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Campania Videos,Vico Equense,Sorrento,Capri,Positano,Gaiola

Scoglio del Vervece – Marina di Massa Lubrense- Costiera Sorrentina
Campania Videos, Vico Equense, Sorrento, Capri, Positano, Penisola sorrentina, la Gaiola

In questo articolo alcuni video di produzione di *Filmati Di Mare* con il tema: Campania

  1. Angoli di Paradiso Italiano: LA GAIOLA (NA)
  2. A città ‘e pulecinella
  3. Costa da Punta Campanella a li Galli
  4. Penisola Sorrentina: Da Vico Equense a Positano, via terra
  5. Isola di Capri, un mare da favola
  6. Tramonto sul mare: Penisola Sorrentina; Sunset on the sea.
  7. Penisola Sorrentina, Vico Equense.

Alcuni articoli (Campania) pubblicati sul nostro blog con molte foto ed info

Shark Videos III

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Shark Videos II


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Shark Videos

 

 

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ATLANTIDE,Continente Perduto: Un Documentario

Atlantide (in greco Ἀτλαντίς, gen. Ἀτλαντίδος, “figlia di Atlante”) è un’isola leggendaria, il cui mito è menzionato per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia.

Secondo il racconto di Platone Atlantide sarebbe stata una » Read more..

IL TRIANGOLO DELLE BERMUDA: un documentario


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PIRATERIA – 2000 ANNI SUL MARE

“Sono stato onorato di servire le balene, delfini, foche. – e tutte le altre creature sulla Terra la loro bellezza, intelligenza, forza e spirito mi hanno ispirato Questi esseri hanno parlato con me, mi hanno toccato, e sono stato premiato con amicizia da tutti i membri di specie diverse. Se le balene sopravvivono e prosperano, se continuano a vivere e a partorire, e se posso contribuire a garantire la loro futura prosperità, sarò sempre felice ” – Paul Watson [capitano Sea Shepherd]

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Miti e leggende di mare

Il Segreto delle “Donne Acqua”

In una notte di luna piena, le nuvole decisero di porsi in cerchio attorno a lei perché gli uomini potessero, nella sfera di luce, vedere il segreto dell’Acqua.
Fu così che tutti gli occhi della gente, come calamite, salirono altissimi nel cielo.
Solo loro, come piccole navi, si disposero in » Read more..

Uomini e donne di mare


Donne e mare, una realtà, un sogno, una fantasia


C’era una volta un uomo, e la sua barca, e il Mare.
Pescatore era il suo nome, e Vita la sua barca, e la sua donna il Mare.
Null’altro conosceva il pescatore oltre la sua rete,
e vento-che-porta-pesce,
e scoglio-che-lacera-le-Reti.
Alba sorrideva alla sua partenza, e Notte lo riportava a terra,
e Tempesta e Turbine erano sue compagne.
E il sale coprì la sua pelle,
e il sole sbiancò i suoi capelli,
e il vento rinsecchì il suo volto.
E anche quando le sue braccia furono troppo stanche per le reti,
e i remi troppo pesanti per il suo corpo di vecchio,
ugualmente prese il mare,
e dolcemente affidò il corpo alle correnti marine.
E incontrò Vento e Scoglio,
e Tempesta e Turbine gli si fecero dappresso a giocare con lui.
E nel gioco Mare entrò nella sua barca,
e Tempesta e Turbine si divisero la sua vela,
e Scoglio rubò la sua rete,
e Vento coprì la sua voce.
E acqua di mare fu il suo sangue,
e alghe i suoi capelli, e onde le sue dita.
E conobbe le città degli abissi e le stirpi dei pesci,
e i porti delle navi affondate e le foreste di pietra,
e il canto degli annegati e il rifugio delle sirene,
il castello degli ippocampi e le danze delle nereidi.
E d’un tratto più non fu stanco,
le sue braccia tornarono vive, e i suoi occhi limpidi.
E di nuovo tornò alle sue reti,
e su una barca più bianca riprese a percorrere il mare,
sulla rotta dei delfini,
dove il mare diventa cielo

Terre di Mare

 

 


