Strumenti Nautici: ASTROLABIO risalente al I a.C.

ASTROLABIO risalente al I a.C.

ASTROLABIO Antico

Lo strano ritrovamento effettuato da alcuni palombari nel 1901 nei pressi dei fondali dell’isola di Antikythera, a metà strada tra il Peloponneso e Creta.
Dall’analisi scientifica, si tratta di un astrolabio in bronzo meccanico, custodito presso il Museo Nazionale Archeologico di Atene con numero di catalogo X. 15087, presumibilmente risalente al I a.C. e utilizzato per la navigazione sfruttando i movimenti del Sole e della Luna.
Il primo a studiarlo in modo rigoroso fu Derek J. de Solla Price (1938-1983), professore di Storia della Scienza all’Università di Yale, tra gli anni ’50 al ’70, ipotizzando correttamente che si
trattasse di complesso orologio astronomico.
Mike Edmunds, della scuola di Fisica ed Astronomia dell’Università di Cardiff (UK) ha pubblicato invece su Nature, un’approfondita ricostruzione del suo funzionamento, ottenuta grazie all’applicazione di sofisticate tecniche di Tomografia a raggi X ad alta risoluzione.
I ricercatori hanno trovato le evidenze di un meccanismo in grado di calcolare le eclissi solari e lunari secondo le conoscenze astronomiche babilonesi ed una sorprendente realizzazione meccanica della teoria di Ipparco di Nicea che spiegava le irregolarità del movimento della luna nella sua orbita ellittica

La sua tecnologia, composta da leve e ingranaggi e’ ritenuta persino superiore agli astrolabi medievali e presupporrebbe conoscenze tanto elevate da non essere possibili per i tempi in cui venne realizzato.
In effetti Cicerone parla di un meccanismo simile, nel 212 a.C. attribuito ad Archimede. Tuttavia sembra assai strano che sia stato l’unico reperto del genere ad essere stato ritrovato e non abbia
fatto scuola e sia stato così riprodotto. Le sue origine sono forse arabe, dove si sa con certezza che le tecniche erano molto avanzate, anche se il primo astrolabio ritrovato di simile fattura risale al 1223 d.C.
Si tratta dunque di un ritrovamento eccezionale, fuori dal tempo, unico nel suo genere.
Tuttavia, la fattura, i materiali e la tecnica, sono “umani”, almeno per escludere fantasiose possibilità aliene come Sitchin lascia intendere.
Questo mistero speriamo che sia svelato con nuovi studi nei prossimi anni.

Per testimoniare che gli antichi conoscessero benissimo la dislocazione del continente americano, cita un altro “ooparts”, la famosa cartografia nautica di Piri Re’is risalente al 1513, che rappresenta in maniera evidente il Sud America e l’Antartide, cosa
ritenuta non possibile per quell’anno dalle critiche di Hancock.
Nonostante Cristofolo Colombo avesse già toccato terra oltre Oceano già nel 1492, Sitchin ipotizza che questo documento e’ una copia fatta dalle mappe nautiche dall’antica Biblioteca di Alessandria risalente al IV sec. a.C. trafugata dagli invasori arabi prima di incendiarla
nel 642 a.C.
fonte: nibiru2012.it

One comment

  1. antonio caputo ha detto:

    Il cosiddetto “Calcolatore di Antikythera” racchiude delle conoscenze, che, per l’epoca, erano, a dir poco, incredibili, visto che non è tanto il meccanismo epicicloidale con cui è stato realizzato, quanto alcuni dati astronomici come,per esempio, la distanza terra-sole, che sono alla base dei suddetti meccanismi. Straordinario! dal punto di vista della navigazione, della storia della navigazione, non sembra che gli antichi Greci, pur avendo delle conoscenze così sofisticate di astronomia, erano in grado di determinare contemporaneamente la latitudine e la longitudine ovvero le coordinate del punto nave. Lo stesso Cristoforo Colombo sembra che abbia più volte determinato la latitudine delle terre scoperte e pochissime volte la longitudine di quei luoghi.

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