COME SI NAVIGA SUL MARE (Parte 1)

 COME SI NAVIGA SUL MARE (Parte 1)

Il Cutty Sark , clipper inglese

COME SI NAVIGA SUL MARE (Parte 1)

*Gli oggetti Nautici sulle navi di ieri e di ogni tempo*

07/02/2012

Prima di vedere od anche conoscere alcuni degli oggetti marini di uso comune sulle navi di ieri e di ogni tempo e conoscere come funzionavano gli strumenti antichi ed a cosa servivano, vediamo come si naviga. *Ser*

NELLA FOTO:Il Cutty Sark è un clipper inglese con stazza di 963 tonellate, varato il 22 novembre 1869 nei Cantieri Navali di Scott & Linton a Dumbarton, in Scozia. Navigò sulla rotta delle Indie per il commercio del tè e della lana.

Deve il suo nome (Cutty Sark significa “camiciola, sottoveste” in lingua scozzese) alla polena che ne adorna la prua e che raffigura la strega semi-svestita Nannie, personaggio del componimento Tam O’Shanter del poeta scozzese Robert Burns.

COME SI NAVIGA SUL MARE (Parte 1)

Un rapido sguardo sui metodi che furono e sono usati dall’uomo per navigare, dai tempi di Omero agli ultimi ritrovati dell’odierna radionavigazione.

Da ” Le Vie d’Italia ” del 7 Luglio 1955-

La navigazione ,come ognuno sa,è l’arte di andare per mare,ma, oltre a questo significato generico,il termine ne ha un altro più specifico e ristretto e vale la “scienza della navigazione”,l’insieme cioè delle conoscenze teoriche,e dei metodi applicati usati per dirigersi da un punto all’altro sul mare,e per conoscere in ogni momento la propria posizione.
E’ una scienza vastissima,vecchia quanto l’uomo,che è andata man mano evolvendosi appoggiandosi sempre su una più solida base matematica.,ed avvalendosi,col trascorrere dei secoli,delle nuove cognizioni che l’umanità andava acquistando nelle varie branche del sapere.
Scopo di queste note è di dare qualche idea,in modo elementare,dei metodi che furono e sono usati dall’uomo per navigare sul mare.
Ai tempi di Omero,navigare era facile :bastava fare amicizia con una Dea,portarsela a bordo,ed essa forniva subito un vento favorevole,che conduceva la nave a destinazione.
In realtà,data anche la distesa di mare relativamente piccola che gli antichi conoscevano,quando navigavano cercavano di seguire,per quanto possibile,le coste,e ce lo dice anche San Paolo nella famosa relazione del suo viaggio.
In quei tempi,anteriori alla conoscenza delle proprietà dell’ago calamitato,i percorsi fuori vista di terra si seguivano per pratica,servendosi delle indicazioni sommarie date dal corso degli astri : la Stella Polare indicava il Settentrione,come già sapevano i Fenici,mentre i punti in cui il Sole si levava e tramontava,indicavano con una certa approssimazione il Levante ed il Ponente.
I Greci ed i Romani non usarono tracciare la rotta sulla carta,per quanto ai loro tempi già esistessero le carte,ed anche, in forma embrionale,quelle raccolte di istruzioni nautiche che noi chiamiamo “Portolani”,e che allora erano detti “Peripli”.
Il più antco cosmografo conosciuto che si basasse su quelle cognizioni scientifiche che i suoi tempi potevano dargli fu Erastotene da Cirene,bibliotecario di Alessandria,che visse un secolo e mezzo prima dell’era volgare,regnante Tolomeo Filadelfo.Erastotene si servì delle relazioni dei viaggi in Oriente di Onesicrito e di Megastene per tracciare le sue carte fino all’India,e delle relazioni di Pytheas di Marsiglia per la parte occidentale del Mediterraneo.

 

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“

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