I FARI E LE LORO STORIE: Le Cordouan

Lungo la costa Ovest della Francia, all’estuario della Gironda, non lontano dalla città e dal porto di Bordeaux, si trova un faro leggendario, e sicuramente il più antico e, ancora oggi, il più rinomato di Francia, quello di Le Cordouan.
La leggenda racconta che una prima torre primitiva era stata fatta costruire nel nono secolo da Luigi il Pio, figlio di Carlomagno, 8 Km. al di fuori dell’estuario della Gironda, mentre si sa per certo che una torre esisteva intorno al 1360, eretta per ordine del Principe Edoardo del Galles, detto il Principe Nero, figlio di Edoardo III d’Inghilterra, che allora occupava quella parte della Francia. Questo era stato fatto su richiesta dei mercanti spagnoli di Cordova, allora in mano ai mori, che portavano in quella zona della Francia il loro cuoio e ripartivano carichi del vino di Bordeaux. Lo stretto passaggio era molto pericoloso anche a causa delle alte maree ed una luce per guidare le navi era necessaria. Questa torre era poligonale, alta 16 metri e un eremita si occupava di tenere acceso il fuoco di legna sulla sua sommità, chiedendo un contributo alle navi che passavano. Questa usanza di chiedere contributi alle navi di passaggio, anche se nuova per questa zona, non era insolita in altre parti d’Europa, come a Genova, dove le autorità marittime del XII secolo già chiedevano pedaggi alle navi che entravano nei loro porti. Questo diventerà comunque la maggiore fonte di finanziamento per i fari anche in epoca moderna.
Anche l’origine del nome di questo faro è avvolto dalla leggenda e molto si è discusso su questo, ma pare che il suo nome “Le Cordouan” fosse in origine “Le Cordovan” e derivasse proprio dal fatto che era stato costruito per incrementare il commercio con la città spagnola di Cordova. Sempre tra realtà e leggenda, si dice che alla morte del mitico eremita, nessuno si è più occupato del faro e che quella luce si è spenta, in realtà nel 1495 le segnalazioni dalla torre di le Corduan servivano per avvertire le navi in arrivo se c’erano nemici in vista, accendendo un fuoco di giorno. In questo caso le navi potevano trovare rifugio nel porto di La Rochelle o in altri porti vicini e sicuri.
La torre assalita dal mare e dai forti venti dell’Atlantico a poco a poco è andata in rovina, mentre i naufragi si susseguivano. I Governatori della Guienna, antica provincia della Francia meridionale facente parte del Ducato d’Aquitania, sollecitarono più volte la ricostruzione della torre, chiedendo l’intervento del Re Enrico II e di Caterina de Medici senza ottenere risposta. E’ solo sotto il regno di Enrico III, nel 1584, che l’antico faro, la torre spoglia sulla quale l’eremita accendeva il suo fuoco, sta per avere una metamorfosi incredibile, sta per diventare una delle sette meraviglie del mondo moderno.
In quell’anno viene affidato all’architetto Louis de Foix, che già aveva partecipato alla costruzione dell’Escurial in Spagna, l’incarico di progettare un nuovo faro. Louis de Foix si rende conto che la vecchia torre non è più utilizzabile, così questa viene demolita e lui prepara i progetti per un nuovo faro, che dovrà essere alto e imponente, annunciando che i lavori si sarebbero conclusi entro due anni. Non è molto chiaro se si sia parlato di costi, costruire un faro non è un’impresa da poco, richiede tempo e denaro e costruirlo in riva al mare è ancora più impegnativo, e il primo ostacolo si presentò subito : l’isolotto su cui erano state posate le fondamenta cominciò ad essere sommerso dal mare, per cui venne subito costruito un alto muro di contenimento che risultò essere una soluzione geniale. Normalmente il 1584 viene considerato come l’anno d’inizio dei lavori del faro e probabilmente ne erano già state poste le basi, ma per qualche motivo Louis de Foix dici anni più tardi, nel 1594, si impegna con l’allora sindaco di Bordeaux, Michel de Montaigne per costruire un faro monumentale, che non ha più niente a che fare con i suoi disegni originali. Anche in questo caso non deve essere stato considerato il lato finanziario, infatti l’architetto che ha progettato e costruito Le Corduan non solo è finito in bancarotta, ma si anche rovinato la salute, tanto è vero che è morto prima di portare a compimento la sua opera. Lo hanno sostituito prima il figlio e poi suo il capomastro, completando il faro secondo i disegni del suo progettista solo nel 1611, ventisette anni dopo l’inizio.