Sicilia, terra di suli,
Sicilia terra d’amuri,
Sicilia, la tò biddizza,
la tò ricchezza è granni assà,
ma ‘nti li nostri cori
nun c’è filicità.
Sicilia bedda sì, ma chi tristizza !
Quannu tu soffri,
ma quanta amarezza.
Sicilia, sì terra ‘ncantata,
sì terra d’amuri
e di duluri.
‘Mmezzu l’azzurru mari
Si senti lu tò profumu,
ma spissu c’è lu distinu
ca ti firisci senza pietà,
e ‘nti li nostri cori
nun c’è filicità.
Sicilia bedda sì, ma chi tristizza !
Quannu tu soffri,
ma quanta amarezza.
Sicilia, sì terra ‘ncantata,
sì terra d’amuri
e di duluri.
Sicilia, sì terra ‘ncantata,
sì terra d’amuri
e di duluri.


Il nome di Calabria in se stesso ha non poco di romantico. Nessun’altra provincia del Regno di Napoli offre tale interesse promettente o ispira tanto prima di avervi messo piede. “Calabria!”, appena il nome è pronunziato, un mondo nuovo si presenta alla nostra mente, torrenti, fortezze, tutta la prodigalità dello scenario di montagna, cave, briganti e cappelli a punta, la signora Radcliffe e Salvator Rosa, costumi e caratteri, orrori e magnificenze senza fine!


U RUSCIU TU MARE
Na sira ieu passai te li patuli,
e ‘ntisi le cranocchiule cantare.
A una una ieu le sintia cantare,
ca me pariane u rusciu te lu mare.
U rusciu te lu mare e mutu forte,
la fija te lu re se ta alla morte.
Iddha se ta alla morte e ieu alla vita,
la fija te lu re sta se ‘marita.
Iddha sta ssè ‘marita e ieu me ‘nzuru,
la fija te lu re me ta nu fiuru.
Iddha me ta nu fiuru e ieu na parma,
la fija te lu re sta ba alla Spagna.
Iddha sta bbà alla Spagna e ieu n’Turchia,
la fija te lu re la zzita mia.
E vola vola vola, colomba, vola,
e vola vola vola, colomba mia….
….ca ieu lu core meu te l’aggiu ddare
E vola vola vola, colomba, vola,
e vola vola vola colomba mia….
….ca iue lu core meu, te l’aggiu datu.


Non potho reposare amore e coro
pensende a tie soe donzi momentu.
No istes in tristura prenda e oro
né in dispiacere o pessamentu.
T’assicuro ch’a tie solu bramo,
ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.
Amore meu prenda de istimare
s’affettu meu a tie solu est dau;
s’are iuttu sas alas a bolare,
milli bortas a s’ora ippo bolau;
pro benner nessi pro ti saludare,
s’attera cosa non a t’abbissare.
Si m’esseret possibile d’anghelu
d’ispiritu invisibile piccabo
sas formas; che furabo dae chelu
su sole e sos isteddos e formabo
unu mundu bellissimu pro tene,
pro poder dispensare cada bene.


Il Parco sommerso di Gaiola è una piccola area marina protetta di 42 ettari di mare che circonda le Isole della Gaiola nel golfo di Napoli e che si estende dal Borgo di Marechiaro alla Baia di Trentaremi, istituita congiuntamente dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali nel 2002.
L’area è incastonata nel paesaggio costiero di Posillipo, a poca distanza dal centro della città di Napoli. La sua peculiarità è dovuta alla fusione tra elementi vulcanologici, archeologici e biologici. Sui fondali del Parco, infatti, è possibile osservare i resti di porti, ninfei e peschiere attualmente sommersi a causa del lento sprofondamento della crosta terrestre (bradisismo). Tutti questi, sono in gran parte afferenti alla Villa Imperiale di Pausilypon, affiancata dai resti dell’imponente Teatro, appartenuti al liberto romano Publio Vedio Pollione (I secolo a.C.). Il Parco ha anche una notevole importanza biologica: l’estrema complessità geomorfologica dei suoi fondali e la continua vivificazione delle sue acque, garantita dal favorevole sistema di circolazione delle acque costiere, hanno permesso l’insediamento in pochi ettari di mare di numerose comunità biologiche marine tipiche del Mediterraneo.
I dolci pendii digradanti verso il mare e le alte falesie di tufo giallo napoletano (15Ka), ammantate dai colori della macchia mediterranea hanno da sempre esercitato un fascino particolare sui popoli che qui si sono succeduti.