I Percebeiros

I percebeiros della Galizia arrivano ai Premi Goya

Forse una delle professioni meno conosciute, pericolose e meno pagati è quella di percebeiro. Donne e uomini che rischiano la vita ogni mattina per una manciata di crostacei cirripedi.

Per illustrare con solo un mucchio di parole come sopravvivere in questo lavoro, trascrivo le parole di uno di questi lavoratori: Lista Suso, Maestro della Gilda di esperti Greater Corme percebeiro.

Ci sono giorni in cui le mie guance arrossire, perché non riesco a definire se la mia professione è un modo per guadagnarsi da vivere o, al contrario, è un modo sconsiderato di giocare con la morte.
Ogni mattina all’alba al sole, pioggia, grandine o regno implacabile nel cielo, armato con la mia ferrada e una piccola borsa a rete sentieri scoscesi che trasformano le pietre, le pietre di cracking per millenni dai colpi del mare , le cui righe sono nascoste cirripedi silenziosi.
Il mio compito è quello di ballare con le onde, ci sono giorni che ondeggiano nel suo suono monotono, altri mi sputare con un ruggito calarme alle ossa, a volte tremo come una marionetta, ma sempre-presente-sono stato benedetto con frutta.
Riesco a scrivere centinaia di libri con migliaia di dettagli che adornano il mio lavoro, ma penso che mancano le parole per esprimere chiaramente la sua crudezza

Il percebe è un frutto di mare, un crostaceo che cresce sulle ripide scogliere della Galizia, in quella faccia in cui la rocca è battuta dalla violenza del mare e dei venti. E’ uno dei frutti di mare di cui gli spagnoli sono più ghiotti e non manca mai nelle loro cene di Nochebuena, della Vigilia di Natale, se parliamo di una vera vigilia e di una vera cena di Natale. A Siviglia si vedono tutto l’anno, non li ho mai assaggiati perché a volte sono restia a provare cose nuove, soprattutto se il loro aspetto non mi risulta convincente (e il percebe non è che attiri proprio la voglia di assaggiarlo, grazie al suo aspetto informe e grigiastro-marroncino); ovviamente la mancanza di conoscenza non è mai un vanto, anzi, ci si deve sempre scusare e non vantare di ignorare un qualcosa, ma qui dire che non ho mai assaggiato il percebe mi serve solo per dire che ignoro le ragioni per cui gli spagnoli lo adorano.

Percebes

“Il percebe piace perché sa di mare” teorizza Serxio Ces, percebeiro, raccoglitore di percebes, galiziano, nel bel documentario Percebeiros, dedicato alla dura e appassionante vita dedicata a chi ha fatto dei percebes il proprio mestiere. “E sono cari” aggiunge “perché raccoglierli richiede molto… è rischioso”. Il documentario, firmato da David Beriain, segue Serxio Ces nella sua attività. Lo mostra mentre infila la muta e poi raggiunge in barca le scogliere in cui raccoglierà i percebes; lo si vede mentre si cala lungo la roccia da corde che ha fissato in alto e mentre resiste alle onde del mare che battono la scogliera. Il segreto di un buon percebeiro, spiega, sono “l’udito, la vista e il buonsenso”. Se i primi due ti avvertono del pericolo, “dagli retta, cavolo!”

Lui con questo lavoro duro e rischioso mantiene la famiglia, una moglie, “figlia e nipote di percebeiros, mi guarda e sa già se ho rischiato la vita, ancora prima che parli”, e i figli, che gli hanno cambiato la vita e la voglia di rischiare, perché sono piccoli e “mi accorgo che da quando è nata Elisa sono meno incosciente, sono anche meno giovane e meno agile, ma le cose sono cambiate con la sua nascita”. Dà piccole lezioni di saggezza popolare come “i cimiteri sono pieni di coraggiosi” o “bisogna stare attenti e avere buonsenso, poi… un incidente può averlo chiunque”. Eppure, nonostante i cambi, i rischi e i pericoli, il fatalismo, la paura e l’orgoglio, Ces non cambierebbe il suo mestiere perché “non so stare senza il mare”.

E’ un documentario di poche parole e molte immagini, con il mare, il paesaggio selvaggio della costa galiziana e il rapporto primordiale dell’uomo con la natura come protagonisti. Su tutti giganteggiano il bel volto di Ces, dallo sguardo vivace e intelligente, e la sua passione per il mare. Fa venire voglia di assaggiare i percebes, la prossima volta, anche solo per persone come lui, che rischiano la vita e che amano il loro mestiere.
Percebeiros è stato selezionato per i Premi Goya 2012 e si può vedere su vimeo, con i sottotitoli in spagnolo. Anche se non capite lo spagnolo, le immagini valgono quanto le parole: sono 11 minuti di un mestiere antico e duro, con il mare ancora una volta padre e nemico. Non perdeteli.

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“


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