I PIRATI DEL MAR DELLA CINA

I mari e gli stretti della Cina, e del Sud-Est asiatico erano un vero paradiso per i pirati, navi di piccole dimensioni potevano nascondersi facilmente nelle paludi di mangrovie, lungo le coste.
Con l’arrivo degli europei nel XVI e XVII secolo, la situazione peggiorò, pirati come Ching Yih controllavano più di 500 navi, ben armate e aveva moltissimi schiavi e guardie del corpo, gli europei combatterono contro questi potentissimi pirati, e verso il 1860 riuscirono a sgominarli.
Le più grandi giunche dei pirati cinesi erano vascelli mercantili con 10-15 cannoni, formidabili navi da combattimento, e la marina cinese era incapace di contrastarle.
Nel XIX secolo molti pirati cinesi estorcevano denaro agli abitanti dei villaggi della costa, minacciando di distruggere le abitazioni, e di rendere schiava tutta la popolazione, se non fosse stato pagato un adeguato riscatto.
Nel 1845 Chui Apoo, semplice barbiere di Hong Kong, si unì alla flotta del capo pirata Shap’n’gtzai, e fu ben presto nominato suo luogotenente, nel 1849, nella campagna contro il capo pirata Shap’n’gtzai, le cannoniere della marina britannica sconfissero la flotta di Chui Apoo, ancorato alla foce del fiume Haiphong, nel Vietnam del Nord, Shap’n’gtzai pensava di essere al sicuro, ma quando la marea cambiò, i pirati non riuscirono a controllare le proprie giunche, che si trovarono con i cannoni puntati l’una contro l’altra.
Le navi inglesi furono così in grado di distruggere le giunche una per una.

I mari dell’Asia sud orientale furono percorsi anche da grandi flotte di pirati, ma in genere la zona era dominata da piccole bande, che agivano in aree ristrette, la flotta dei pirati cinesi era divisa in squadre; ognuna con una propria, bandiera, le navi di Ching Yih avevano bandiere rosse, gialle, verdi, blu, nere e bianche e i portabandiera guidavano gli abbordaggi.

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