La Dieta Degli Squali

Gli squali sono animali carnivori. Si nutrono di un’ampia varietà di prede che reperiscono in ogni tipo di habitat marino. Per lo più gli squali si alimentano di prede vive, sia attaccando animali sani che malati o feriti. Tutti gli squali, di norma, predano su animali di dimensioni comparabili alle loro o più piccoli.

Nel complesso delle 479 specie di squali attualmente registrate, possiamo affermare che la dieta di questi animali comprende pesci ossei, pesci cartilaginei, molluschi, crostacei, pinnipedi, cetacei, tartarughe marine, serpenti marini, uccelli marini, echinodermi, vermi, anemoni di mare, meduse ed altri organismi.

La lista include anche piccolissimi animali, organismi planctonici come ad esempio crostacei eufasiacei e copepodi. Recenti ricerche hanno rivelato un più ampio spettro trofico di quello che era precedentemente ritenuto per molte specie di squali.

La credenza popolare che gli squali mangino ogni cosa è ben lontana dalla realtà. Questa idea si basa principalmente sul fatto che è spesso capitato che negli stomaci di squali bianchi (Carcharodon carcharias), squali tigre (Galeocerdo cuvier) e squali estuarini (Carcharhinus leucas) si siano rinvenuti oggetti non commestibili, ma va tenuto conto che queste tre specie sono di gran lunga le più onnivore di tutte, e le loro abitudini alimentari non possono in alcun modo essere generalizzate a tutte le altre specie di squali.

Molti squali sono predatori opportunisti: possono alimentarsi di specie diverse a seconda della loro reperibilità in una data area, e quando una determinata preda è scarsa si rivolgono a un’altra.

Una specie che è particolarmente comune o che è facile da catturare può dominare la dieta degli squali opportunisti. In base a studi condotti sugli squali mediterranei, la maggior parte di specie opportuniste sono bentoniche. Vi sono inoltre numerosi squali che mostrano spiccate preferenze dietetiche e alcune specie che hanno una dieta abbastanza o molto specializzata.

Così il cetorino (Cetorhinus maximus) e lo squalo balena (Rhincodon typus) si alimentano di plancton, il pesce volpe comune (Alopias vulpinus) si nutre principalmente di alici, naselli e sgombri, il pesce martello maggiore (Sphyrna mokarran) predilige i trigoni, lo squalo testa di toro crestato (Heterodontus galeatus) mostra una spiccata preferenza per i ricci marini, lo squalo donnola dalle pinne falcate (Hemigaleus microstoma) si nutre quasi unicamente di cefalopodi e specialmente di polpi. Alcune specie mostrano di effettuare una selezione non soltanto sulla tipologia dell’alimento ma anche sulla sezione ed il tipo di tessuto. Così gli squali bianchi e le verdesche (Prionace glauca), quando si alimentano di una carcassa di balena, sembrano preferire nettamente il tessuto adiposo del cetaceo, cosa d’altronde non sorprendente rappresentando questo una preziosa riserva di energia.

Alcune specie, poi, operano una selezione anche in base all’età ed alle dimensioni degli individui di una medesima specie. Di norma i piccoli sono più inesperti e deboli e quindi più facili da catturare. Così lo squalo bianco sceglie di attaccare per lo più i cuccioli dei pinnipedi piuttosto che gli adulti.

Sappiamo che gli squali si alimentano principalmente di pesce. I pesci ossei sono il cibo primario della maggior parte di squali e anche per le specie che si alimentano principalmente di altre prede, i pesci ossei rappresentano comunque sempre una parte fondamentale della loro dieta. L’esame degli stomaci degli squali ha mostrato che, per la maggior parte delle specie, il 70-80% della dieta è rappresentato da pesci ossei. Per esempio, nell’Oceano Atlantico nord-occidentale, è stato calcolato che ben il 91% della dieta dello smeriglio (Lamna nasus) è costituito da pesci ossei. Nell’Oceano Pacifico Settentrionale è stato stimato come durante la migrazione dei salmoni, una cospicua fetta della loro popolazione, ossia dal 12,6% al 25,2%, finisca preda degli squali salmone (Lamna ditropis).

