Sue Austin: le ali della libertà

Raccogli le tue forze e rialzati, fai tesoro di ogni briciola di grinta che ti resta e usala per "andare". Non fermarti a metà strada. Non c'è tempo da perdere. Non c'è un secondo da sprecare. Solo chi trova il coraggio di seguire le proprie emozioni, per quanto folle sembri, potrà sentirsi libero! Anton Vanligt, Mai Troppo Folle

 

Sue Austin ha trasformato la sua sedia a rotelle in un veicolo sottomarino.

L’idea le è venuta qualche anno fa ma quando ha iniziato  a parlarne in giro era stata scoraggiata, le avevano detto che era impossibile e che una sedia a rotelle non è fatta per l’acqua.

When we started talking to people about it, engineers were saying it wouldn’t work, the wheelchair would go into a spin, it was not designed to go through water — but I was sure it would.


Ma lei non si è arresa e ce l’ha fatta! La prova è nel video . Con un paio di motori , una pinna personalizzata e un pedale per timone, Sue è in grado di muoversi sott’acqua con facilità.

Ha creato una serie di filmati ”Creating the Spectacle” che la riprendono mentre volteggia, richiamando l’attenzione anche di oceanogragi e subacquei professionisti. Ora la sta brevettando e ha già in mente alcuni miglioramenti come ad esempio un telaio in titanio per evitare la ruggine.

Sue Austin è un artista multimediale, performance e installazioni. Nel corso di un lungo periodo di tempo la sua pratica ha operato come un veicolo per aprire uno spazio di pensiero intorno alla materialità della sedia a rotelle. Questo viene utilizzato come metafora per sollevare domande sul valore della diversità per la società migliorando l’immagine di ‘differenza’.

Piuttosto che essere didattica, tuttavia, il suo obiettivo primario sarà quello di creare portali o ingressi multipli nel disegno risultante (es. attraverso l’arte dal vivo, associato presentazione on-line e multi-piattaforma, ecc) in modo che possa trovare un modo per fare domande, ma allo stesso tempo, lasciare lo spazio per il pubblico di generare i propri significati. Ha lo scopo di trovare il modo drammatico e potente per riposizionare la disabilità e l’Arte Disabilità come il ‘segreto nascosto’. Lei sostiene che questo ‘segreto’, se esplorato, valutate e poi condiviso, può agire per sanare le divisioni create nella psiche sociale dicotomie culturali che definiscono la ‘disabile’ come ‘altro’.

Attraverso la presentazione performativa di una realizzazione diversa, l’obiettivo principale di questo lavoro

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