I PIRATI DELL’ANTICA GRECIA E NELL’IMPERO ROMANO

I PIRATI DELL’ANTICA GRECIA E NELL’IMPERO ROMANO

Il Mar Mediterraneo vide sorgere e consolidarsi alcune fra le più antiche civiltà del mondo, ma, nello stesso tempo, le sue acque erano percorse anche da “predoni del mare”.

L’Egeo, un “golfo” orientale del Mediterraneo e culla della civiltà greca, era un luogo ideale per i pirati, che si nascondevano perfettamente tra le migliaia d’isole e insenature, dalle quali potevano avvistare e depredare le navi di passaggio, le azioni di pirateria erano inoltre rese meno difficoltose dal fatto che le navi mercantili navigavano vicino alla costa e non si avventuravano mai in mare aperto, l’attesa dei pirati, su una rotta battuta da navi cariche di mercanzie, era sempre “ricompensata” da un facile bottino, i pirati attaccavano spesso i villaggi, e ne catturavano gli abitanti per chiedere un riscatto o per rivenderli come schiavi.

Man mano che le città – stato della Grecia crebbero in potenza, attrezzarono delle navi scorta per difendersi dalle azioni di pirateria, nel VII e VI secolo a.C. i Fenici svilupparono un traffico marittimo molto intenso, che aveva le sue basi nelle città di Tiro e Sidone (nell’attuale Libano), le loro navi mercantili trasportavano materie pregiate come argento, stagno, rame e ambra, in tutto il Mediterraneo.

I pirati greci rappresentavano una seria minaccia per le navi fenicie, e le galee da guerra servivano per difendere le attività commerciali. Nel 694 a.C. il re assiro Sennacherib (705-682 a.C.) dichiarò guerra ai pirati Caldei, che si erano rifugiati nel suo regno, sulle coste d’Elam, nella parte settentrionale del Golfo Persico, la campagna fu un successo, e pose fine alle loro scorribande.

“Entra in porto e scarica le tue merci, sono già vendute!” con questo “slogan” il porto Egeo di Delo attirava sia le navi mercantili sia quelle dei pirati, faceva parte del grande dominio romano, che registrò il suo apice fra il 200 a.C. e il 476 d.C. nel mercato di Delo i pirati vendevano schiavi rapiti e le merci rubate a mercanti romani che non facevano domande.

Nel I secolo a.C. i pirati divennero un vero flagello per le navi mercantili del Mediterraneo e, quando cominciarono a minacciare le importazioni di grano, Roma, decise di porne un freno, nel 67 a.C. un’imponente flotta condotta da Pompeo Magno riuscì ad accerchiare i pirati, mentre l’esercito piombava nella loro base in Cilicia, questa campagna risolse i problemi immediati di Roma, ma non riuscì a liberare i mari dalle scorribande dei pirati.
Le “Trireme” erano le navi da guerra romane utilizzate per combattere i pirati erano simili alle galee greche, si trattava probabilmente d’agili triremi mosse da rematori su tre ordini sovrapposti, armate con una prua a rostro, queste imbarcazioni leggere erano facili da manovrare nelle acque tranquille del Mediterraneo, il loro nome significa appunto “tre file di remi”.
Verso il 75 a.C. il giovane Giulio Cesare fu catturato dai pirati, mentre si stava recando a Rodi per studiare, e tenuto prigioniero su un’isoletta ionica per più di cinque settimane, fino a quando il suo riscatto fu pagato, dopo il rilascio, Cesare si vendicò catturando i suoi rapitori e facendoli crocifiggere.

Sesto Pompeo (67-36 a.C.), figlio del grande Pompeo Magno, diventò “pirata” per combattere Ottaviano, suo rivale politico, dalle basi in Sicilia, depredava le coste italiane, fino al momento in cui fu sconfitto da Ottaviano.
Mentre il Mediterraneo era abbastanza tranquillo per le navi romane, il Golfo Persico era, al contrario, un luogo dai mille pericoli, il re Sapur II di Persia (309-379 d.C.) combatté una guerra spietata contro i pirati, soprannominato Zulaklaf, che significa “signore delle spalle”, ci narra la leggenda, che fosse solito bucare le spalle dei pirati catturati, per poi legarli insieme, come le perle di una collana.

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.