PIRATI, QUADRUPLICATI GLI OSTAGGI IN DUE ANNI

Negli ultimi due anni il numero di ostaggi trattenuti da bande di pirati è quadruplicato. A sostenerlo è l’Actuarial Profession, una delle più rinomate organizzazioni di “risk assessment” del Regno Unito. Se si considerano le cifre dei riscatti, i costi di negoziazione, le riparazioni delle imbarcazioni danneggiate e le conseguenti perdite di profitto, nel 2010 la pirateria è costata al mondo dello shipping più di un miliardo di dollari.

Ma mentre i pirati riutilizzano i soldi ricavati dai riscatti per l’acquisto di armi per nuovi agguati, gli armatori si trovano costretti a difendersi con l’utilizzo di misure di sicurezza che spaziano dall’acquisto di particolari manichini da posizionare sulla nave – per dissuadere i pirati dando l’impressione di un maggior numero di persone a bordo – all’ingaggio di guardie armate che possono costare fino a 100mila dollari.

L’utilizzo di un’équipe di guardie armate per transitare nell’area più rischiosa del Golfo di Aden, infatti, può costare tra i 25mila e i 100mila euro: «Per far fronte all’emergenza, gli armatori stanno sempre più provvedendo alla sicurezza di loro iniziativa – dice il report dell’Actuarial Profession – Ingaggiare personale professionale di sicurezza è sia un modo più concreto di proteggere le navi dagli attacchi, sia un modo più conveniente rispetto ad altre misure più elusive».

La pirateria sta coinvolgendo anche le aziende assicurative e quelle che si occupano di sistemi di allarme e di difesa. I costi delle assicurazioni, ad esempio, sono saliti alle stelle. La Munich Re, una delle più grandi aziende assicurative, ha stimato che i premi relativi ai sequestri e ai riscatti sono cresciuti di 10 volte dal 2008 al 2009, anche se non si conoscono le cifre esatte.

Nel contempo importanti sviluppi sono stati effettuati in ambito tecnologico per quanto riguarda i sistemi difensivi: la BAE Systems sta sviluppando una tecnologia chiamata laser distraction. «Il laser può servire come avviso virtuale a 2km di distanza per distrarre la pirateria – spiega Roy Evans, capo della Laser Photonic Systems alla BAE Systems – L’effetto è simile a quello che si ha quando un pilota attacca in direzione del sole, la luce del laser è abbastanza intensa da rendere impossibile puntare armi come l’AK47 ma non ha un effetto permanente».

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