per sempre la forma del motor Yacht. Elemento dirompente fu la comparsa del FLYING BRIDGE, un intelligente sfruttamento del tetto della sovrastruttura. Complessivamente furono costruiti 196 scafi della serie “ M” con ben 72 esemplari del solo modello 20M

1974

Con gli anni settanta inizia l’era dell’alluminio che caratterizzerà da quel momento la produzione Baglietto per tutti gli anni a venire.

Insieme all’alluminio vengono applicate soluzioni tecnologiche d’avanguardia, volte ad ottenere prestazioni strabilianti, come la propulsione a idrogetto del Chato che consentiva a un motoryacht di 26 metri di raggiungere i 62.5 nodi.

1987

L’inizio degli Anni Ottanta rappresenta per Baglietto un altro traguardo grazie alla costruzione del primo megayacht moderno della storia.

Adler, stilizzato da Alberto Mercati fu infatti il primo megayacht nella concezione moderna, contemporanea del termine.

Lungo 35 metri, spinto da idrogetti era in grado di raggiungere oltre 36 nodi di velocità massima.

1991

Con Maffy Blue, varato nel 1991 e costruito interamente in alluminio, Aldo Cichero, che aveva lungamente lavorato in cantiere, introduce una svolta stilistica radicale nel linguaggio del megayacht planante. 33 metri di lunghezza fuori tutto, 30 nodi di velocità massima, Maffy Blue coniuga una linea che farà scuola con una lussuosità di interni che crea un nuovo standard nel segmento.Lo styling deciso e definito di Maffy Blue viene applicato anche ad una dimensione più contenuta. 30 m fuori tutto, costruito interamente in alluminio, Alba è stato varato due anni dopo Maffy Blue. Con questa conferma stilistica nasce il concetto di “serie” che verrà sviluppato nella produzione contemporanea.

1994

Un’altra costruzione assolutamente innovativa segna la storia del Cantiere. Nasce dalla penna di Francesco Paszkowski, progettista di riferimento per la linea di Baglietto, OPUS.

Primo grande open sportivo di 29 metri, poteva navigare a 40 nodi. Il binomio Cantieri Navali Baglietto e Paszkowski con la realizzazione di Blue Princess, l’Ischia 115’, viene consacrato da Boat International che conferisce il premio assoluto per miglior designer e miglior barca dell’anno 2006.

1996

Con l’acquisizione dell’ex Cantiere Ferrari di La Spezia, Cantieri Navali Baglietto entra in una nuova, dinamica fase, aumentando enormemente la propria capacità produttiva estendendola anche a serie di modelli dislocanti che sono già diventati un punto di riferimento nel settore, come i plananti lo sono da sempre.

Il Cantiere di Varazze

Location

La sede storica dei Cantieri Baglietto è in fase di completa ristrutturazione. All’interno della nuova marina del porto di Varazze , il Cantiere dispone di proprie banchine così da offrire ai propri clienti non solo un ampio piazzale e capannoni adibiti alla costruzione di nuove unità, ma anche ormeggi per lavori di assistenza e invernaggio.

Varazze

P.zza S. Baglietto, 3
17019 Varazze (SV) – Italy
tel. +39 019 95901
fax +39 019 96515
email: [email protected]

Il Cantiere di La Spezia

Location

Il Cantiere di La spezia, recentemente ristrutturato, ha una superficie di 25.000 mq di cui 8.000 mq coperti da 3 capannoni per l’ottimizzazione di tutti i processi produttivi. L’installazione di un travel lift di capacità 720t – il più grande del Mediterraneo – in grado di sollevare yacht fino a 65m di lunghezza ne fa un centro refitting di primaria importanza.

La Spezia

V.le S. Bartolomeo, 414
19126 La Spezia – Italy
tel. +39 0187 59831
fax +39 0187 564765
email: [email protected]

Fonte: baglietto.com

"Articolo riprodotto a solo scopo didattico,divulgativo ed informativo"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.