COME SI NAVIGA SUL MARE (Parte 9)

COME SI NAVIGA SUL MARE (Parte 9)

9-La timoneria della nave ” Vettor Pisani “
In primo piano il ricevitore radar-Foto Ferruzzi-Venezia-
Tutti questi strumenti,coi quali si possono misurare gli angoli sia verticali sia giacenti in un qualunque piano e che sono ancora oggi in uso comune,fecero segnare un bel passo avanti alla navigazione e all’idrografia.

LE RETTE D’ALTEZZA
La rivoluzione più notevole,nel campo della navigazione astronomica,che ebbe luogo nel secolo XIX°, è dovuta all’introduzione del metodo delle “rette d’altezza”.Questo metodo fu scoperto casualmente dal Comandante inglese Sumner nel 1837,ed è basato sul principio seguente :
Sulla superficie della terra esiste un luogo di punti dai quali si può osservare simultaneamente la stessa altezza angolare h del Sole,o di un qualunque astro (fig.7),ed è intuitivo che questo luogo di punti sia un cerchio (cerchio d’altezza).Ora se l’osservatore O si avvicina all’astro (O’),l’altezza h’ aumenta,se se ne allontana (O”),l’altezza h” diminuisce.Ciò posto,se,partendo dal punto stimato della nave,si calcola il valore di quella che dovrebbe essere l’altezza angolare h/s di un dato astro (se fosse misurata da quel punto),e contemporaneamente se ne misura l’altezza vera h/v si possono confrontare le due altezze.Se esse sono uguali,vuol dire che l’osservatore è nel punto stimato; nel caso in cui l’altezza vera h/v sia maggiore dell’altezza stimata h/s significa che l’osservatore è spostato verso l’astro; nel caso contrario che è spostato in ” in direzione opposta ” all’astro.
L’entità di questo spostamento (detta intercetta) è data dalla differenza fra altezza vera ed altezza stimata,nella misura di tante miglia quanti sono i primi d’arco del’intercetta.
In pratica non si traccia sulla carta tutto il cerchi di alteza,che sarebbe di dimensioni enormi,ma soltanto il piccolo tratto che interessa,e che,per le sue limitate dimensioni,si consdera un segmento rettilineo,donde il nome di “retta d’altezza”.
Osservando contemporaneamente due o più astri,si possono tracciare le rispettive rette di altezza sulla carta,ed il loro punto d’incrocio indica il punto-nave.
Lo sviluppo della navigazione aerea,ed i percorsi sempre più lunghi effettuati dagli aeromobili,con la conseguente necessità di orientarsi e fare “punti” indipendentemente da osservazioni terrestri,congiunta con la necessità di far presto,data la forte velocità degli aerei,hanno portato allo studio e pubblicazione di tavole abbreviate (quali per esempio le Astronomical Navigation Tables,inglesi,o le H.O.249,americane),e di sistemi grafici speditivi (quali,ad esmpio le Curve di altezza Weems) che permettono oggi di effetture il calcolo di 3 o 4 rette di altexxa in pochi minuti,mentre un tempo occorreva una buona ora.
Il nostro secolo ha visto,prima a bordo delle navi militari e poi di quelle mercantili,l’impiego della
“bussola giroscopica o girobussola”.E’ questa sostanzialmente un girostato che,a causa del moto di rotazione terrestre,viene ad essere animato daun movimento che lo mantiene rigorosamente orientato secondo l’asse terrestre.
I vantaggi che presenta rispetto alle bussole magnetiche sono molti,fra cui il forte potere direzionale,ed il non aver nulla ache fare col magnetismo,non avendo quindi bisogno di correzione per la declinazione magnetica,o per la “deviazione” causata dal magnetismo indotto dal ferro di cui sono composte le navi,il quale,per suo conto produce effetti assai complessi particolarmente notevoli sulle navi da guerra che portano artiglierie e corazze di acciaio cementato,e sui sommergibili in cui le bussole sono completamente racchiuse in involucri magnetici.
Per queste ragioni,malgrado il costo elevato e la complessità meccanica (sulle navi vi è un ” apparec-
chio madre” più un certo numero di “ripetitrici”),la diffusione della girobussola è andata sempre più aumentando.
LA RADIONAVIGAZIONE