Nell’Oceano Atlantico nord-occidentale, il pesce serra (Pomatomus saltatrix) è il più importante cibo dello squalo mako dalle pinne corte (Isurus oxyrinchus), costituendo il 77% della sua dieta. Al largo del Sudafrica, i pesci ossei rappresentano dal 41% al 58% della dieta dello squalo bronzeo (Carcharhinus brachyurus).

Sebbene i pesci di piccole dimensioni siano le prede più comuni, si spazia dalle sardine ai pesci spada (Xiphias gladius). Questi ultimi sono predati, ad esempio, dagli squali mako dalle pinne corte anche nel mare Mediterraneo. In Sudafrica, il principale pesce osseo nella dieta dello squalo bronzeo e dello squalo bianco è la sardina sudafricana (Sardinops sagax). Molti squali sembrano, però, preferire i pesci cartilaginei ai pesci ossei. Gli elasmobranchi sono la preda più importante di numerose specie di squali.
La maggior parte di squali non ha altri nemici se non gli altri squali e l’uomo. Spesso le prede sono di dimensioni anche ragguardevoli: così, ad esempio, uno squalo bianco di 4,72 metri catturato in Florida conteneva due squali grigi (Carcharhinus plumbeus) interi, di lunghezza compresa tra 1,8 e 2,1 metri.

Talora tra gli squali si rinvengono anche casi di cannibalismo, come accade per lo squalo tigre, lo squalo delle Galapagos (Carcharhinus galapagensis) e lo squalo estuarino. Il cannibalismo è di fatti più comune tra i Carcarinidi. Alcune specie si nutrono anche di uova di squali, come fa, ad esempio, il pesce porco (Oxynotus centrina) che si ciba di uova di gattuccio minore (Scyliorhinus canicula).

Gli squali sono anche i principali predatori delle razze. Le prede preferite dal pesce martello maggiore (Sphyrna mokarran) sono le razze e specialmente i trigoni. Anche lo squalo bruno (Carcharhinus obscurus) mostra una predilezione per le razze. La dieta di alcuni squali di profondità, come il notidano grigio (Hexanchus griseus), include anche le chimere. La maggior parte di squali ha nella dieta anche una certa percentuale di invertebrati, specialmente cefalopodi e crostacei. Il gattuccio minore si nutre principalmente di invertebrati, inclusi paguri, cardidi e gasteropodi. I crostacei sono le prede più importanti del palombo liscio (Mustelus mustelus), che predilige le canocchie (Squilla mantis).

Al largo del Sudafrica, i molluschi formano il 30-35% della dieta dello squalo bronzeo. I cefalopodi sono tipicamente le prede più ambite dalla verdesca, ma anche dai giovani notidani grigi e dallo squalo sfrangiato (Chlamydoselachus anguineus).
Anche nel caso del mako dalle pinne corte, che pur preferisce i pesci ossei, i calamari costituiscono comunque un buon 15% della dieta. Lo squalo leopardo (Triakis semifasciata) preferisce invece i sipunculidi (Urechis caupo), i granchi e i molluschi bivalvi.

Alcuni squali si nutrono di mammiferi marini, cetacei e pinnipedi e predano tali animali vivi, come lo squalo bianco, lo squalo tigre, lo squalo mako dalle pinne corte e lo squalo tagliatore (Isistius brasiliensis). Così, ad esempio, nella Baia di Moreton, in Australia, ben il 36% dei tursiopi recava cicatrici da morsi di squalo. Ancora, lo squalo tigre è il principale predatore della foca monaca hawaiiana (Monachus schauinslandi) e, in Mediterraneo, lo squalo bianco è un predatore importante del tursiope (Trusiops truncatus).