Il risultato di questa impresa è un monumento imponente, un po’ fortezza, un po’ chiesa ed un po’ reggia, una piccola Versailles in mezzo al mare. Il faro era alto 37 metri, con una base rotonda e liscia di stile rinascimentale, un’ingresso imponente, su cui troneggiava una statua di Nettuno, che conduceva in un vestibolo da cui si accedeva alle stanze dei guardiani. Al piano superiore, nel più puro stile barocco, l’appartamento reale, che non ha mai visto un re, e quello del suo luogotenente e, ancora sopra, la cappella con un soffitto a volta, oggi sconsacrata dove, si dice, fino al 1750 un prete si recava ogni tanto a dire messa. Sulla cima una piccola torre conteneva la lanterna decorata, sormontata da un alto pinnacolo e all’esterno della costruzione colonne con capitelli dorici e corinzi, sculture e pinnacoli che hanno fatto meritare a questo faro insolito il nome di “Le Roi des phares, le phare des Rois”. L’unico problema era che la sua luce non aveva una gran portata, poteva essere vista solo per poche miglia, non sufficienti per il sempre crescente traffico marittimo in quella zona di mare. Certo, è un po’ difficile poter capire oggi quali fossero allora i progetti di quell’architetto un po’ folle e un po’ geniale nel costruire un monumento cos’ grandioso e maestoso e così poco adatto allo scopo per cui era stato costruito. Si era in un’epoca in cui il bello veniva al primo posto in tutte le manifestazioni artistiche, il rinascimento stava lasciando il passo al decorato barocco e forse Louis de Foix aveva proprio voluto erigere questo, un monumento al bello per lasciarne una testimonianza ai posteri. Non è stato accontentato.
All’ingresso della cappella si trovano due targhe in marmo, una datata 1665 e l’altra 1727 in cui i Re Luigi XIV e Luigi XV commemorano alcune modifiche apportate al faro durante i loro regni. Nella prima si parla solo di riparazioni alle fondamenta, nella seconda della sostituzione della lanterna in pietra ornata di colonne con una in ferro. Con questa innovazione il faro comincia a perdere il suo aspetto originale.
Infatti questa costruzione non era destinato a durare, troppo bello, ma poco funzionale. Nel 1789 un ingegnere della Marina di Bordeaux, Joseph Teulère, mette mano alla ristrutturazione del faro, facendo demolire la cupola della cappella e la lanterna ed elevando la struttura fino a 57 metri Alla fine del 1700 la lanterna era alimentata con oli vari, di balena, di colza e di oliva e nel 1790 vi era stato installato un rivoluzionario sistema si illuminazione , sempre ad olio, dotato di 30 lampade e riflettori mossi da un peso, che per la prima volta permettevano la rotazione della luce. Questi sistemi di illuminazione erano stati inventati e sperimentati nel corso del tempo da diversi personaggi proprio per aumentare le luminosità dei fari, la cui luce rischiava di confondersi con quelle della costa. In questo caso il sistema di illuminazione usato era quello inventato dallo svedese Jonas Norberg (1711-1783), aumentando però il numero degli stoppini per renderlo più luminoso. Un’altra innovazione lo aspetta, nel 1823 le lenti di Fresnel, da poco inventate dal fisico francese Augustine Fresnel (1788-1827) sono state installate nella lanterna, dando così al faro di Le Cordouan la connotazione di un faro innovativo. Per non sfatare questo aspetto, subito dopo la seconda Guerra Mondiale vi era stato anche installato il primo gruppo elettrogeno per elettrificare la lanterna.
Per proteggere le lenti originali di Fresnel, durante la seconda Guerra Mondiale vennero tolte dal faro e nascoste nelle grotte di Mechers sulle rive della Gironda e oggi sono conservate in un Museo.
Tutte le sovrastrutture artistiche sono sparite, il faro ha perso il suo fascino di castello da fiaba, ed è diventato un obelisco in mezzo al mare, che, sfortunatamente non ha portato fino a noi il sogno del suo architetto visionario, ma lo ha trasformato nel faro che oggi conosciamo. Tuttavia nel 1862 è stato dichiarato monumento storico, l’ anno in cui lo stesso privilegio è toccato alla cattedrale di Notre Dame a Parigi, e oggi è un faro moderno, ma la parte inferiore, il primo piano e l’interno con le stanze reali e la cappella con le sue vetrate originali, sono rimasti gli stessi che Louis de Foix costruì a partire dal 1584.

Fonte: Annamaria “Lilla” Mariotti

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