” Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach

Il gabbiano Jonathan Livingston (Jonathan Livingston Seagull, 1970) è un celebre romanzo breve di Richard David Bach . Best seller in molti paesi del mondo negli anni settanta, diventato per molti un vero e proprio cult, Jonathan Livingston è essenzialmente una fiaba a contenuto morale e spirituale. La metafora principale del libro, ovvero il percorso di autoperfezionamento del gabbiano che impara a volare/vivere attraverso l’abnegazione e il sacrificio, è stata letta da diverse generazioni secondo diverse prospettive ideologiche, dal cattolicesimo al pensiero positivo, l’anarchismo cristiano e la New Age. Bach disse che la storia era ispirata da un pilota acrobatico di nome John H. “Johnny” Livingston (Cedar Falls, Iowa, 30 novembre 1897 – 30 giugno 1974), particolarmente attivo nel periodo fra gli anni venti e trenta.

Jonathan è un gabbiano diverso dagli altri: il suo desiderio non è mangiare, ma imparare a volare in modo perfetto. Per questo è rimproverato dai suoi genitori ed escluso dagli altri componenti del suo stormo, lo Stormo Buonappetito, in quanto nessuno capisce la sua passione per il volo, dal momento che volare è considerato soltanto come una comodità per procurarsi il cibo. Nonostante la buona volontà di Jonathan per cercare di essere un gabbiano come tutti gli altri e di non dedicarsi più alla sua passione, il suo desiderio di trovare il volo perfetto è più forte di lui e in poco tempo riesce a compiere acrobazie incredibili, mai compiute da nessun altro volatile. Ma lo Stormo non lo accetta.

Abbandonato e solo, Jonathan trascorre diversi anni ad esercitarsi nel volo finché un giorno, dopo essere morto (o meglio: dopo essere passato ad un livello successivo dopo la morte), lo raggiungono due gabbiani dalle piume candide, che si librano nell’aria con lui. Questi lo convincono a seguirli nel “Paradiso dei Gabbiani”, un luogo dove potrà volare con più facilità, e tutto quello che aveva appreso sarebbe stata una piccolissima parte del cammino verso la perfezione. Jonathan accetta, diventando anche lui bianco e splendente come i suoi nuovi compagni. Per diversi anni rimane nel Paradiso dei Gabbiani sotto la guida di Sullivan, suo maestro ed amico.

È lo stesso Sullivan, insieme ad altri gabbiani, a spiegargli che quello non è il vero Paradiso, ma solo un livello transitorio, dopo il quale si passa più in alto ancora, fino a raggiungere la perfezione e che tutti, prima o poi, saliranno di piano in piano. Quando finalmente raggiunge i livelli del suo maestro, si accorge che – nonostante tutto ciò che ha imparato – il suo corpo gli è ancora d’intralcio. Così chiede al gabbiano più anziano, Ciang, di insegnargli a volare alla velocità del pensiero, a superare il “qui ed ora”, cosa che soltanto Ciang sa fare.

Dopo molti tentativi, Jonathan riesce nel suo impegno, ma poche settimane dopo Ciang muore e viene portato in un Paradiso superiore. Egli lascia il posto di maestro a Jonathan: non basta allenarsi al volo perfetto, il vero scopo è arrivare a capire il segreto della bontà e dell’amore, ovvero la cosa più difficile da mettere in pratica. Rimasto senza guida, Jonathan tormentato dal desiderio di insegnare al resto dei gabbiani dello Stormo Buonappetito tutto ciò che ha appreso, confessa a Sullivan i suoi pensieri, ma questo lo convince ad aiutarlo nella sua attività di addestramento dei nuovi arrivati. Qualche tempo dopo, torna il desiderio di andare ad insegnare allo stormo Buonappetito: così saluta Sullivan e parte per ritornare al suo luogo di origine, dove trova un giovane: Fletcher Lynd, che diventa suo allievo. Poi torna allo stormo con altri 8 gabbiani. Molti gabbiani dello stormo rimangono incuriositi dalle evoluzioni dei gabbiani di Jonathan e decidono di unirsi a lui. Il romanzo si conclude con un dialogo tra Jonathan e Flechter che fa capire al giovane gabbiano che cos’è la vera perfezione.

Ciascuno di noi è, in verità,
un’immagine del Grande Gabbiano, un’infinita idea di libertà, senza limiti.

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Il Vostro corpo, dalla punta del becco alla coda, dall’una all’altra punta delle ali,
non è altro che il vostro pensiero, una forma del vostro pensiero,
visibile, concreta. Spezzate le catene che imprigionano il pensiero,
e anche il vostro corpo sarà libero.

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Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva,
perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto,
nello spazio e nel tempo.

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..Scegliamo il nostro mondo successivo
in base a ciò che noi apprendiamo in questo.
Se non impari nulla, il mondo di poi sarà identico a quello di prima,
con le stesse limitazioni.

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Puoi arrivare da qualsiasi parte, nello spazio e nel tempo, dovunque tu desideri.

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Tu seguita ad istruirti sull’amore.

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Mettere in pratica l’amore voleva dire rendere partecipe
della verità da lui appresa, conquistata,
qualche altro gabbiano che a quella stessa verità anelasse.

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Devi solo seguitare a conoscere meglio te stesso,
ogni giorno un pochino di più..

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Egli imparò a volare,
e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare.
Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia
a rendere così breve la vita di un gabbiano.

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D’ora in poi vivere qui sarà più vario e interessante …
Noi avremo una nuova ragione di vita. Ci solleveremo dalle tenebre dell’ignoranza,
ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità.
Saremo liberi! Impareremo a volare!

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Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci già’,
allora imparerai come si vola.

 

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E crescendo impari che la felicità non e’ quella delle grandi cose.
Non e’ quella che si insegue a vent’anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…
La felicità non e’ quella che affanosamente si insegue creden…do che l’amore sia tutto o niente,…
non e’ quella delle emozioni forti che fanno il “botto” e che esplodono fuori con tuoni spettacolari…,
la felicità non e’ quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità e’ fatta di cose piccole ma preziose….
…e impari che il profumo del caffe’ al mattino e’ un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità e’ fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno, e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che l’amore e’ fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.
E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo e’ una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami…
E impari che c’e’ felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c’e’ qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c’e’ nel cuore un piccolo-grande
uomo
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

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