La maggior parte degli squali, però, mangia i mammiferi marini soltanto quando li trova già morti, in quanto le grandi dimensioni di tali animali li rendono delle prede particolarmente difficili e pericolose. Le carcasse di grandi cetacei sono cibo comune per moltissime specie di squali, specialmente per i carcarinidi, ed in particolare per i più comuni tra gli squali oceanici, quali il longimano (Carcharhinus longimanus) e la verdesca.

Alcuni squali, come lo squalo bianco, lo squalo tigre e il mako dalle pinne corte, hanno nella loro dieta anche una piccola percentuale di tartarughe marine e uccelli marini. Lo squalo tigre è, inoltre, uno dei principali predatori dei serpenti di mare.

Diversamente dai pesci ossei, che bevono l’acqua di mare, gli squali non lo fanno. La concentrazione di sali nei loro tessuti è maggiore di quella presente nei pesci ossei, ed è maggiore di quella dell’acqua marina, a causa della ritenzione nel loro corpo di alte concentrazioni di alcuni cataboliti, inclusa l’urea. Il risultato è un lieve ingresso di acqua di mare nel loro corpo per osmosi. La dieta è in relazione anche all’età ed alle dimensioni dello squalo e subisce notevoli variazioni nel corso della loro crescita.

Gli squali spesso danno alla luce i loro piccoli in aree di nursery, spesso in acque costiere, lagune o estuari, dove i piccoli trascorrono la prima fase della loro vita. Queste zone vengono scelte in base alla scarsità di predatori e all’abbondanza di prede. é chiaro che in queste zone i piccoli possono trovare uno spettro di prede comunque limitato, e che la loro dieta può quindi essere dominata da una o più specie particolarmente abbondanti in quell’area ristretta.

Le prede più grandi divengono via via più importanti nella dieta degli squali mano a mano che crescono. Le variazioni della dieta sono accompagnate da variazioni della forma dei denti. Pertanto, molti giovani squali si nutrono principalmente di pesci ossei e molluschi ma l’incidenza di tali prede declina quando gli squali raggiungono dimensioni maggiori e iniziano a mangiare prede più grandi come pesci cartilaginei e mammiferi marini. Così, ad esempio, l’analisi della tipologia di prede in relazione alla taglia del predatore mostra che i giovani squali bianchi al di sotto di 3 metri di lunghezza si nutrono principalmente di pesci di piccole e medie dimensioni, mentre crescendo vanno via via a nutrirsi sempre più di mammiferi marini ed altri grandi animali: i denti passano da una forma stretta e coi bordi finemente seghettati ad una assai più robusta e nettamente triangolare con una seghettatura assai più pronunciata. Solo così possono essere in grado di segare un osso di un mammifero o tranciare il carapace di una tartaruga marina.

Differenze regionali nella dieta sono attribuibili alla maggiore reperibilità di una particolare preda. Difatti, molti squali concentrano le loro attività di caccia sulle specie più abbondanti localmente. In molti luoghi del mondo, come per esempio la California, il Sudafrica e il Sud Australia, elasmobranchi e pinnipedi rappresentano la maggiore componente nella dieta degli squali bianchi, mentre nel mare Mediterraneo, dove i pinnipedi sono quasi totalmente assenti e gli squali non sono abbondanti, gli squali bianchi si nutrono principalmente di cetacei, pesci ossei e tartarughe marine.

Nell’Oceano Pacifico nord-orientale, a sud di 34°N di latitudine l’acciuga del Nord Pacifico (Engraulis mordax) è la specie più importante nella dieta del pesce volpe comune (Alopias vulpinus), mentre più a nord la preda più importante è il nasello del Pacifico (Merluccius productus). C’è una considerevole variabilità nella dieta di diversi squali anche da una stagione all’altra, a causa dell’ovvia diversità nella reperibilità delle prede. Così ad esempio, nel mare Catalano, gli scimnorini (Dalatias licha) mangiano più squali durante primavera e inverno, più crostacei durante l’estate e più cefalopodi durante l’autunno.

Dott. Alessandro De Maddalena

Presidente della Società

Ittiologica Italiana

“Articolo a scopo didattico-istruttivo, divulgativo, informativo e ricreativo“


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