I più recenti metodi di navigazione,entrati in uso nella nostra epoca,sono naturalmente quelli della “radio navigazione”.
Anzitutto l’impiego del “radiogoniometro” che,come indica il nome,è un apparecchio radio “direzionale”,a mezzo del quale si può ottenere il rilevamento e cioè la direzione di una stazione
radio trasmittente situata a terra,e della quale si conosce l’ubicazione.Rilevando col radiogoniometro
due o più stazioni,e tracciandone sulla carta i rispettivi rilevamenti radio,i loro punti di intersezione dà il punto nave.
Il “radar”,nato come strumento bellico durante l’ultimo conflitto,è divenuto oggi un prezioso ausilio alla navigazione,ed è ormai di impiego comune anche sulle navi mercantili.
Radar è l’abbreviazione di ” Radio direction and range” (direzione a distanza per radio) e serve appunto a determinare istantaneamente questi elementi.
E’ costituito schematicamente da un trasmettitore radio ad alta frequenza emettente onde a fascio che engonoriflesse incontrando un ostacolo,e da un ricevitore che capta le stesse onde riflesse,determinando la distanza a cui trovasi l’ostacolo dall’intervallo di tempo rascorso fra emissione e ricezione.Tenendo in moto continuo lapparecchio è possibile “costruire” per punti sopra
ad uno schermo fluorescente,il profilo degli “ostacoli” che si trovano ad una certa distanza dalla nave
(costa,altre navi,ecc.).Non fa d’uopo mettere in evidenza i grandi vantaggi di questo apparecchio che permette di “vedere” a distanza variabile e regolabile a volontà,anche in mezzo alla nebbia più fitta,o nella notte più nera (fig.9).
L’ultimo ritrovato in materia di radionavigazione è la “navigazione iperbolica”,la quale però,richiedendo complessi e costosi impianti per poter essere realizzata,è fino ad oggi limitata ad alcune ristrette zone (Mar del Nord).Questo sistema è basato sul confronto di fase di due onde continue pure emesse da due trasmettitori sincronizzati.Vi sono pertanto due stazioni emittenti ad onde sincronizzate della stessa frequenza,situate ad una certa distanza una dall’altra,che producono sulla superficie terrestre una rete di iperboli corrispondenti alla ricezione in fase di queste onde.
Ascoltando con apposito apparecchio ricevitore i segnali trasmessi dalle stazioni,è possibile determinare in quale maglia della rete degli iperboli ci si trovi,ottenedo così istantaneamente il punto nave.Il primo impiego pratico della navigazione iperbolica (sistema Decca) avvenne nel 1944 in occasione dello sbarco alleato in Normandia : l’Ammiragliato inglese aveva richiesto un’approssimazione di cento metri,e,malgrado la nebbia artificiale,il fumo,e le condizioni atmosferiche
generalmente poco favorevoli,le operazioni di atterraggio si svolsero invece con la precisione di venti metri.

CAPACITA’ E CORAGGIO

Questa rapida galoppata attraverso la storia della navigazione sarà forse valsa a mostrare quanti perfezionamenti si siano verificati anche in questo campo nel corso dei secoli,e di quante risorse disponga oggi il navigante.
Non bisiùogna però trarne la conclusione che la professione del marinaio sia diventata più facile e che i nuovi metodi abbiano sosituito gli antichi : li hanno integrati,nulla più.
I sistemi più perfezionati,e a maggior ragione quelli di notevole complessità meccanica,ed anche parecchi ad un tempo,possono venir a mancare improvvisamente,e allora sarà sempre la capacità professionale,l’istinto del marinaio ed il coraggio che avranno il sopravvento,che faranno sormontare l’emergenza e trarranno in porto lanave e il suo equipaggio.
CAPITANO BLAK       Fonte: betasom.it/forum

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